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STRAPPATEMPO la mirabolante avventura della storia della musica

PIPA E PECE
Regia: Titino Carrara
Drammaturgia: Titino Carrara, Giorgia Antonelli, Giovanni Bonato
Attori: Giorgia Antonelli Damiano Grandesso Stefano Papa Massimiliano Girardi Livia Ferrara
Trailer: Link
Anno: 2016


Generi: Teatroragazzi (8-100), Prosa

Tags: Musica, Storia, Teatro

La mirabolante avventura della storia della musica salpa da un futuro non così lontano, dove lo scontro tra il suono accelerato della tecnologica Città di Vetro e il suono profondo della primitiva Città Nera ha strappato il tempo. Un’intrapresa rocambolesca per ricucire lo strappo, una caccia al tesoro dei suoni del tempo: dal genio di Mozart alla musica di Rossini, dal canto gregoriano al rock dei Queen, dalla complessità di Beethoven alla spontaneità di un coro alpino. Un viaggio per riscoprire, assieme, l’universalità e l’immediatezza della musica di ogni tempo, per ritrovare, assieme, un tempo dedicato all’ascolto.
In scena la musica del Milano Saxophone Quartet si fonde alla parola di Giorgia Antonelli, interprete ed autrice del racconto. La regia di Titino Carrara dà vita ad una partitura teatrale – musicale, un continuo scambio di linguaggio fra la voce e le infinite sonorità di quattro sassofoni. La drammaturgia musicale è stata ideata e composta dal Maestro Giovanni Bonato, le musiche sono interamente eseguite dal vivo dal Milano Saxophone Quartet con arrangiamenti originali.
LA STORIA
Un tempo la terra era avvolta da un manto sonoro.
Un’armonia di istanti sonori incoraggiava la vita.
Poi iniziò il cantiere perenne della Città Verticale di Vetro: una quotidiana sfida al cielo coi suoi bracci meccanici.
La vita scorre ad un ritmo accelerato di suoni scomposti e tapis roulant, scale mobili, ascensori.
Ai piedi della Città di Vetro si è stratificata una corazza di cose buttate via: è la Città Nera.
La vita pulsa ancora, ma ad un ritmo sempre più lento di suoni duri e pesanti.
Mila vive al milionesimo piano della Città di Vetro e conosce solo il suono frammentato della tecnologia; Dore, nella sua tana sotto la corazza, respira solo il suono soffocato della sopravvivenza. Ma un giorno entrano in contatto grazie ad un telefono di barattoli e corde teso da una Città all’altra.
I loro sogni, le loro emozioni si rincorrono lungo il filo e poco alla volta danno vita a una piccola musica sospesa tra i due mondi.
Ma le due Città continuano a spingere in direzioni contrarie, una cresce ed accelera, acuta e affilata, l’altra rallenta, profonda e brutale, le due forze opposte spezzano i suoni, il meccanismo si inceppa, la terra si svuota... il tempo si strappa.
Tutti gli uomini, smarriti, perdono l’orientamento, tutti tranne Dore e Mila, legati dalla loro piccola melodia.
A loro il compito di ricucire il tempo interrotto, alla ricerca delle musiche delle piccole cose. Le troveranno nelle viscere della terra, dove è custodito il tesoro delle sfere del tempo. Nel loro cuore luminoso i ritmi vitali, le armonie ideali che l’uomo ha inseguito nella storia.
È il tempo dell’ascolto, di sé e degli altri, per ritrovare quell’armonia, tra uomini e cose, che ci ricorda quello che volevamo essere: non automi futuristici in un’asettica Città di Vetro e nemmeno animali primitivi in una brutale Città Nera.
Forse, semplicemente, uomini.

Altri crediti: Strappatempo ha debuttato il 14 luglio 2016 ad OperaEstateFestival.

Produzione: Pipa e Pece e Milano Saxophone Quartet

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Ogni volta che si declina il nome dell’associazione, Pipa e Pece, la gente sorride: è un nome simpatico, ci si può giocare… Ma non tutti sanno che…
La “PIPA A PECE” era un trucco teatrale: un barattolo con un lungo cannello, una sorta di grossa pipa contenente pece greca tritata finissima; il coperchio aveva dei forellini e un moccolo di candela; si soffiava nel cannello, la pece, leggerissima, volava attraverso i fori del coperchio e, a contatto con la fiamma della candela, esplodeva in fiammate alte quanto il vigore della soffiata… Si apriva una botola e appariva il Diavolo nelle sacre rappresentazioni. Un pezzo di storia del teatro antico ma ancora efficace: la fiamma.
Perché: “il Teatro vive solo se brucia”.
Pipa e Pece si propone di dare vita ad una riflessione insieme alle nuove generazioni, nate e cresciute nella mutazione, alimentata dal lascito di chi ci ha preceduto, ma che cavalchi il flusso delle trasformazioni dell’oggi.
Attinge quindi alla tradizione per alimentare quel carico di umanità e fantasmagoria che il nostro immaginario rischia di perdere.
Acquisisce poi forme nuove per sviluppare la finzione scenica come ricerca di verità, ossigeno per un tessuto sociale fertile di cambiamenti.
Pipa e Pece nasce nel 2013 dalla volontà di Titino Carrara e Giorgia Antonelli di inseguire un Teatro che vive nella relazione con il pubblico.
Nei nuovi linguaggi e in un serrato rapporto con la musica e con le opere letterarie, Pipa e Pece trova una nuova via di incontro con i pubblici.
Il sodalizio con il Milano Saxophone Quartet guidato dal Maestro Giovanni Bonato, restituisce spettacoli, narrazioni, incontri (anche dedicati agli spettatori giovanissimi) ricchi di forza e di vitalità.
In scena la musica del Milano Saxophone Quartet, composto da Damiano Grandesso, Stefano Papa, Massimiliano Girardi e Livia Ferrara, si fonde alla parola dell’interprete Giorgia Antonelli.
La regia di Titino Carrara dà vita a partiture teatrali – musicali dove gli attori diventano musica e la musica diventa teatro, in un continuo scambio di linguaggio fra la voce e le infinite sonorità di quattro sassofoni.
Il Maestro Giovanni Bonato è l’ideatore delle drammaturgie musicali.
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