Generi: Prosa

Tags: Cortázar, coniglietti, surreale

"Un efficace scrittore di racconti può sriverne di letterariamente validi, ma se qualche volta ha fatto l'esperienza di liberarsi di un racconto come chi si toglie di dosso una bestiaccia conoscerà la differenza tra possessione e cucina letteraria" (J.Cortázar)

"A una signorina a Parigi" nasce da un lungo studio dell'opera di Julio Cortázar iniziato nel 2011 con il primo lavoro "La salute degli infermi" e dall'esplorazione dei territori del fantastico e del perturbante.
Il fantastico non è inteso come evasione ma come mezzo per indagare la realtà a distanza, qui entra nella realtà senza sovvertirne le regole, senza prendere il posto delle strutture ordinarie della vita e proprio per questo ne interroga il senso: qual'è il confine tra amare un'abitudine e soccombervi?
Vediamo un uomo chiuso in una stanza che registra messaggi da inviare a una misteriosa signorina a Parigi cercando di confessarle la sua strana sindrome: da un momento all'altro si è messo a vomitare coniglietti.
È un uomo libero? La libertà è la perdita del controllo? la creazione è dannazione?
Non cercando di dare una risposta, non interessati a una lettura psicanalitica siamo arrivati altrove, "A una signorina a Parigi" è un viaggio nei territori dell'inconscio come del conscio, è un invito a guardare il mondo da un'altra prospettiva con l'ineffabile seduzione per l' "altro delle cose".

Altri crediti: Scenografia: Domenico Latronico
Ambientazioni sonore: Alessandra Chieli, Carlo Sperduti

Produzione: Compagnia Barone Chieli Ferrari