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I am a shape, in a shape, doing a shape (Versione italiana)

Barbara Berti
Regia: Barbara Berti
Drammaturgia: Barbara Berti / Carlotta Scioldo
Attori: Barbara Berti
Trailer: Link
Anno: 2016


Generi: Danza

Tags: Percezione, apertura, unita', pubblico, flusso

I am shape, in a shape, doing a shape trae origine da uno studio sull’empatia tra un essere umano e un cane. Un flusso di movimenti e parole, un linguaggio con cui Barbara Berti, attraverso un repertorio di sequenze in parte scritte e in parte improvvisate, esplora l’interazione con il pubblico. Un esperimento coreografico di sensibilità che amplifica ogni minima variazione di energia nell’ambiente. Una sequenza di azioni in cui si susseguono cambi di atmosfera veloci e imprevedibili, tra il lirico e l’umoristico. La creazione si avvale di un metodo di ricerca elaborato dall’autrice dal 2013 e centrato sull’esplorazione delle connessioni invisibili tra corpo e mente, attivate in tempo reale dalla performer e dagli spettatori in una sorta di interazione dialogica tra i rispettivi spazi interiori. Tale metodo è già, nel suo attuarsi, uno specifico linguaggio coreografico, una precisa cifra stilistica dell’autrice, che pone al centro dell’indagine il pubblico come necessaria e imprescindibile polarità dell’atto performativo.


«I am shape, in a shape, doing a shape è una sottilissima pratica di presenza. Un mettersi in condizione di apertura rispetto alla corrente di micro-informazioni che proviene dal pubblico convocato. La performer si fa medium, o sciamana, nel rinegoziare la propria identità e nel depositare quanto accade in partiture coreografiche istantanee, essenziali e imprevedibili. Qui non si tratta di spettacolo, ma di una ricerca che si assume - non senza autoironia - il rischio costante del fallimento» (Fabio Acca).

Produzione: Barbara Berti con un sostegno di Tir danza. Un grazie a Mosaico Danza, Fienile Fluo' per le residenze

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Nata a Bologna e residente a Berlino, Barbara Berti è danzatrice e coreografa. Dopo una prima formazione come graphic designer, si è avvicinata alla arti performative collaborando con artisti, performer e danzatori quali Judith Seng, Tino Seghal, Gabi Schilling e Isabelle Schad. Contestualmente ha sviluppato una propria dimensione autoriale nell’ambito della danza contemporanea, elaborata in un personale linguaggio coreografico grazie al contributo di discipline ibride quali istant composition, body-mind centering, meditazione e contact improvisation. Nelle sue creazioni è centrale la ricerca sull’empatia cinestetica e la trasmissione dell'esperienza fisica del performer in un rapporto di forte interazione con il pubblico.
Nel 2014 ha vinto il premio giuria del festival 100° Berlin con I am a shape, in a shape, doing a shape, selezionato nel 2016 alla Vetrina italiana della Giovane Danza d’Autore. Da novembre 2016 è un’artista sostenuta da TIR Danza.
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