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SCARABOCCHI

TEATRO REBIS
Regia: Andrea Fazzini
Drammaturgia: maicol&mirco e Andrea Fazzini
Attori: Meri Bracalente, Sergio Licatalosi, Fernando Micucci
Trailer: Link
Anno: 2015
Premi: In-Box Finalista 2017


Generi: Prosa

Tags: rebis, maicol&mirco, scarabocchi, teatro, fumetto

Qualcuno sostiene che Gli Scarabocchi di maicol&mirco siano delle strisce a fumetti. Ironiche e malate. Stupide e violente.
MA
Gli Scarabocchi di maicol&mirco sono un vestito stracciato. Un sassolino nelle scarpe. Il sale nel caffè, il dente da latte sputato in terra. L'incendio di una biblioteca. Il sorriso di un decapitato.
Sono fumetti travestiti da altro. Sono la bava di un pennarello scarico. Un omicidio condannato prima di essere commesso.
Sono rossi. Ma il loro rosso non è quello del fuoco, né quello dell'inferno, né quello del tramonto. Il loro rosso è quello della vergogna del Primo Uomo specchiato per la prima volta.
Gli Scarabocchi non sono esseri umani, non sono personaggi. Sono abbozzi. Proprio come me e come te. Essi camminano raramente. Più spesso corrono, inciampano, fuggono, si precipitano.
Nello spazio di una battuta c'è il lampo di una guerra, l'infinita lunghezza di una sconfitta, il colore di una bandiera incendiata.
Profondi e vuoti. Come un burrone.
maicol&mirco
Lo scarabocchio è un gesto brutale e rapido, che nasce sovrappensiero, una svista, un segno bruciato che rivela un’immagine irrazionale di sé, che ci si affretta a nascondere – o che si accartoccia e butta via.
Lo scarabocchio è il rimosso.
Suo luogo di appartenenza è il margine: gli angoli dei fogli vergini, il retro dei documenti, la verticalità delle pagine.
Scarabocchi sono i “trasparenti” della società, quelli che abitano la zona rossa, la zona proibita.
Il ritmo degli scarabocchi è dissonante, una fallimentare propensione alla melodia, è una danza che si vuole pudicamente tenere dentro ma che emerge beffarda come balbettio del corpo.
Lo scarabocchio è il digiunatore di Kafka, è Lenny Bruce, è il segreto di mio nonno, morto mentre nascevo e rinchiuso per vergogna in manicomio per vent’anni, sono i compagni di sbornia delle cantine sociali che frequento per evitare la gente che plastifica arte e vita, è la parte più dolce e violenta di me – gli scarabocchi sono le mie debolezze, le mie grida, i miei scoperti, tutti i fiati delle mie risate, le lacrime di bile che colano dense dalla mia bocca, la miseria di me che paralizza.
E accartocciare tutto questo “io” in un gesto informe e puro.
Andrea Fazzini
La trasposizione teatrale di Rebis non intende solo riportare in scena gli skaches dei fumetti di maicol&mirco, ma entrare nei silenzi che dividono i personaggi, nell’intimità innocente che evocano, nell’azzeramento del discorso che con ferocia denunciano
Per sfuggire al carattere narrativo della pittura Cezanne individuava due vie: uno verso la forma pura, per astrazione, l’altra attraverso la sensazione, quella che Lyotard prima e Deleuze poi, chiameranno via del figurale, che avviene per estrazione e isolamento.
Gli Scarabocchi rappresentano un’opportunità eccezionale nella tensione verso la spoliazione dell’orpello, che rappresenta la cifra stilistica del Teatro Rebis, oltre che il segno grafico di maicol&mirco

Altri crediti: scenografie Cifone
musiche Maestro MAT64

Produzione: Teatro Rebis e maicol&mirco

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Il Teatro Rebis è un progetto artistico nato a Macerata nel 2003, diretto dal regista Andrea Fazzini e dall’attrice Meri Bracalente.
La poetica della compagnia è focalizzata su un linguaggio interiore, che guarda alla realtà da un punto di vista figurale, visionario, sbilanciato.
Vincitore dei premi: Claudio Gora di Roma, nel 2006, come miglior spettacolo con Il dolce miraggio di Ulisse; Rota in festival di Mercato San Severino (BN), nel 2007, come miglior spettacolo, miglior regia, migliore attrice protagonista, con Lucky e Pozzo; Fringe2Fringe di Napoli, nel 2009, con di una specie cattiva; finalista nel 2017 del Premio In-Box di Siena e vincitore nel 2019 del Premio come miglior drammaturgia al Festival Utovie di Macerata con Scarabocchi; Premio Internazionale 'Inclusione3.0', a cura di Unimc /Università degli Studi di Macerata nel 2021.
Ha rappresentato i suoi spettacoli in Italia e all’estero (Romania, Francia, Svizzera, Germania, Senegal) con partecipazioni ad importanti festival, tra i quali Sant’arcangelo dei teatri, Volterra teatro, Ars Amando, Nutrimenti Terrestri, Teatri di vetro, Orestiadi di Gibellina, Mirabilia Festival, Kilowatt Festival, Napoli Fringe Festival.
Sin dal principio il Teatro Rebis si dedica anche ad attività di divulgazione culturale e artistica, attraverso l’organizzazione di festival pluriennali (Limen Festival; Ci si incontra così, per miracolo; Che razza di sogni; Defigura, Al riparo di un tetto di fortuna, Puro Teatro) e la conduzione di numerosi corsi e laboratori rivolti principalmente alle scuole e a situazioni di marginalità sociale.
Tra i progetti condotti in ambito formativo, si distinguono quello realizzato con il Gruppo Teatrale
Clorofilla di Jesi, associazione composta anche da persone con disabilità fisica e cognitiva, con il quale si arriva, attraverso un lavoro pluriennale, alla realizzazione dello spettacolo Ombra profonda siamo, ispirato all’Ubu re di Alfred Jarry, e la collaborazione con l’ong G.U.S. di Macerata, con cui, attraverso percorsi laboratoriali, realizza spettacoli e documentari con migranti richiedenti asilo politico (Strano, Si parte da una mancanza, Dwo Boye, P. - Papier Paper Papel).
Con il sostegno del Centro per lo Sviluppo Creativo Danilo Dolci di Palermo, il Teatro Rebis sta svilpuppando un percorso laboratoriale che unisce il metodo educativo non formale della maieutica reciproca alla pratica teatrale – Ciascuno cresce solo se sognato – ideando e realizzando progetti in scuole di ogni ordine e grado.
Dal 2006 al 2015 ha gestito autonomamente il Teatro di Villa Potenza (Macerata), organizzando rassegne di teatro indipendente (Giochi d’alma, dal 2011 Palpitare di nessi), e incontri, seminari e laboratori teatrali condotti da alcuni tra i maggiori artisti della scena teatrale nazionale e internazionale.
Dal 2007 il Teatro Rebis fa parte del LGSAS (Libero Gruppo di Studio di Arti Sceniche), diretto da Claudio Morganti.
Andrea Fazzini è presidente dal 2004 di FOR.MA.T.I. (Forum Marche Teatri Indipendenti), ed è stato co-direttore del festival Non ho tempo e serve tempo, dedicato, dal 2006 al 2008, rispettivamente ad Antonio Neiwiller, Demetrio Strato e Danilo Dolci ed è attualmente Docente di Storia del Teatro e dello Spettacolo presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Macerata.
Le ultime produzioni sono Nella Moltitudine_poesie di Wislawa Szymborska, io non so cominciare_requiem per Danilo Dolci, spettacolo selezionato nel 2013 all’interno dell’e45 Napoli Fringe Festival, Signorina Else, dall’omonimo romanzo di Arthur Sczhnitler, Cosa vien dopo?, spettacolo per bambini tratto dalle poesie illustrate di Toti Scialoja, Scarabocchi e Il Papà di Dio, tratti dai fumetti di maicol&mirco, Un chant d’amour, progetto che prende spunto dai cosiddetti ‘fatti di Macerata’, accaduti tra gennaio e febbraio 2018, filtrati attraverso la pièce I Negri di Jean Genet, andato in scena in anteprima al Kilowatt Festival 2020.
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