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IL RE RIDE

OSSERVATORIO PALESTINA
Regia: LUISA GUARRO
Drammaturgia: LUISA GUARRO
Attori: FRANCESCO CAMPANILE, LUCA DI TOMMASO, LUCA GALLONE
Trailer: Link
Anno: 2014


Generi: Prosa
IL RE RIDE è una riflessione sul potere in forma di nera clownerie. Accompagnata da musiche di Tom Waits e Nick Cave, ha per protagonisti dei clown, uomini in quanto tali, pallidi perché destinati alla morte, con segni evidenti sul viso della passata infanzia e delle emozioni più remote. La nostra favola dark è una rilettura della leggenda campana dell’UCCELLO GRIFONE, storia di un fratricidio per il potere; Di questa leggenda vengono ribaltati presupposti e finale, in base ad un principio di contemporaneità, mutuato dalla filosofia esistenzialista di M.Heidegger. In antitesi con quanto insegnato dalla vecchia favola, tale principio decreta l’assenza di verità assolute, fa di ogni storia il dispiegamento di una scelta ontologica originaria e arbitraria, e fa del bene e del male, del bianco e del nero, non due differenti qualità dell’animo umano, ma due facce del medesimo sistema impersonale, che irretisce e condanna al pianto. Il pianto è disperato, i clown hanno lacrime nere che solcano il viso, poiché per sbarazzarsi del nero è necessario sbarazzarsi del bianco: le proprie certezze, gli affetti, il nutrimento, la propria casa.
Secondo l’antica leggenda vive nei boschi delle terre del nord l’Uccello Grifone, un essere prodigioso capace di scivolare nell’uomo attraverso i suoi occhi e di leggerne l’anima. L’uccello si lascerebbe avvicinare solo dagli uomini giusti, così il Re padre, ormai prossimo alla morte, decide che i suoi due figli partiranno alla ricerca del misterioso animale e chi di essi tornerà in possesso di una sua penna dimostrerà di averlo potuto avvicinare, di essere degno e pertanto diventerà re. Le cose non vanno come predisposto: l’uccello sceglie uno dei due fratelli, allora l’altro compie il fratricidio, ruba la penna, torna a palazzo e si aggiudica il diritto al trono. Nella versione originale della storia un boscaiolo trova l’osso del fratello morto, ne fa un flauto e, con stupore, scopre che invece di suonare canta la Verità, allora si reca dal re padre e giustizia si compie: il fratello assassino viene cacciato dal regno. Nella nostra versione il fratello assassino, ormai re e dunque giudice supremo, si auto processa e con un’arringa acuta e una verità relativa si assolve. Il boscaiolo, invece di ottenere giustizia, viene condannato ad essere vittima di un incantesimo, per cui, fatti tre passi, dietro ogni albero, si ritroverà sempre nello stesso punto. Per liberarsi di questa condizione gli sarà necessario distruggere la propria casa. Nel gioco teatrale, infatti, la condizione di immobilità è ottenuta spostando la casa allo spostarsi del boscaiolo, il quale, così, nell’illusione del nero e in relazione al suo mondo, non cambia posizione sebbene compia i passi. In assenza di verità assolute per il boscaiolo la giustizia in senso tradizionale e istituzionale non si compie, ma si apre lo spazio della libertà, libertà di fare una scelta ontologica nuova ad origine di una nuova storia dell'umanità.

Altri crediti: disegno luci PACO SUMMONTE

Produzione: LUISA GUARRO

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Luisa Guarro, autrice e regista, ha scritto e diretto per Osservatorio Palestina, inoltre, gli spettacoli: "Mi chiamo Omar"; "Kan Ya Ma Kan"; "Sette Minuti"; "IL RE RIDE"; alcuni spot e progetti video per bambini. Omar Suleiman attore e presidente della fondazione Osservatorio Palestina, Ettore Nigro attore, diplomato all'Accademia d'arte drammatica Silvio D'Amico, Cecilia Lupoli attrice, ha frequentato tra gli altri, il laboratorio teatrale permanente del Teatro Elicantropo, diretto da Carlo Cerciello. Paco Summonte disegnatore luci e direttore tecnico del Nuovo Teatro Sanità, Napoli.
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