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Little Star

Francesca Antonino
Regia: Francesca Antonino
Drammaturgia:
Attori: Francesca Antonino
Trailer: Link
Anno: 2017


Generi: Danza, Teatro-danza

Tags: Star, (Pop), caduta, esposizione

Little Star si è sviluppato da un'indagine attorno a principi fisici riguardo liquidità e scomposizione del movimento: uno studio sui diversi gradienti di reazione del corpo. Reazione ad agenti interni che si spostano tra le membra, ad agenti esterni che proiettano il corpo in un altrove lontano ed immaginifico.

Ha preso forma una partitura coreografica che ha richiamato in superficie sfere di intimità e si è resa piano piano evidente la parola chiave attorno alla quale il pezzo di snoda: la caduta.
In una seconda fase del lavoro il corpo si è precisato intorno ad un immaginario pop, riferendosi ad idoli musicali e cinematografici a cavallo tra gli anni ’50 e ’60: l'epoca del primo rock and roll e delle grandi stelle del cinema hollywoodiano. Sono apparse come lontane allusioni le figure di Marilyn Monroe e di Elvis Presley, nella loro doppia faccia: divi splendenti per il pubblico e per l'industria dello spettacolo, personalità fragili nelle loro esistenze private. Si è permesso che entrassero nel lavoro e nel paesaggio sonoro come emblemi della dicotomia tra lo splendore e la perdita del sé: portano in Little Star un'atmosfera ammaliante, ma lievemente decadente.

Sostenuta dal luccichio di paillettes e brillantini, si è cercata nell’iper-segno e nell’esposizione una femminilità che allude al maschile e si scioglie nell’oblio del vortice. Inebriarsi ed inebriare per sopravvivere. Venire a presenza per ricominciare. Tra l’orgia della vetta e il disfacimento semi-assoluto, emerge un altalenare emotivo tra brio e declino. Galleggiando tra totali smarrimenti e profonde lucidità, il corpo si ritrova solo posandosi nello spazio. Trova un luogo dove riconoscersi e dichiararsi, per poi perdersi nuovamente; in un ciclo continuo, come se il fatto non si chiudesse mai.
Note di regia

Un paio di labbra
divine, sfatte
Uno scintillio che abbaglia.
Un luccichio, uno sfolgorio, un’insegna al neon de-caduta.
L'immagine magnificata di un divo (o una diva?) proiettata su uno schermo increspato.
L’apparire di segrete zone di svago, l’abbandono alla vertigine del flusso.
All’ebbrezza del volo.
Essere sulla cresta dell’onda.
Per poi precipitare. Di colpo.
Il decadimento. La decadenza.

Abbandonarsi all'intimità,
disfacendosi progressivamente del sé.

“Oh baby, I've told every little star just how sweet I think you are, why haven't I told you” - Linda Scott (1961)

Altri crediti: creato e interpretato da Francesca Antonino
produzione Sosta Palmizi
nutrimento sonoro Valerio Sirna
trattamento sonoro Roberto Passuti
disegno luci Andrea Rossi
con il sostegno di H(abita)T - Rete di Spazi per la Danza/Comune di Budrio/Fienile Fluo/Maison Ventidue
un ringraziamento ad Agostino Bontà, Ilaria Marchetto, Spazio Danza Bologna, Kire Pianoro
foto: Marco Mastroianni

Produzione: Sosta Palmizi

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Danzatrice e performer, si forma in Europa, principalmente a Parigi e ad Amsterdam con diversi maestri tra cui Peter Goss, Catherine Diverrès, Nina Dipla, Corinne Lanselle, Heidi Vierthaler. Tornata in Italia, viene selezionata per il corso di formazione con Raffaella Giordano (Scritture per la danza contemporanea), dove incontra Michele di Stefano, Maria Munoz e Pep Ramis e si avvicina alla danza sensibile di Claude Coldy.
Ha collaborato con le compagnie Dancewoods, Why Company, Daniele Albanese. Dal 2009 collabora con OTE – Le Saracinesche, una compagnia di teatro fisico.
Parallelamente crea performance personali, tra cui In cheta Allerta (GD’A 2011 Emilia Romagna- semifinali) e Per Davvero, nato per la casa di residenza Nosadella.due (Bo).
Il nuovo solo, Little Star, è stato presentato in spazi non convenzionali al festival PerAspera e in Maison Ventidue a Bologna, per AltoFest a Napoli e per il Festival A Piede Libero di Mogliano Veneto. È prodotto da Sosta Palmizi.
A giugno 2015 vene selezionata per la Biennale College Danza di Venezia, lavorando con il coreografo Salva Sanchis, che ritrova a Firenze a CANGO nell'autunno 2016 per un laboratorio per danzatori professionisti.
In autunno 2017 incontra, sempre a CANGo, Daniele Ninnarello per il progetto Primitive Accomodations.
Con Laura Pante lavora a C.U.T.E., un progetto coreografico che attraversa diversi stati corporei in composizione istantanea, in dialogo continuo con il suono, gestito dal vivo sulla scena. Il progetto è stato selezionato per Choreographic Collision 7, ha visto come tutori Stefano Tommasini e Cristina Rizzo, andato in scena tra febbraio ed ottobre 2016 anche al LAC per Lugano in Scena e per Milano Oltre.
Fa parte del progetto coreografico di comunità Virgilio Sieni Ballo 1890_Natura Morta, andato in scena in autunno 2016 per il festival Vie di Modena e a gennaio 2017 per l'Arena del Sole a Bologna.
Lavora come interprete per Ekodanza.
È fondatrice e membro di Agostino Bontà, collettivo di artisti associato a Sosta Palmizi e sostenuto dalla rete H(abita)t, Drama Teatro a Modena, Armunia di Castiglioncello, teatro Il Moderno di Agliana e La Corte Ospitale di Rubiera (Finalista del bando Forever Young).
Il nuovo progetto Apollo 13 (titolo provvisorio) viene selezionato a dicembre 2016 da Ricerca X, spazio di lavoro e di ricerca creato da Carlotta Scioldo ed Erika di Crescenzo, con il sostegno della Lavanderia a Vapore di Torino (Piemonte dal Vivo).
Lavora come autrice ed interprete con Laura Chieffo ed Ilaria Quaglia nel progetto Granito, in collaborazione con il musicista Gabriele Ottino, con il sostegno della Cavallerizza Irreale di Torino.
Danza per Balletto Civile, Michela Lucenti e Teatro della Tosse nella produzione Orfeo Rave.
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