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LCDF – le cose di fuori

Bottega di Mastro Porpora
Regia: Sergio Beercock
Drammaturgia: Sergio Beercock
Attori: Rocco Rizzo
Trailer: Link
Anno: 2017


Generi: Prosa, Performance, Altro

Tags: Improvvisazione, Prosa, Performance, Tragicomico, Dada

Durata: 45 minuti (variabili in eccesso x improvvisazione)

SINOSSI BREVE:

Cosa succede se un giorno ti risvegli in un luogo sconosciuto, sotto la superficie terrestre, senza la possibilità di risalire o di essere sentito? Svanito, ma vivo, un uomo usa la Fantasia e la Parola per ricordarsi di esistere, in una scatenata e colorata improvvisazione poetica.

SINOSSI COMPLETA:

Cosa succede se un giorno un uomo si risveglia in
un luogo sconosciuto, sotto la superficie terrestre,
senza la possibilità di risalire o di essere sentito?
Scomparso, ma vivo, sotto il naso di tutti. Come
vivere sapendo che il mondo continua senza di te?
Come farsene una ragione? Come si esiste, quando
si esiste solo per sé? Cosa succede, insomma, se
d'un tratto tu e tutta la tua storia cessate di esistere
per gli altri? La vicenda di un essere umano che si
pone tutte queste domande, e che ha trovato il modo
di resistere all'oblio. Raccontarsi le cose di fuori,
inventarsi la vita con l'aiuto di due soli punti di
contatto con l'Esterno: la pioggia e i suoni della città
che entrano da una piccola fessura nell'alto soffitto.
Unico essere vivente nel pozzo oltre all'Uomo: una
piantina cresciuta sul pavimento esattamente sotto
la fenditura. In un'apparente follia che non è altro
che la riscoperta della narrazione,
dell'improvvisazione e della gioia di sopravvivere, un
uomo si inventa il suo mondo per scampare dal
Nulla: un piccolo dio umile che crea per non morire.

– Dove sono? C'è bisogno delle nuvole. Di una feritoia
dalla quale scoli la pioggia. E invece sono qui,
incastonato nel buio. Brillo solo io: un bimbo muto
perché nessuno lo sente, immobile perché nessuno lo
guarda. Eppure c'è un lampo che infrange quel vetro,
[...] lo so. Una vita che accadeva solo a me, e io non lo
potevo immaginare. Dov'è il mio papà? E dov'è la mia
mamma? E dove mio fratello, mia cugina, le mie
fidanzate nude, le mie monete trovare per strada?
Sono tutti là fuori, ma non sono miei, lo so. Mi
tentano a impadronirmi di loro, a pensarli, a
inventarmi l'amore. –

Altri crediti: musiche di scena
Sergio Beercock

uno spettacolo originale realizzato in collaborazione con
Cavallerizza Irreale – Torino
POP ex-lavanderie Ramone – Torino
TMO - Teatro Mediterraneo Occupato – Palermo

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Perché “PORPORA“?
I Fenici, grandi pirati e commercianti dell’antichità, estraevano la porpora da un particolare mollusco per rivenderla come pigmento per le stoffe dei sovrani stranieri.
La porpora mescolata con la cenere dava vita ad una pasta violacea, più scura: il pigmento “viola” in poche parole.
Il VIOLA è per tradizione, in Teatro, il colore della Sfortuna, della Discordia.
Noi lavoriamo sodo per portare tanta sfortuna a chi ci crede.
La Bottega di Mastro Porpora non è necessariamente un luogo fisico, è una circostanza, una situazione che prende vita ogni volta che ci mettiamo in gioco, con l’obbiettivo di imparare e sperimentare sempre nuove forme di Teatro. Imparare come? Studiando. Sfogliando. Scrivendo. Elaborando. Confrontando. Incontrando i nostri maestri. Sudando. Sudando tanto. FACENDO, insomma. Il nostro è un lavoro sempre al gerundio.
La Bottega di Mastro Porpora è nata e ha sede ha Enna, per iniziativa di Sergio Beercock.
I suoi odierni membri sono Sergio Beercock, Noa Di Venti, Floriana Sabato, Giorgio Russo; al momento è in attivo con due spettacoli "LA TRAPPOLA" e "CIARLATANI DI SILENO".

Dicono di noi:
- Si nasce e si diventa insieme qualcosa di nuovo. Si lavora come semplici artigiani per rimuovere blocchi espressivi, per dare forma ad un’immagine. Teatro è ogni luogo, ogni cosa, ogni storia. Teatro è dentro ad una parola, una parola che diventa storia, un gesto che si mescola con quello di un altro, per caso, per destino, perché è perfetto così. La Bottega è una sorta di onda creativa che consente di entrare e di uscire quando si vuole. La storia è il tappeto su cui muoversi, l’unicità è data dall’istante in cui si lavora insieme. E’ un punto di approdo ideale e reale al tempo stesso, per chi vuole rivendicare il diritto alla fantasia, sapendo di essere pronti a fare teatro ovunque. Attori per il tempo di un sogno, attori per strada, attori con un sipario vero e proprio che si alza e cala, attori perché accade di esserlo. Ogni cosa ha un’anima, ogni cosa nella Bottega non sa di essere soltanto una cosa, sa di potere avere un ruolo ma soprattutto di potere cambiare quando serve o forse quando semplicemente vuole. Ogni persona che entra deve essere pronta a vivere una trasformazione, perché il teatro è trasformazione, perché la libertà è sapersi vedere altrove, tra le cose, nella gente. -
[Tiziana Tavella, giornalista]
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