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Giardinetti

Il Mulino di Amleto
Regia: Regia di gruppo
Drammaturgia: Drammaturgia di gruppo, parole di Fabio Bisogni
Attori: Fabio Bisogni, Marco Lorenzi, Barbara Mazzi, Alba Maria Porto
Trailer: Link
Anno: 2015


Generi: Teatroragazzi (3-10)

Tags: Famiglia, Immaginazione, Realtà, Gioia, Solitudine

GIARDINETTI è una favola moderna sull'ecologia dei sentimenti, intesa come studio dell'ambiente interiore che anima l'infanzia (dei figli) e l'età adulta (dei genitori): emozioni, desideri, energie istintive, lotte, immaginazione esplosiva, cura del sé.
Candy, una curiosa e vivace bambina, trascina ai giardinetti la sua mamma, un'elegante signora perennemente al cellulare. Vuole giocare, saltare, incontrare nuovi amici ma, per caso o forse no, si ritroverà improvvisamente sola. Persa e un po' impaurita andrà in cerca della mamma immergendosi in un mondo sospeso tra immaginazione e realtà, pieno di strani personaggi: un piccione magico, un coro di mamme in cerca dei figli, un bimbo portiere un po' imbranato, una bimba vestita come lei che le insegnerà a sognare.
Candy attraverserà la paura della solitudine trasformandola in sorriso, smarrendosi in se stessa per vedersi meglio.
Anche la sua mamma, sperduta nel “giardinetto” molto più di lei, vivrà avventure e incontri difficili che affronterà in modo adulto e, a volte, un po' grottesco.

Lo spettacolo è strutturato per frammenti e in questo senso a noi piace definirlo uno spettacolo post-moderno. La frammentarietà della trama è data dalla struttura stessa che procede per quadri, per capitoli, che hanno come comune denominatore un unico luogo: i Giardinetti. Queste diverse scene sono nodi drammaturgici di un filo narrativo primario: la storia di Candy e della sua mamma ai giardinetti. In questo luogo diversi personaggi intrecciano le proprie storie.
La struttura a quadri fa sì che l’azione sia continuamente interrotta, congelata, sostituita da un’altra azione, da un’altra storia, per poi essere nuovamente ripresa. I frammenti ricompaiono lì dove si erano lasciati, ricostruiti adesso dallo sguardo del giovane pubblico, cui spetta la funzione di dare senso, di sommare le cose.
Ne risulta un linguaggio stimolante, spiazzante e stratificato, che attiva guida e sveglia emozionando lo spettatore adulto e bambino. Il bambino viene stimolato a partecipare, pensare e capire cosa sta accadendo.

GIARDINETTI è nato all'interno del progetto D.N.A – Drammaturgie non allineate, promosso da Unoteatro, in un arco temporale che va dal 20 novembre 2013 al 16 ottobre 2015.
Il punto di partenza del lavoro è stato il giardinetto urbano, osservato in modo neutro da ogni singolo componente della compagnia. Questa prima fase di lavoro e raccolta di appunti e temi ha permesso di raccogliere una serie di frammenti, eventi, rapporti, personaggi, situazioni, immagini, azioni, parole, che si sono tradotti nel linguaggio scenico dello spettacolo. Il giardinetto è così diventato un luogo metaforico di gioco, incontro, scontro, lotta, gioia, fuga, sfogo, svago, libertà, immaginazione e fantasia.
Parallelamente ci sono stati incontri nelle scuole, laboratori pratici e interviste ai bambini.

Altri crediti: Luci e fonica: Giorgio Tedesco
Foto di scena: Giorgio Sottile

Produzione: Il Mulino di Amleto

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‹‹Affrontare i classici come fossero testi contemporanei e i testi contemporanei come fossero testi classici››. Su questo duplice percorso si muove dal 2009 Il Mulino di Amleto, compagnia considerata tra le più interessanti della nuova generazione teatrale. Tra le produzioni della Compagnia: Gl’Innamorati di Goldoni (2014), L’albergo del libero scambio da G. Feydeau (2015) in co-produzione con il Teatro Stabile di Torino. Sempre del 2015 è M. Una scanzonata tragedia postcapitalistica da B. Brecht. Nel 2017 debutta Il Misantropo di Molière. Una commedia sulla tragedia di vivere insieme, in collaborazione con La Corte Ospitale e vincitore del premio del pubblico Theatrical Mass di Campo Teatrale. Sempre nel 2017 la compagnia è tra i
15 finalisti del Premio Scenario. Nel 2017 debutta Ruy Blas. Quattro quadri sull’identità e sul coraggio da Victor Hugo, co-prodotto con TPE–Teatro Piemonte Europa, vincitore di SIAE Sillumina e segnalato da MilanoTeatri come uno dei migliori spettacoli della scorsa stagione. Nel 2018 debutta Platonov. Un modo come un altro per dire che la felicità è altrove, riscrittura della prima opera di Cechov, una
produzione Elsinor Centro di Produzione Teatrale, TPE-Teatro Piemonte Europa e Festival delle Colline Torinesi, con il sostegno di La Corte Ospitale.
Platonov ha vinto il concorso Last Seen 2018 di Krapp’s Last Post, come migliore spettacolo dell’anno. Inoltre, è stato segnalato da MilanoTeatri e da Birdmen Magazine come uno dei dieci spettacoli imperdibili del 2019.
Attualmente lo spettacolo è candidato alla Finale del Premio Rete Critica 2019
(Padova, 6 dicembre 2019). Nel 2019 ha debuttato a Milano a Campo Teatrale Senza Famiglia, prodotto da ACTI Teatri Indipendenti, con il sostegno di Campo Teatrale e del Centro di Residenza della Toscana (Armunia Castiglioncello-CapoTrave/Kilowatt) e il supporto di Residenza IDRA (CURA 2018).
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