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La Tredicesima Notte

KLESIDRA
Regia: Imogen Kusch
Drammaturgia: Testo della compagnia tratto dalle opere di Shakespeare
Attori: Raffaella d’Avella (Re Lear) Paolo De Giorgio (Iago) Maria Borgese (Gonerill) Marta Iacopini (Riccardo III) Silvia Mazzotta (Ermione) Giorgio Santangelo (Macbeth) Francesca Olivi (Rosalinda) Beniamino Zannoni (Amleto)
Trailer: Link
Anno: 2015


Generi: Prosa

Tags: Shakespeare, profughi, viaggio, Klesidra, musiche originali

8 profughi. 8 personaggi di Shakespeare. 8 storie che si incrociano in un solo destino che potrebbe essere quello di ognuno di noi.
TRAMA: in lontananza rumori di guerra. Ci troviamo in un luogo di frontiera, una lunga rete che sparisce nel nulla con telecamere e filo spinato delimita lo spazio. La notte sta scendendo. Da fuori, arrivano trafelati e impauriti 8 personaggi che evidentemente stanno fuggendo e si trovano a non poter andare avanti. Sono, loro malgrado, costretti a passare la notte insieme e accamparsi nell’attesa di passare “la frontiera” perché evidentemente indietro non si può tornare. I personaggi non si conoscono tra loro, a parte due che sembrano essere padre e figlia. Hanno tutti delle torce con le quali si illuminano diffidenti e curiosi. Durante questa notte di paura ognuno di loro si rivelerà agli altri intrecciando rapporti di diffidenza, curiosità, odio, compassione, amore e disprezzo.
Tutti i personaggi non hanno altro modo di esprimersi se non quello di Shakespeare e le loro parole in questo contesto acquisteranno un significato nuovo, universale e senza tempo.

NOTE DI REGIA: “La tredicesima notte” nasce dall’esigenza di raccontare una condizione umana che in ogni secolo si ripete e si ripropone in mille forme e manifestazioni: il rifugiato, il profugo, colui che lascia il suo ambiente naturale e familiare per causa di forza maggiore ed è costretto ad entrare in un limbo dove il passato non c’è più, è stato spazzato via, e il futuro è solo un’idea alquanto sfocata.
Mettere in questa condizione 8 personaggi di Shakespeare è una scelta fatta per amore.
I personaggi di Shakespeare sono sempre pronti a capovolgere il bene e il male e a disorientare l’animo che ha già fatto le sue scelte etico-morali. E così diventano umani e contemporanei proprio per la loro infinita capacità di indagare la propria psiche e diventare filosofi per necessità.
Durante il nostro lavoro di prove e ricerca ci è diventato sempre più chiaro che stavamo raccontando anche la nostra storia, quella di un gruppo di teatranti che sentono di non avere più uno spazio in questo mondo e che culturalmente e socialmente vivono, se non da rifugiati, comunque da emarginati.
L’esserci autoimposti di usare solo le parole di Shakespeare ci ha permesso di fare un lavoro di comprensione profonda, mirata comunque sempre alla performance di quelle parole.
Solo noi stessi siamo in grado di illuminarci… è per questo che lo spettacolo è interamente illuminato da dentro: sono i personaggi che danno luce al sogno/incubo notturno di un gruppo di attori e di una regista innamorata di Shakespeare e, malgrado tutto, del teatro. (Imogen Kusch)

Altri crediti: Musiche originali composte ed eseguite da:
Sergio Ferrari/Andrea Mieli/Valentina Criscimanni

Produzione: Klesidra e CST Centro Spettacoli Teatrali

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Nasce a Londra come Hourglass Theatre nel 1993 dall'incontro tra Imogen Kusch (regista), Steffan Boje (attore), Giuseppe Di Iorio (Designer). Dopo aver messo in scena diversi spettacoli e aver vinto lo Scotsman Award a Edinburgo con la versione inglese di “Maratona di New York” di E. Erba, nel 1999 Klesidra si trasferisce a Roma. Si uniscono alla direzione artistica: Silvia Mazzotta (attrice), Francesca Olivi (attrice e regista), Giorgio Santangelo (attore) e inizia la collaborazione con i musicisti Andrea Mieli e Sergio Ferrari che comporranno le colonne sonore originali dei successivi spettacoli. Negli anni seguenti la grande attività di sperimentazione e la collaborazione con attori come Alessandra Roca, Raffaella d’Avella, Gianluigi Fogacci, Hossein Taheri e tanti altri, contribuiscono alla crescita dell’ensemble. I testi messi in scena dalla regista Imogen Kusch spaziano dalla drammaturgia inglese, americana e italiana ad adattamenti di testi esistenti, rielaborati e sviluppati dalla compagnia. Nel 2003 va in scena “Gli amanti del nuovo mondo” agli STUDIOS di Roma. Nel 2005 Klesidra vince il bando Cultura 2000 della EU con il progetto “Could Faust dis-invent the A-bomb?'" e produce lo spettacolo “Faust a Hiroshima” in scena a Stoccolma, Londra e Roma; il progetto include anche: l’intervista al Premio Nobel per la Pace Josef Rotblat; laboratori a Roma, Londra e Stoccolma; 3 docu-film sulla “coscienza dello scienziato” e la proiezione del cortometraggio “Dear Professor…” in occasione del Summit dei Nobel per la Pace 2006 al Campidoglio di Roma. Parallelamente alla produzione artistica, nel 2004 Klesidra fonda insieme al neurologo Nicola Modungo la ONLUS “Parkinzone” un’attività di teatro-terapia per pazienti affetti dal morbo di Parkinson ed altre malattie neurodegenerative. Nel 2010/2011 prende vita il progetto “Donne per Shakespeare” con la messa in scena di “Cymbeline” e de “Il racconto d’inverno” con sole attrici donne anche nei ruoli maschili. Tra il 2012 e il 2014 Klesidra si aggiudica altri 2 bandi europei di scambio ed educazione permanente (“Peace Acts” e “Beyond reason”): i conseguenti viaggi in Austria, Romania, Ungheria, Estonia e Inghilterra, l’incontro e lo scambio con musicisti e teatranti di questi Paesi sono ulteriore occasione per arricchire il bagaglio artistico della compagnia. Nel 2015 Klesidra si ripropone con Shakespeare e sviluppa il testo “La tredicesima notte” tratto da otto opere del Bardo in scena a Roma (al Teatro Sala Uno e all'aperto in occasione dell’estate Romana) a Viterbo(al Mat e successivamente al Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università).
Klesidra è una compagnia di attori, musicisti, danzatori, autori, registi e tecnici nella quale ciascuno contribuisce con il suo mestiere e il suo talento. L’apertura verso altre culture e lingue è fondamentale. Obiettivo del nostro lavoro è far sì che il teatro abbia un’utilità e porti il pubblico a riflettere e a includere la poesia nella propria vita affrontando e riflettendo su temi umani, politici ed etici.
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