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Quel noioso giorno d'estate

Habitas
Regia: Niccolò Matcovich
Drammaturgia: Niccolò Matcovich
Attori: Federico Antonello Francesco Aricò Riccardo Pieretti
Trailer: Link
Anno: 2017


Generi: Prosa

Tags: teatro contemporaneo, cronaca nera, l'odio

Si è appena fatta sera.
La panchina solitaria di un parco è il luogo dove Michele, suo fratello Francesco e il loro amico Antonio si incontrano per passare il tempo.
Sembra che non accada mai nulla.
Lo scarso rendimento scolastico, i problemi familiari e i primi rapporti con le ragazze portano i tre ad affrontare la vita con atteggiamento fiero e spavaldo, animati dal desiderio di mostrare al mondo di essere già uomini. Unico confortante riparo dove sfogare la rabbia adolescenziale è la passione per la musica rap.
Una storia apparentemente come tante, che si sgretola quando dalle ferite ancora sanguinanti del passato affiorano i ricordi dei ragazzi.
Le espressioni forti e il linguaggio crudo sono specchio della rabbia e del rancore che i tre provano nei confronti di una vita amara, colpevole di averli fatti crescere troppo in fretta: i ragazzi si sentono già adulti e cercano di dimostrarlo trasformando le chiacchiere in passatempi più pericolosi.
E’ proprio la necessità di sentirsi vivi e adulti nel presente che li porta a giocare con Mr. Jogging…

Ispirato a un reale fatto di cronaca, l’atto unico presenta con la giusta dose di crudele umanità una storia scomoda, che vi chiamerà ad essere testimoni di quello che accadde durante quel noioso giorno d’estate.
Una panchina qualsiasi in un parco qualunque, potrebbe trattarsi di quello che si trova sotto casa vostra, lo stesso in cui andate a correre tutte le sere.
Per Antonio, Michele e Francesco il parco è un regno e la panchina il trono, troppo grandi per provare paura, troppo giovani per dimostrare rimorso…
Ci si annoia, aspettando di crescere.

Altri crediti: scenografia Davide Germano
assistente scenografia Federica Foschia
ufficio stampa Marta Scandorza
grafica Eleonora Danese

Produzione: Compagnia Habitas

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Habitas nasce al tramonto del 2015 da un’idea di Niccolò Matcovich, autore e regista, e Livia Antonelli, attrice.

L’origine del nome deriva dal desiderio di mettere al centro del lavoro artistico l’abitare gli spazi, concreti e metaforici, del teatro. La scelta della seconda persona vuole invece porre l’accento sul “tu” come soggetto protagonista. “Tu abiti”, quindi, è un invito universale e diretto, che coinvolge tutti i partecipanti del mestiere teatrale: artisti, tecnici e, non ultimi, spettatori.

Habitas è una realtà in movimento, che parte dall’idea di condivisione totale del processo artistico, aprendo le porte a chi volesse partecipare non solo degli esiti produttivi della Compagnia ma anche della progettazione e gli sviluppi del lavoro in sala. Non casuale è infatti la sede scelta come piattaforma di lavoro, l’Ex 51 di Valle Aurelia (Roma), piccolo porto che, nel rispetto di chi lo abita, è viavai di persone, incontri, confronti.

Il lavoro della Compagnia si concentra principalmente sulla drammaturgia contemporanea, soprattutto inedita, e su progetti collaterali che nascano dal confronto diretto con realtà periferiche o marginali.

L’obiettivo è fondere un teatro di stampo tradizionale con i linguaggi del contemporaneo, in una sintesi che abbia come cardine la comprensibilità e l’universalità di ciò che raccontiamo. Un teatro, quindi, pop-olare. Da qui il logo, la cui figura centrale, archetipica, è il cerchio, reso doppio per rafforzare l’idea di pluralità e complementarietà, nonché dinamico e aperto, ad abbracciare, senza fagocitare, la scritta habitas, il cui puntino rosso sulla i sottolinea la nostra voglia giocosa, discreta e determinata di fare teatro, come un piccolo naso di clown.
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