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LADYOSCAR

20 CHIAVI TEATRO
Regia: Ferdinando Vaselli
Drammaturgia:
Attori: Alessia Berardi Riccardo Floris
Trailer: Link
Anno: 2012
SINOSSI:
Due ragazzi, la cocaina, la periferia. Non sappiamo come si chiamino, non usano i loro nomi, sono Coso e Cosa, semplicemente “amò”. Sono in casa, nella brutta periferia di Roma, emblema di tutte le periferie d’Italia. Sono fatti, sempre. Vedono gli aerei passare sopra di loro, vorrebbero prenderli quegli aerei, sognano un cambiamento ma non riescono a fare neanche un passo. Ma degli aerei imparano tutti i nomi. Restano immobili. Si parlano addosso. Litigano per la dose, per la roba, per quel barista che ci ha provato. Litigano per un figlio che forse arriverà. Vagheggiano. Si muovono solo le loro parole, loro restano imprigionati nell’attesa di un futuro migliore, nella speranza di un cambiamento miracoloso, aspettando di vivere.
NOTE DI REGIA:
Un luogo fuori dalla città. Ai margini. Una periferia indistinta. Una provincia enorme che arriva fino a Roma caput mundi. Ma la capitale è solo periferia, una periferia di un impero che non ha più centro. Il centro è il denaro, la merce, il turbocapitalismo senza volto. Roma è erbacce e terra, terra ed erbacce. Sopra volano gli aerei. Atterrano e partono davanti a loro. Protagonisti Coso e Cosa. Chi sono? Una coppia di perenni adolescenti che non riesce ad attraversare la linea d’ombra dell’età matura, rinchiusi in un limbo, animati da un'energia, da un vitalismo, che non trova sbocco se non attraverso una violenza più o meno latente. Sono rinchiusi nel loro guscio da cui ogni tanto tentano di uscire. Senza la volontà di riuscirvi. Hanno storie diverse, vengono da due mondi che un tempo si conoscevano a malapena e si guardavano con estrema diffidenza se non con disprezzo. Adesso vivono mescolati, parlano la stessa lingua, il figlio di papà e la figlia della borgata. E non sono i proletari a desiderare di essere altro, ma è la borghesia che sembra essersi proletarizzata, spesso nelle forme, alcune volte nei contenuti. Delle loro provenienze non rimane che la memoria, dei loro mondi non rimane nulla, tutti e due ormai parlano la stessa lingua. La cocaina è il collante della loro relazione. Una droga per essere dentro e non per stare fuori. Prima la coca era la droga dei ricchi. Adesso è di tutti. La prende il muratore, la prende l'avvocato, la prende l'immigrato, la prende il politico, il giudice, il cassiere del supermercato, il dottore e l'infermiere, il ladro e il poliziotto, il professore e l'allievo. La coca non ha colore politico. La coca è democratica. O ancora meglio. La coca è un prodotto del mercato globale, è un brand alla pari dell’Iphone e di McDonald’s, non apre nessuna porta delle percezione, non è un surrogato della felicità, è piuttosto un surrogato della normalità. Una normalità fatta di “valori”, come dice Coso. E quali sono i valori? Quelli di una società arcaica e piccolo borghese che si fonde con una modernità senza riferimenti se non quello del denaro, una società in cui Coso e Cosa sanno di non essere protagonisti ma solo spettatori.

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L’associazione culturale 20chiavi, nata nel 2006, si è occupata di produzione, organizzazione e formazione nell’ambito dello spettacolo dal vivo con uno sguardo sempre attento al rapporto tra territorio e contemporaneità. Dal 2008 ha ideato IL Festival Storie di lavoro. Dal punto di vista della produzione i propri spettacoli sono stati rappresentati al teatro India, piccolo Teatro di Milano e Teatro della Tosse . Nell’ambito della formazione sono stati sviluppati progetti finanziati da Roma Capitale, Regione Lazio, Provincia di Viterbo, Thyssen Krupp di Terni e progetti di formazione europea della Regione Campania. Ventichiavi è vincitore del bando Officine Culturali della Regione Lazio per il biennio 2014/2016 con il progetto DISTRETTO/CREATIVO a Civita Castellana e delle residenze artistiche DM45 annualità 2015
Con lo spettacolo "50lire" vince il Premio Enrico Maria Salerno. Con "Ladyoscar" il Premio come miglior spettacolo al Troia Teatro Festival.
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