Generi: Teatro-danza

Tags: Dante, Gradowski, Pasquini, Symphonia, Acqua

"DANTE SYMPHONIA - Forme d’acqua nella Commedia" è uno spettacolo di teatro, musica e danza prodotto dall’Associazione culturale Xenia e ideato nell’estate del 2015 dal regista Paolo Pasquini (www.paolopasquini.it).

Atto unico della durata di 60 minuti, lo spettacolo è stato presentato in Prima nazionale nel luglio 2015 alla Rassegna «I Concerti nel Parco», storica manifestazione dell’Estate romana, all’interno di un cartellone di dodici serate, in cui erano presenti, tra gli altri, Ute Lemper, Uri Caine, Paolo Fresu e Peppe Barra (www.iconcertinelparco.it). È stato poi replicato, sempre nell’estate 2015, per il Festival Teatri di Pietra nella cornice dell’Anfiteatro romano di Sutri (www.teatridipietra.org).

Lo spettacolo rielabora una precedente lettura/concerto in dieci scene, per soli due attori, sempre diretta da Paolo Pasquini, già presentata più volte in Italia e all’estero: Ankara, Avellino, Bologna, Forlì, Lyon, Marseille, Mende, Pisa, Roma, Strasbourg, Toulon.

Il regista ha affidato questa nuova opera ai nove migliori artisti premiati nelle prime cinque edizioni del Festival Dantesco (www.festivaldantesco.it), Concorso Nazionale per giovani interpreti della Commedia, patrocinato dalla Società Dante Alighieri. Protagonisti sono sette attori-coreuti e due musicisti (autori ed esecutori delle musiche originali), tutti tra i 20 e i 25 anni.

Lo spettacolo propone un viaggio vocale e musicale all’interno della Commedia dantesca lungo l’elemento acqua e le sue metamorfosi, in un itinerario di progressivo disgelamento: dal ghiaccio dei traditori, e di Ugolino, attraverso la pioggia di Ciacco e il mare di Ulisse, fino alla rugiada della spiaggia del Purgatorio, ai fiumi salvifici del Letè e dell’Eünoè, e alla neve che al sol si «disigilla» dell’ultimo Canto del Paradiso (passi danteschi tratti da Inferno Canti I, VI, VII, XII, XXVI, XXXII, XXXIV - Purgatorio Canti I, II, XXVIII, XXXI, XXXIII - Paradiso Canto XXXIII).

Al filo dantesco - che propone una riflessione sulla vendetta di Dio e sul suo superamento purgatoriale - si sovrappone una cornice narrativa che colloca i sette attori-coreuti all’interno di una dimensione “concentrazionaria”, prigionieri e vittime predestinate di un’implacabile macchina della morte. Ripercorrendo quanto fatto realmente nel 1943-44 dal prigioniero Salmen Gradowski, membro del Sonderkommando di Auschwitz, i sette affidano la loro sete di vendetta ai posteri: attraverso messaggi sepolti sottoterra dentro a borracce di alluminio, chiedono loro, infatti, la punizione spietata dei carnefici.

La seconda parte dello spettacolo tenta invece, al seguito dell’itinerario purgatoriale dantesco, di esplorare l’ostico e contraddittorio sentiero del superamento della logica sadico-punitiva, nella prospettiva della conquista di un superiore sguardo di 'pietas' sull’umanità e sul senso del suo cammino.

Produzione: Associazione culturale Xenia