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i ciechi

cantieristupore
Regia: massimo finelli
Drammaturgia: adattamento e rielaborazione da: "I ciechi" (1890) di M. Maeterlinck
Attori: Fabio Faliero Vincenzo Liguori Michelangelo Esposito Valeria Impagliazzo Lisa Imperatore Giovanni Esposito Cinzia Annunziata Valentina Iniziato Antonio Torino
Trailer: Link
Anno: 2016


Generi: Prosa

Tags: finelli, teatro, ciechi, eger, meucci

sinossi
Un gruppo di ciechi, smarrito in un selva, aspetta il ritorno della guida, un vecchio prete morto a loro insaputa. Il tempo dello spettacolo si consuma nell' attesa, mentre l'imprevedibile è alle porte. Qualcuno prega: "Dio Mercato che sei altrove, dacci oggi la nostra de-realizzazione quotidiana, de-evolvici, de-civilizzaci. Dacci numeri, algoritmi, ferocia matematica e accumulazione di niente in forma di denaro, trasforma le forme fisiche in dissolvenza d'immagini, nascondi la verità ai nostri occhi e facci sparire nel buco nero dell'accumulazione finanziaria."

note di regia

I Ciechi raccontano di noi. Il testo originale è del 1890, letto da sempre come metafora della morte di un dio invocato e assente. Oggi la questione è un'altra: dichiariamo tutti la necessità di una guida, ma ne facciamo tranquillamente a meno. La credenza non dichiarata è quella nell'infallibilità di un sistema finanziario che ha gli stessi attributi di Dio: onnisciente, onnipotente, invisibile. I "doni" offerti dal mercato dei beni consumabili e infinitamente ri-creati (che cos'è la possibilità di rimpiazzare un cellulare con un altro se non l'equivalente di una resurrezione) sono la manifestazione della sua bontà. La pubblicità non dice altro che: Dio/Mercato è Amore. Le nostre esistenze virtuali (si comincia a pensare a chi erediterà il nostro profilo post-mortem) sono una beatificazione in vita.

Il supporto materiale è semplicemente infelice; più o meno tutti facciamo quotidiani test di resistenza; fino a quando reggerà il sorriso al pungolo della rabbia e della depressione? Gli stati nazionali testano le frontiere, anche loro.
Al'interno la situazione si approssima a quella di un condominio (ben gestito) con i vicini che iniziano ad averne abbastanza l'uno dell'altro: odii invisibili.

Che accade in scena? E che può mai succedere? La conversazione evita il silenzio, ma è chiaro che non se ne può più.
Maeterlinck chiudeva la pièce con un'invocazione: "Abbiate pietà di noi!"; i nostri sussurrano: "Non abbiate pietà di noi...".
La speranza è l'ultimo inganno.

Altri crediti: musiche originali: duilio meucci
aiuto regia e voce f.c.: patrizia eger

Produzione: cantieristupore

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Cantieristupore è il nome di un gruppo costituitosi di fatto intorno all’allestimento dello spettacolo Puccetto e Olopierno, presentato in anteprima assoluta a Napoli presso il teatro Elicantropo, nella stagione 2008/2009. Successivamente, tale gruppo si è arricchito di ulteriori collaborazioni per configurarsi come Associazione culturale, con sede a Napoli, operante nel campo del teatro di ricerca, innovazione e formazione.
Il nucleo stabile è formato da Massimo Finelli (attore/regista), Massimo Maraviglia (drammaturgo/regista) Caterina Leone (musicoterapeuta) e Patrizia Eger (attrice).
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