Generi: Prosa, Danza, Teatro-danza, Performance

Tags: funambolo Petit funambolismo corda anima

Cosa passa per la mente del funambolo durante la sua traversata? È un pensiero lineare, che come i piedi procede lungo una linea retta?
Cosa si prova a camminare sulle nuvole? Che pensieri suscita il brivido dell’inciampo?
Vorrei raccontare l’estasi e l’abisso: il bisogno di spingersi al di là dei propri limiti e l’incubo della caduta. Mi piacerebbe farlo attraverso storie di acrobati, dei loro successi e insuccessi (Philippe Petit, Tancrede Melet, Karl Wallenda), ma anche di chi si è spinto ancora più in alto (il Barone Rampante) o è caduto ancora più in basso (Icaro, Lucifero): storie di desiderio, ambizione e paura. Di un'umanità sempre in bilico fra l’alto e il basso, fra Bene e Male.

La danzatrice e coreografa Marina Rossi mi ha aiutato a dar corpo a questi pensieri, a creare un dialogo fra la testa e i piedi.
L’indagine di un’esperienza fisica reale (cadute, equilibri e disequilibri) ha innescato un processo di evocazione che ha portato a una prima messa in scena, sviluppata nel corso di un periodo di lavoro presso l’associazione TrEATRO Terre di Confine (maggio 2017).
In questa fase abbiamo collaborato con il tecnico Andrea Ghidini, che ha curato l’illuminotecnica dello spettacolo, e con lo scenografo Davide Sforzini, che si è occupato dei costumi e della scenografia. Abbiamo poi intervistato il funambolo Andrea Loreni, che ci ha parlato della filosofia che sta dietro la sua scelta di vita.
Lo studio che ne abbiamo tratto (dedicato alla figura di Philippe Petit e al suo “Manuale di Funambolismo”) ha superato la prima selezione del bando “Pillole 2018” ed è stato presentato in forma ridotta al Teatro Studio Uno di Roma. Nel corso dello stesso anno è stato inserito nella sezione “Mentor Room” al Premio delle Arti Lidia Petroni di Residenza Idra (BS). Ad agosto 2019 è stato scelto fra i finalisti del Palio Ermo Colle di Parma.

VIDEO INTEGRALE (studio del 2019): https://www.youtube.com/watch?v=fK2vWHG6Yi0&t=536s

Il prossimo passaggio sarà lavorare alla drammaturgia: vorremmo sviluppare l’aspetto narrativo dello spettacolo e renderlo più organico, senza tuttavia perdere la centralità del corpo sulla scena.
Parte integrante di questo processo sarà la colonna sonora: puntiamo su una partitura originale e organica, che sia in costante dialogo con il corpo e la voce dell’attore; per questo ci avvarremo della collaborazione della pluri-strumentista Joy Grifoni, che seguirà il lavoro di scrittura e produrrà un accompagnamento sonoro (contrabbasso e voce).

Altri crediti: WHERE IS MY SOUL? (studio)
di Michele D’Aquila ed Elisa Della Martire
con Michele D’Aquila
e la cura di Marina Rossi
luci: Andrea Ghidini
impostazione scenografica e costume: Davide Sforzini
con il sostegno di TrEATRO Terre di Confine

Produzione: TrEATRO Terre di Confine