Generi: Prosa

Tags: Narrazione, Clown, Comico, Viaggio, Poesia

Una Luna, un marchingegno a rotelle, una valigia, una spada, due attori-clown (un poco attori ed un poco clown) ed una storia: quella di Cyrano de Bergerac. Una storia dai risvolti a volte comici, altre volte tristi. Una storia che ha l’urgenza di essere raccontata, ancora oggi. Perché Cyrano è uno spadaccino, un fanfarone, con il naso di un clown e l’animo di un poeta. Un cavaliere coraggioso, ma che arde per amore e soffre per il suo invadente naso. La storia di Cyrano de Bergerac è qui osservata attraverso il personalissimo sguardo dei due protagonisti. Una coppia di attori-clown, che in un continuo gioco di teatro nel teatro, si muove con disinvoltura dal ruolo di narratori a quello dei personaggi interpretati, ed ancora attori di se stessi che nei loro rocamboleschi conflitti tentano di portare avanti il racconto come nelle più classiche coppie clown (bianco e augusto). Attraverso continui cambi di registro lo spettacolo oscilla tra prosa e gioco clown, tra parodia e melodramma, tra il racconto delle celebri gesta del Cyrano di Edmond Rostand e la biografia dell'uomo che lo ispirò. Hercule Savinien Cyrano de Bergerac è infatti un personaggio storico realmente esistito nella Francia del Seicento, autore di poesie, drammi e opere filosofiche oltre che del romanzo “Viaggio sulla luna”, considerato il primo esempio del genere fantascientifico. Le suggestioni del romanzo si intrecciano con la storia del suo autore e inevitabilmente con la nota trasposizione che ne fece Rostand, dando vita a una narrazione interessante e attuale. Il ritratto di uno spirito libero, di un coraggioso, di un irriducibile sempre pronto a sfoderare le sue armi più affilate -la spada e la poesia- contro ogni ingiustizia. Il mix dell’elemento clownesco con un testo “archetipo” del teatro non sminuisce mai i valori originali dell’opera, che invece si arricchiscono di una visione capace di cogliere aspetti inediti. Il gioco nell’azione scenica, tra spontaneità e improvvisazione, è ben architettato e trascina il pubblico nella sensazione che tutto accada nel “qui e ora”. La quarta parete cade subito per lasciare spazio ad una relazione intima con lo spettatore che si lascia trasportare nelle atmosfere poetiche generate da una messa in scena fatta di azioni, mezzi semplici e pezzi musicati dal vivo con chitarra.

Altri crediti: di e con: Daniele Villari e Max Deluca
regia: Daniele Villari
disegno luci: Luca Carbone
musiche dal vivo: Max Deluca

Produzione: Co-produzione dal basso: Compagnia Villari-Deluca + 111 Guasconauti Co-produttori