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Plutone

elisabetta consonni
Regia: Elisabetta Consonni
Drammaturgia:
Attori: Marta Ciappina, Olimpia Fortuni, Masako Matsushita
Trailer: Link
Anno: 2023
Adatto a: per tutti


Generi: Danza, Performance

Tags: meditazione, concentrici, danza

Plutone nasce attorno al 21/12/2012: il mondo, secondo alcune opinioni, avrebbe dovuto finire invece ha continuato a cambiare.
Plutone nasce da una meditazione attorno all’idea di centro.
Plutone suggerisce l’idea di centro mobile e in continuo cambiamento attorno a cui si costruisce un sé e da cui si cerca una relazione con quello che sta fuori da sé.
Plutone, astronomicamente, ruota ai margini del sistema solare come pianeta non pianeta ma al contempo ha una densità tale che influenza la rotazione di Urano e Nettuno. Ha un periodo orbitale di 248 anni, quindi impiega tanto tempo prima di avvicinarsi.
Plutone, astrologicamente, rappresenta il potere in tutte le sue forme soprattutto quelle occulte, magiche, nascoste, quelle che chiedono all’iodi lasciar andare tutti i bisogni di apparire, tutte le illusioni di potere sugli altri e tutte le false strutture e i falsi obiettivi.
Plutone è individualità nella collettività. Plutone deve distruggere per rigenerare.
Plutone
è una composizione coreografica che esplora e provoca le relazioni centrifughe e centripete di tre corpi in movimento orbitale e costante nello spazio, una riflessione sulla cooperazione e la delicata fragilità dell’armonia, sulle musiche della compositrice Aftab Darvishi .L’interazione tra i corpi in movimento genera un paesaggio ipnotico e celeste, una serie di evoluzioni concentriche punteggiate da incontri effettivi e potenziali, tensioni attrattive e repulsive. Il paesaggio coreografico di
Plutone
è un paesaggio armonico, un sistema di precisi contrappesi e distanze: i corpi in movimento sono infatti al tempo stesso centro gravitazionale e satelliti, legati l’un l'altro da una duplice e dialettica dipendenza. Nessuno prevale, nessuna forza si impone sull’altra pena uno scontro fisico o una rottura dell’armonia.
Plutone
vuole essere una critica astratta alle gerarchie e alla prevaricazione come elementi costitutivi dell’organizzazione sociale e allo stesso tempo una rappresentazione contemplativa di un nuovo modello dove individualità planetarie e collettività sistemiche si compenetrano l’una con l’altra trasformando il conflitto in energie cinetiche trasformative. Un’utopia possibile, un ordine simbolico paritario e collaborativo, generato attraverso il filtro del femminile come posizionamento antitetico alla dualità oppositiva dei rapporti di potere.

Altri crediti: Choreography: Elisabetta Consonni Performance: Olimpia Fortuni, Masako Matsushita, Marta Ciappina Creation process with Alessandra Bordino Music: Aftab Darvishi Costumes: Lucia Gallone Production: Fondazione Teatro Grande di Brescia With the support of: Industria Scenica- Residenza Rifugio Everest, Santarcangelo Festival, Manifattura K.

Produzione: Production: Fondazione Teatro Grande di Brescia With the support of: Industria Scenica- Residenza Rifugio Everest, Santarcangelo Festival, Manifattura K.

File scaricabili:
Elisabetta.Consonni...Plutone_dossier.pdf

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Laureata in Scienze della Comunicazione con una tesi sulla costruzione sociale del corpo nella
danza, frequenta The Place- London Contemporary Dance School (2004-2005) e approfondisce
indipendentemente la ricerca in ambito performativo in Olanda (2005-2009) e in Polonia
(2013-2015). I suoi lavori Maquillage (2007), Fotoritocco (2012, vincitore di Presente Futuro
Palermo 2012), Plutone (2016) e And the colored girls say: doo da doo da doo da doo (2018,
vincitore di DNA appunti coreografici 2016 e Cross Award 2017 ) tenta di espandere la pratica
coreografica cercando dispositivi performativi per incorporare un discorso sociale.
Il suo attivismo in ambito sociale e civico, prende la forma artistica di un processo di ricerca dal
nome Ergonomica che dal 2013 indaga l'uso e il significato sociale dello spazio pubblico e la
declinazione delle competenze coreografiche nel lavoro con comunità fragili. All’interno del
progetto realizza le azioni site specific We want to become architecture e Go with the flow
(Polonia, 2014), la costruzione coreografata di Pompenpurg Park (Rotterdam, Biennale di
Architettura 2014), Il secondo Paradosso di Zenone ( 2016), Abbastanza Spazio per la più tenera
delle attenzioni (progetto per la Biennale Danza di Venezia 2016) e cura, assieme a Connecting
Cultures, il simposio Spazio Ergonomico (sempre nell’ambito di Biennale Danza 2016). Nel 2019
vince il bando Open- Creazione [Urbana] Contemporanea con il progetto site specific Ti voglio
un bene pubblico.
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