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IL PAPA' DI DIO

TEATRO REBIS
Regia: Andrea Fazzini
Drammaturgia: Andrea Fazzini e maicol&mirco
Attori: Meri Bracalente, Andrea Filipponi, Sergio Licatalosi, Fernando Micucci
Anno: 2018


Generi: Prosa
Dallo spettacolo Scarabocchi (2016), prima metamorfosi scenica delle folgoranti vignette di maicol&mirco, si è ingenerata una reciproca influenza che ci ha portato a una seconda spericolata collaborazione.
Ancora una volta le tematiche care agli autori – la solitudine, la morte, la relazione con l'altro e col divino, l’esistenza e la desistenza – vengono attraversate e, a tratti, decostruite dal Teatro Rebis, con un approccio minimale e diretto, ma anche capace di caricarsi d'astrazione linguistica e filosofica.
‘Il Papà di Dio ha un diavolo per capello: suo figlio è irrecuperabile. Non ne combina mai una giusta. Non a caso suo figlio ha voluto creare il suo Universo senza prima studiare! E qual è il risultato? Questo Universo qua! Il nostro. Un Universo dove si soffre, ci si ammala e si muore. Un Universo dove si lavora e si suda. Un Universo tutto sbagliato. Non come quello del Papà di Dio. Un Universo meraviglioso. Dove non esiste morte, dolore né fame. Dove non si deve lavorare né faticare. Dove i soldi non esistono così come i poveri. Ma Dio non ha voluto ascoltarlo. Ed ecco qua con che razza di Universo ci ritroviamo! Riuscirà Dio a farsi accettare da suo Papà? E suo Papà riuscirà a comprendere e capire il nostro povero Dio?’. (dalle note di maicol&mirco al libro IL PAPA’ DI DIO, Ed. Bao Publishing).
Questa è la trama nella sua scabrosa semplicità.
Ma nel testo originale, a dare ritmo alla narrazione è principalmente la pagina bianca. Un segno vertiginoso e prenatale in cui perdersi, scavando nel sognare di un Dio sgraziato e innocente, còlto nel Tempo della sua infanzia ribelle e sedotto dalla demonica urgenza di creare.
Se Pasolini auspicava nelle sue opere l’avverarsi della ierofania, cioè l’apparizione del sacro nel quotidiano, maicol&mirco disegnano l’epifania opposta, cioè l’apparizione del quotidiano nel sacro.
Il Teatro Rebis tenta una fallimentare sintesi: la congiunzione dei punti limite di questo doppio movimento, assumendo come fuochi di tale ellissi del pensar lontano, la comicità e la poesia.
Comicità tenera e sgangherata, ispirata soprattutto alla tradizione dell’avanspettacolo, filtrata da quelle avanguardie artistiche che si riconoscevano nella dialettica tra Alto e Basso, nobiltà stracciona e raffinato sberleffo.
Poesia seguendo l’assunto di Novalis: ‘Poetare è generare’. Abbiamo così tentato di penetrare le forme/parole germinali e telluriche di Dylan Thomas, come le visioni/preghiere/gorghi di Jakob Boheme, mistico e teosofo ciabattino del ‘600, che rintracciava l’origine del Bene nel Male e quella di Dio nel Nulla.
Dunque un’opera buffa che si trasforma in mitodramma, e viceversa.
Fondamentali in questo percorso sono state le collaborazioni con la scrittrice e filosofa del linguaggio Rubina Giorgi, studiosa tra l’altro delle relazioni tra mistica e poesia, con l’artista Frediano Brandetti, creatore di strutture oniriche e metamorfiche, e con la musicista e compositrice Lili Refrain, capace di connaturare una vocalità

Altri crediti: musiche Lili Refrain
scenografia Frediano Brandetti
progetto grafico Roberto Montani
consulenza poetica e filosofica Rubina Giorgi

Produzione: Teatro Rebis

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Il Teatro Rebis è un progetto artistico nato a Macerata nel 2003, diretto dal regista Andrea Fazzini e dall’attrice Meri Bracalente.
La poetica della compagnia è focalizzata su un linguaggio interiore, che guarda alla realtà da un punto di vista figurale, visionario, sbilanciato.
Vincitore dei premi: Claudio Gora di Roma, nel 2006, come miglior spettacolo con Il dolce miraggio di Ulisse; Rota in festival di Mercato San Severino (BN), nel 2007, come miglior spettacolo, miglior regia, migliore attrice protagonista, con Lucky e Pozzo; Fringe2Fringe di Napoli, nel 2009, con di una specie cattiva; finalista nel 2017 del Premio In-Box di Siena e vincitore nel 2019 del Premio come miglior drammaturgia al Festival Utovie di Macerata con Scarabocchi; Premio Internazionale 'Inclusione3.0', a cura di Unimc /Università degli Studi di Macerata nel 2021.
Ha rappresentato i suoi spettacoli in Italia e all’estero (Romania, Francia, Svizzera, Germania, Senegal) con partecipazioni ad importanti festival, tra i quali Sant’arcangelo dei teatri, Volterra teatro, Ars Amando, Nutrimenti Terrestri, Teatri di vetro, Orestiadi di Gibellina, Mirabilia Festival, Kilowatt Festival, Napoli Fringe Festival.
Sin dal principio il Teatro Rebis si dedica anche ad attività di divulgazione culturale e artistica, attraverso l’organizzazione di festival pluriennali (Limen Festival; Ci si incontra così, per miracolo; Che razza di sogni; Defigura, Al riparo di un tetto di fortuna, Puro Teatro) e la conduzione di numerosi corsi e laboratori rivolti principalmente alle scuole e a situazioni di marginalità sociale.
Tra i progetti condotti in ambito formativo, si distinguono quello realizzato con il Gruppo Teatrale
Clorofilla di Jesi, associazione composta anche da persone con disabilità fisica e cognitiva, con il quale si arriva, attraverso un lavoro pluriennale, alla realizzazione dello spettacolo Ombra profonda siamo, ispirato all’Ubu re di Alfred Jarry, e la collaborazione con l’ong G.U.S. di Macerata, con cui, attraverso percorsi laboratoriali, realizza spettacoli e documentari con migranti richiedenti asilo politico (Strano, Si parte da una mancanza, Dwo Boye, P. - Papier Paper Papel).
Con il sostegno del Centro per lo Sviluppo Creativo Danilo Dolci di Palermo, il Teatro Rebis sta svilpuppando un percorso laboratoriale che unisce il metodo educativo non formale della maieutica reciproca alla pratica teatrale – Ciascuno cresce solo se sognato – ideando e realizzando progetti in scuole di ogni ordine e grado.
Dal 2006 al 2015 ha gestito autonomamente il Teatro di Villa Potenza (Macerata), organizzando rassegne di teatro indipendente (Giochi d’alma, dal 2011 Palpitare di nessi), e incontri, seminari e laboratori teatrali condotti da alcuni tra i maggiori artisti della scena teatrale nazionale e internazionale.
Dal 2007 il Teatro Rebis fa parte del LGSAS (Libero Gruppo di Studio di Arti Sceniche), diretto da Claudio Morganti.
Andrea Fazzini è presidente dal 2004 di FOR.MA.T.I. (Forum Marche Teatri Indipendenti), ed è stato co-direttore del festival Non ho tempo e serve tempo, dedicato, dal 2006 al 2008, rispettivamente ad Antonio Neiwiller, Demetrio Strato e Danilo Dolci ed è attualmente Docente di Storia del Teatro e dello Spettacolo presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Macerata.
Le ultime produzioni sono Nella Moltitudine_poesie di Wislawa Szymborska, io non so cominciare_requiem per Danilo Dolci, spettacolo selezionato nel 2013 all’interno dell’e45 Napoli Fringe Festival, Signorina Else, dall’omonimo romanzo di Arthur Sczhnitler, Cosa vien dopo?, spettacolo per bambini tratto dalle poesie illustrate di Toti Scialoja, Scarabocchi e Il Papà di Dio, tratti dai fumetti di maicol&mirco, Un chant d’amour, progetto che prende spunto dai cosiddetti ‘fatti di Macerata’, accaduti tra gennaio e febbraio 2018, filtrati attraverso la pièce I Negri di Jean Genet, andato in scena in anteprima al Kilowatt Festival 2020.
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