Generi: Prosa

Tags: Follia, Zingara, Fiera, Giostra, Donna

Madame Della Fiera ( da J. Prevert - “la femme acéphale” )

Il mondo dei senza fissa dimora, di coloro che non abitano neppure il proprio corpo, attraverso una generosa chiave interpretativa, conferisce il valore di autenticità alla pièce donando allo spettatore una fitta sequenza emotiva che nel giro di un’ora di tensione ininterrotta diventa quasi come un affettuoso rimprovero rivolto alla coscienza collettiva.
Ma c’è di più: in questa rilettura che si ispira a Prevert, si è fatto appello a colori maturi e trasognati ponendo lo spettatore di fronte ad un allestimento in cui la poetica, contraffatta da una magica scanzonatura, evocasse un mondo a cavaliere tra il sogno e la festa, nel momento stesso in cui si lascia consumare il tempo della tragedia di una prigione invisibile, per quanto concreta e toccante, nella delirante narrazione di Madame Della Fiera.
“la libertà è soltanto il nome di una statua” ci suggerisce chi sembra fuori di testa e ci racconta ancora di essere stata disturbata per aver detto troppo in fretta cose che non stavano in piedi, eppure, dice, “ci sono tante di quelle cose sedute che nessuno oserebbe disturbare”.
La scena appare affollata da un armamentario esposto ed allineato, quasi in vetrina, fastidiosamente chiassoso e minimalista come da un rigattiere in cui spiccano i metalli di pentolame, coperchi, catini e mastelli; armi improprie con le quali “Della Fiera” combatte la sua battaglia contro la malora del proprio corpo e l’orda di topi, pipistrelli, cani rabbiosi che insidiano la sua mente non più dominata e invece ragionevolmente veritiera e crudelmente insinuante.
In chi vi assiste, finiscono per alternarsi i sentimenti più disparati, divertendo nel senso autentico della parola, ovvero trascinando partecipativamente nel racconto e lenendo le ferite di ognuno come per una promessa mantenuta e nella certezza di una purificazione collettiva, giacché ci viene ricordato che siamo “soprattutto figli di una donna”.
“Madame Della Fiera” è uno spettacolo completo e a tutto tondo, a lungo meditato ed amato da chi ne ha curato la regìa e sigla il felice quanto raro incontro artistico fra una drammaturgia ed un’interpretazione che ne determinano, ora, una caratteristica di raffinata fattura, trascinando dolcemente lo spettatore all’ascolto.
Un allestimento coinvolgente, di fronte al quale è difficile rimanere indifferenti.