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l'ultimo giorno di un condannato a morte
Compagnia il gruppo dell'arteRegia: Danilo Proia
Drammaturgia:
Attori: Elisabetta Femiano Agnese Chiara D'Apuzzo Fabio Morosillo
Trailer: Link
Anno: 2007
Nel racconto di V. Hugo, il condannato a morte è un uomo. Nel nostro spettacolo abbiamo voluto che l’interprete fosse una donna. Ad essere uccisa è una testa pensante. Il tentativo è quello di rendere oggettiva, senza sesso la morte di stato. La donna racconterà la sua morte, vivrà ogni momento della sua prigionia in un costante alternarsi di stati d’animo derivati dall’attesa di un delitto sentenziato con certezza. Per lei la morte sarà orribile, senza scampo, ma l’unica cosa alla quale resterà aggrappata con forza sarà il grido di disperazione che trasmetterà con ricordi, suoni, e gesti verso una platea silente. Ma non è sola. Personaggi ingenui, buffi, gente abituata ad accompagnare uomini e donne sulla ghigliottina, circondano la sua solitudine in un girotondo privo di spessore umano. Cercherà di sfuggire al suo destino cercando di ritrovare l’affetto, l’amore per quella figlia che dovrà rimanere orfana. Marie sarà per noi l’eco di quell’oblio, l’eco della dimenticanza, di quella umanità che fra poco farà di suo padre-madre un morto. Nella scena la dialogherà, combatterà, si incontrerà con uno strumento musicale che per noi è simbolo del suono dell’universo che commenta con dolore, con piacere, e con distacco le vicende umane: la vicenda di un condannato a morte.
Il progetto
L’opera di V. Hugo evidenzia con molta precisione gli stati d’animo che accompagnano alla ghigliottina un condannato a morte nella Francia dell’800. La grande maestria dello scrittore produce un flusso di coscienza che provoca tormenti e forti passioni in chi legge il racconto. La tragedia dell’attesa, la tragedia di una fine, la fine di un’intelligenza: la morte di un essere umano sentenziata per legge.
Molti affermano che sia giusto uccidere un criminale che è colpevole di un omicidio. Ma la questione che si pone per noi è un’ altra: può un tribunale uccidere un uomo?
Può la collettività commettere un omicidio?
Ci chiediamo se nelle nostre società ci sia qualcosa di sadico. Se ci fosse, noi saremmo come quel criminale colpevole di omicidio, se non peggio, in quanto noi siamo vittime inconsapevoli, mentre quel criminale diventerebbe la vittima consapevole del nostro consapevole delitto.
Nessuno di noi si illude di eliminare l’omicidio, purtroppo gli uomini lo hanno sempre praticato, e nessuna legge è riuscita ancora a fermare la mano degli assassini. Quello che però la società moderna potrebbe arrestare è il delitto che essa compie nei confronti dei propri cittadini.
“L’ultimo giorno di un condannato a morte” si propone di accelerare il percorso già avviato da secoli per l’abolizione della pena di morte.
Il progetto
L’opera di V. Hugo evidenzia con molta precisione gli stati d’animo che accompagnano alla ghigliottina un condannato a morte nella Francia dell’800. La grande maestria dello scrittore produce un flusso di coscienza che provoca tormenti e forti passioni in chi legge il racconto. La tragedia dell’attesa, la tragedia di una fine, la fine di un’intelligenza: la morte di un essere umano sentenziata per legge.
Molti affermano che sia giusto uccidere un criminale che è colpevole di un omicidio. Ma la questione che si pone per noi è un’ altra: può un tribunale uccidere un uomo?
Può la collettività commettere un omicidio?
Ci chiediamo se nelle nostre società ci sia qualcosa di sadico. Se ci fosse, noi saremmo come quel criminale colpevole di omicidio, se non peggio, in quanto noi siamo vittime inconsapevoli, mentre quel criminale diventerebbe la vittima consapevole del nostro consapevole delitto.
Nessuno di noi si illude di eliminare l’omicidio, purtroppo gli uomini lo hanno sempre praticato, e nessuna legge è riuscita ancora a fermare la mano degli assassini. Quello che però la società moderna potrebbe arrestare è il delitto che essa compie nei confronti dei propri cittadini.
“L’ultimo giorno di un condannato a morte” si propone di accelerare il percorso già avviato da secoli per l’abolizione della pena di morte.
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LA COMPAGNIA IL GRUPPO DELL’ARTE è una compagnia teatrale che nasce nel Maggio 2012 in collaborazione con il Ministero delle Politiche Giovanili e la Regione Lazio attraverso uno strumento chiamato “Bando delle idee” progetto ideato dall’assessorato alle Politiche Giovanili della Regione Lazio .
L’idea e il progetto artistico sono di Danilo Proia ed Elisabetta Femiano.
Il progetto nasce dall’esigenza di creare una compagnia teatrale di produzione con attori under 35 in modo da inserirli nel mondo del lavoro.
Attraverso gli strumenti formativi più classici quali la dizione,la fonetica, il movimento scenico, la recitazione Danilo Proia ed Elisabetta Femiano hanno voluto formare una vera e propria palestra realizzando con gli allievi attori ben 4 spettacoli teatrali.
I giovani hanno potuto così acquisire sul palcoscenico quella professionalità che un canonico seppur efficace studio teorico non avrebbe potuto garantire. Nella realizzazione degli spettacoli i giovani allievi sono stati accompagnati da attori professionisti come Emanuele Vezzoli, Marina Biondi,Elisabetta Femiano ed diretti da registi come Danilo Proia e Renata Zamengo.
Questi spettacoli sono stati realizzati nel corso di 2 anni e hanno avuto la possibilità di essere replicati più volte in diversi teatri.
Teatro
2012 LA NOTTE DEI GIOCATTOLI Dacia Maraini regia Renata Zamengo
2012 LABORATORIO STRAVAGANZA Danilo Proia regia Danilo Proia
2012 IL CORPO E IL MARE Anna Lemos regia Danilo Proia
2013 7 Ottobre 1849 Edgar Allan Poe regia Elisabetta Femiano
Altre Produzioni
2006 Assolo Natalia Ginzburg regia Danilo Proia
2007 La notte di Medea Euripide regia Danilo Proia
2007 L’ultimo giorno di un condannato a morte Victor Hugo regia Danilo Proia
L’idea e il progetto artistico sono di Danilo Proia ed Elisabetta Femiano.
Il progetto nasce dall’esigenza di creare una compagnia teatrale di produzione con attori under 35 in modo da inserirli nel mondo del lavoro.
Attraverso gli strumenti formativi più classici quali la dizione,la fonetica, il movimento scenico, la recitazione Danilo Proia ed Elisabetta Femiano hanno voluto formare una vera e propria palestra realizzando con gli allievi attori ben 4 spettacoli teatrali.
I giovani hanno potuto così acquisire sul palcoscenico quella professionalità che un canonico seppur efficace studio teorico non avrebbe potuto garantire. Nella realizzazione degli spettacoli i giovani allievi sono stati accompagnati da attori professionisti come Emanuele Vezzoli, Marina Biondi,Elisabetta Femiano ed diretti da registi come Danilo Proia e Renata Zamengo.
Questi spettacoli sono stati realizzati nel corso di 2 anni e hanno avuto la possibilità di essere replicati più volte in diversi teatri.
Teatro
2012 LA NOTTE DEI GIOCATTOLI Dacia Maraini regia Renata Zamengo
2012 LABORATORIO STRAVAGANZA Danilo Proia regia Danilo Proia
2012 IL CORPO E IL MARE Anna Lemos regia Danilo Proia
2013 7 Ottobre 1849 Edgar Allan Poe regia Elisabetta Femiano
Altre Produzioni
2006 Assolo Natalia Ginzburg regia Danilo Proia
2007 La notte di Medea Euripide regia Danilo Proia
2007 L’ultimo giorno di un condannato a morte Victor Hugo regia Danilo Proia