Generi: Prosa

Tags: forte, crudo, commovente

“Ho conosciuto una donna di nome Chrissy. Dice che nella vita c’è sempre una buona ragione per vivere.” È questo il leit-motiv di Chrissy delle siepi, sottolineato a più riprese dalla voce della grande Piera Degli Esposti. Chrissy appartiene a uno degli universi più discussi e condannati a prescindere, quello della prostituzione. Ma che cosa può indurre una donna a mercificare il proprio corpo? Qual è il senso di dignità che attribuisce alla propria persona? Come si rapporta col mondo che le sta intorno, inevitabilmente accusatorio nella sua forma spesso ipocrita di perbenismo?

Sono queste alcune delle domande che ci si pone all’interno di uno spettacolo che vede l’universo femminile al centro di tutto, con le quattro compagne di viaggio: Chrissy, Terry, Dada e Lena, protagoniste di una vicenda che scolpisce le loro differenti personalità non solo attraverso la differenza generazionale (due 40enni, una 30enne e una 20enne) ma anche nel modo in cui si rapportano alla vita.

La scelta di intraprendere “la via della strada” passa da un pensiero consapevole, non di circostanza o necessità, rifugge senza indugi il moralismo e la scissione “corpo-anima”: quel che conta è, appunto, la piena consapevolezza di ciò che si fa. Non si cerca perciò una giustificazione, né tanto meno un’etica di comodo, ma un’analisi il più profonda possibile di un qualcosa che marchia a fuoco persone di cui molto spesso sappiamo poco o nulla.

Ne vien fuori un quadro che può risultare impietoso per il genere maschile, ma soprattutto è impietoso verso tutte quelle forme superficiali di giudizio legate ai luoghi comuni, dove tutto è condannabile prima ancora di essere imputabile. La struttura del giallo (tutto gira intorno all’omicidio del “grande protettore” delle quattro donne) affida allo spettacolo, molto crudo e diretto, una tensione che si accumula ulteriormente nel momento in cui si entra nel mondo privato di ognuna di loro, fatto di una forza che, anche quando è ostentata e reale, è frutto di sofferenze sedimentate, sempre in agguato, perché tutte e quattro sono state sottoposte dalla vita a durissime prove, e cela perciò una fragilità di fondo legata a una spiccata sensibilità d’animo.

La figura dell’unico uomo presente nello spettacolo, Elvio, che può sembrare marginale alla vicenda ma non lo è affatto, consente poi una sorta di confronto in presa diretta tra due universi così distanti che sembrano viaggiare su binari paralleli che non si incontreranno mai. Tutto questo nel dramma consumato dalle quattro donne, che fanno capo a Chrissy e alle siepi che le fanno da icona insieme al suo gatto, in un vortice fatto di dolore, follia, speranza perduta e voglia di vivere.

Tonio Logoluso

Produzione: Compagnia Teatro delle Onde - La Mongolfiera editrice e spettacoli