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Soglie

Is Mascareddas
Regia: MARCO SANNA
Drammaturgia: MARCO SANNA
Attori: ANTONIO MURRU - MAURO PALMAS
Trailer: Link
Anno: 2015


Generi: Teatroragazzi (10-99)

Tags: soglie, is mascareddas, burattini, migranti, musica dal vivo

Un uomo sulla spiaggia, portato dal mare, di cui non sappiamo nulla. Come una cosa buttata li, un relitto, un rifiuto corroso e smussato dalle onde, di cui si sono persi i contorni netti, qualcosa non più riconoscibile a cui non sappiamo dare un nome, che ha perso la sua funzione originale e adesso sta li davanti ai nostri occhi in attesa di una nuova identità.
Inizia così la nostra storia, come quella dei tanti invisibili che sbarcano sulle coste Italiane e attraversano la penisola da sud a nord per raggiungere il confine. Fantasmi, a cui viene assegnata un'identità solo nel momento in cui li si arresta e li si rinchiude, con l'unica colpa di aver esercitato il proprio diritto alla sopravvivenza, nessuno li cerca, ogni istante della loro esistenza è priva di certezze.
Lo spettacolo narra la storia di uno di loro, cerca di rendergli giustizia, ricostruisce la sua parabola umana, dalla partenza piena di sogni fino al rimpatrio forzato. Nel mezzo c'è stato un naufragio e Amal (questo è il suo nome) è stato il solo a salvarsi, la morte lo ha tenuto a galla e giocato con la sua vita, gli ha mostrato il destino dei tanti come lui che non ce l'hanno fatta.
La morte è facile alle distrazioni, si diverte con la musica, ed è questa a distrarla mentre Amal è in balia del mare. La musica arriva da molto lontano, da quello stesso luogo nell'Africa nera da cui Amal è partito, è suo nonno che canta canzoni alla luna, che intercede con sorella morte chiedendogli di prendere il posto di suo nipote. Andrà così infatti Amal si salverà grazie al sacrificio del nonno, arriverà in Italia, che forse non è neanche la nazione che desiderava come meta, finiranno li i suoi sogni e rimandato a casa, cioè in un punto qualsiasi di madre Africa, tanto è uguale, tanto sono tutti uguali.
Lo spettacolo è costruito su un doppio registro, da una parte la storia di Amal e del suo tragico viaggio, dall'altra una serie di personaggi che vivono una storia parallela, con i tipici equivoci della commedia all'italiana. Questo secondo piano s'interseca solo superficialmente con il primo, allo stesso modo in cui le nostre vite sono appena scalfite dalle orde di disperati che sbarcano sulle nostre coste, di cui ci accorgiamo solo nel momento in cui i loro viaggi si trasformano in stragi. I burattini, che saranno il cardine e la cifra stilistica dell'intero lavoro, sono da sempre espressione popolare per eccellenza, a loro sarà affidato l'onere di far vivere la storia attraverso le voci meno colte della nostra Italia, con quel tocco di irriverenza e sarcasmo tipico della loro tradizione. Il terzo piano del lavoro è quello della coscienza, incarnata direttamente dal burattinaio, che costantemente si sposta da dentro a fuori la rappresentazione, esprimendo tacitamente la sua costante esitazione, la sua inadeguatezza nei confronti di un dramma davanti al quale scopriamo ognuno la nostra inutilità.

Produzione: SARDEGNA TEATRO - IS MASCAREDDAS

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Nei primi anni di attività, trascorsi a Cagliari in un piccolo laboratorio nel quartiere Castello, tengono banco i varietà musicali per burattini e marionette. Sempre degli anni ‘80 i primi spettacoli tratti da opere letterarie come "La Giara" (1986), sulla scorta di una riduzione della novella pirandelliana realizzata l'anno prima insieme ad un gruppo di detenuti del carcere minorile di Quartucciu (CA). In quel periodo i principali materiali utilizzati per le creazioni sono la cartapesta, il ferro, la stoffa e la gommapiuma.

Nel 1993 nasce Areste Paganòs, la prima maschera burattinesca sarda protagonista di storie calate nella realtà locale. E il pubblico alterna la risata alla riflessione su temi come la faida e il banditismo. Del 2000 è lo spettacolo "Chi ha paura della Mortadella?", piéce con cui Is Mascareddas riesce a sfidare il sommo tabù della società contemporanea: la morte. Nello stesso anno debutta "Rebecca", il primo spettacolo senza parole, dove la narrazione è affidata al movimento dei pupazzi con un accompagnamento musicale. A metà degli anni 2000 le teste vengono scolpite in legno di cirmolo e la compagnia affina lo studio sulla fisionomia dei personaggi.

Is Mascareddas varca a più riprese lo schema semplice del teatro di figura (la baracca, una muta di burattini, il burattinaio e la piazza) e si presta a dialogare con altri linguaggi artistici. Prima la miscela "puppets e jazz", rappresentata da due spettacoli: "Una notte in Tunisia" (1987), presentato due anni dopo a Berchidda alla II edizione di Time in jazz e "Siparietto", del 1992. Poi l'incontro con la musica lirica, negli allestimenti de "Le finte gemelle" (2002), in collaborazione di Teatro e/o Musica e del "Don Pasquale", per il Teatro Lirico di Cagliari (2008).

Nel 2007 il primo spettacolo di marionette senza fili manovrate a vista. Compaiono le sculture animate di "Giacomina e il popolo di legno", allestimento che rende omaggio all'opera di due maestri dell'alto artigianato artistico sardo del Novecento come Tosino Anfossi ed Eugenio Tavolara. Nel 2009 la compagnia sperimenta il teatro di prosa unito a quello d'animazione con "Le Mosche" (2009), sequel teatrale del romanzo di William Golding "Il signore delle mosche", l'anno successivo riaccende la vena espressionista con la piéce senza parole "A regime di Brezza". Chiudono la variegata rassegna di linguaggi drammaturgici e di tecniche di animazione gli spettacoli di narrazione con marionette da tavolo come "Doni" (2008) e Filò (2012). Successivamente la compagnia si cimenta con temi particolarmente attuali realizzando nel 2013 Oscar va in città (sulla sicurezza stradale), nel 2014 e Venti Contrari (omaggio alle sorelle Coroneo) per poi avviare nel 2015 la collaborazione con Sardegna Teatro e la coproduzione di Soglie (sulla tragedia dei migranti) e la donnina che semina il grano (sul rispetto dell’ambiente).
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