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A FUTURA MEMORIA

Compagnia RAUMTRAUM
Regia: Maura Pettorruso
Drammaturgia: Giulio Federico Janni
Attori: Pierpaolo Congiu Angelica Beccari
Trailer: Link
Anno: 2024
Adatto a: per tutti


Generi: Prosa

Tags: prosa, drammaturgia contemporanea, attori, filosofia, esistenza

Un vecchio attore si trova costretto su una sedia a rotelle a causa di una cronica infezione alle emorroidi. A prendersi cura di lui, una giovane attrice venuta al capezzale del maestro per apprendere l’arte e il mestiere del vecchio attore. Da sei anni vivono in stretta simbiosi. La giovane attrice è oramai una badante a cui - sporadicamente - il vecchio burbero maestro concede la possibilità di provare il monologo di Shakespeare che sta preparando. Tra i due è nata una routine abitudinaria, uno scorrere del tempo sempre uguale, un battibecco giocoso e traboccante. Il vecchio attore ordina, sproloquia, esige, rimbrotta. La giovane attrice esegue, succube e impotente. Eppure, il gioco di potere non è così definito: così come lei ha bisogno degli insegnamenti di lui, anche lui ha bisogno di lei. Questa routine snervante e grottesca viene interrotta dall’arrivo di un giornalista che vuole raccogliere il pensiero del maestro a cui è stata data un’importante onorificenza: l’intitolazione di una sala teatrale a suo nome. Rimasti nuovamente soli i due riprendono il loro ritmo quotidiano apparentemente inalterato.
A FUTURA MEMORIA è un testo che parla di vita e di morte, di senso della vita, di senso della morte. E’ un testamento di fine vita, una memoria da tramandare. Il gioco simbiotico tra i due protagonisti viene esasperato dalla regia attraverso un ritmo serrato, un uso convulsivo dello spazio. Il vecchio attore non si muove dalla sua sedia, viene mosso dalla giovane attrice. A lui è lasciato lo spazio della parola, a lei dell’azione fisica. Questa sinergia esaspera nella prima parte dello spettacolo la verve comica e grottesca della situazione in cui sono costretti. Elementi onirici irrompono nel linguaggio per dare voce a un mondo interiore nascosto. Il giornalista viene reso dall’attrice stessa che veste i panni di un essere quasi alieno che rompe la sacralità dello spazio al ritmo della musica dance. E’ lei stessa a interpretare il ruolo, come se questo fosse null’altro che un altro gioco perverso e intimo tra i due. La luce malata e fioca che disegna lo spazio scenico, così come i grigi elementi scenografici, viene investito alla fine da una luce calda che porta un vento carico di petali rossi. E’ il momento finale: il vecchio attore muore sereno mentre finalmente l’attrice recita il suo monologo e lo spazio si inonda di luce e di vita, di una natura che prevale proprio quando la morte soffia il suo ultimo respiro. Uno spettacolo ironico, a tratti comico e grottesco che scivola via via in un dramma poetico e consolatorio.


Altri crediti: Scene: Stefano Zullo
Costumi: Luciana Gravina
Luci: Federica Rigon

Produzione: Compagnia Raumtraum

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Essenziali, profondi, divertenti, emozionanti, ironici: questo dicono di noi. Attiva dal 2010 COMPAGNIA RAUMTRAUM porta i propri spettacoli nei teatri e festival italiani ed esteri riscuotendo un grande successo di pubblico. Da sempre ci guida il desiderio e l'urgenza di stare vicino alla gente parlando di temi contemporanei, stimolandola ad una più profonda contezza del proprio sentire quotidiano, contemperando linguaggi ed esperienze differenti. Sotto la direzione artistica di Giulio Federico Janni la compagnia sviluppa fin da subito la propria poetica per mezzo di una peculiare ricerca perpetrata attraverso la produzione di spettacoli di drammaturgia contemporanea per parlare, con ironia e poeticità, dell'incapacità di comunicare, dell'aver paura, del sentirsi irrisolti. Raccontare, insomma, di quegli esseri umani persi, andati, spiritati, fottuti. Quelli con l'anima in fiamme.

Sito web: www.raumtraum.it
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