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l'uomo carbone

teatro sociale di pescara
Regia: federica vicino
Drammaturgia:
Attori: michele di mauro, davide clivio, davide ferrone, rita de bonis, lina bartolozzi, rossella remigio, nicky de chiara, carlo elpidio, giorgia starinieri, lorenzo valori, lino pisciella.
Anno: 2013
L’8 agosto del 1956, fra le 7.30 e le 8.00 del mattino, un’esplosione devasta il pozzo n. 1 della miniera di Bois du Cazier, a Marcinelle, vicino Charleroi, in Belgio.
262 dei 274 minatori presenti in quel momento nella miniera perdono la vita: 136 sono italiani; 60 di queste vittime sono di origine abruzzese (provengono prevalentemente da piccoli paesi dell’entroterra della Provincia di Pescara: Manoppello, Lettomanoppello, Turrivalignani); si tratta di emigranti, partiti alla volta del Belgio all’indomani della ratifica dell’”Accordo Uomo – Carbone”.
Siamo nel 1946: l’Europa, appena uscita dalla tragedia della Seconda Guerra Mondiale, deve rimettere in moto l’economia. Il Belgio ha assoluta necessità di riavviare l’attività estrattiva, uno dei traini del proprio sistema economico prima del conflitto: ma è praticamente privo di manodopera. Le ingenti perdite in termini di vite umane, causate dalla guerra, rischiano di compromettere la riapertura delle miniere. E’ così che iniziano le trattative con l’Italia, dove le priorità sono altre; dove la miseria e la disoccupazione hanno colpito (e ancora colpiscono), soprattutto nelle zone del centro-sud, più duramente del conflitto stesso. Il 23 giugno di quell’anno, si arriva alla firma del Protocollo d’Intesa, finalizzato a regolare il rapporto fra i due paesi, in ordine all’impiego di manodopera italiana in Belgio. L’accordo porta la firma di Alcide De Gasperi, che guida il Governo di Unità Nazionale, che promuove una politica attiva riguardo all’ emigrazione.
In realtà, solo alcuni termini dell’accordo furono resi noti. A coloro che facevano domanda di emigrazione veniva comunicato che il protocollo italo-belga prevedeva una base salariale comune per minatori italiani e belgi (e dunque identica retribuzione, per gli uni e per gli altri), oltre che un regolare trattamento pensionistico e sanitario, e il diritto agli assegni familiari, anche per i componenti delle famiglie rimasti in Italia. Non furono rese note, però, le clausole che prevedevano l’obbligo tassativo del rispetto dei termini del contratto, per i minatori provenienti dall’Italia, riguardanti tempi e modalità del loro impiego. E, in particolare:
- la clausola che impediva la rescissione del contratto prima di un anno di lavoro continuativo in miniera, pena la detenzione;
- il mancato rinnovo del passaporto, in caso di rinuncia all’accordo;
- l’impossibilità di cambiare lavoro prima di aver svolto 5 anni continuativi di lavoro in miniera.

L’allestimento curato dal Teatro Sociale di Pescara racconta la storia di due fratelli, Antonio e Sandro, partiti alla volta del Belgio, con in tasca la domanda di emigrazione e nel cuore tanta speranza. I loro destini prenderanno, nella miniera del Bois du Cazier, due strade tragicamente diverse.

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Il Teatro Sociale di Pescara, compagnia impegnata nei settori del teatro sociale e civile (un ambito in forte espansione, nel nostro paese), è una realtà stabile, che si occupa di produzione teatrale indipendente. I suoi spettacoli sono distribuiti a livello regionale e nazionale; ma vanta esperienze anche al di fuori dei confini nazionali. Ha all’attivo, oltre agli spettacoli di prosa, anche recital, reading, mise en espace, video.

Produzioni:

Fra le principali produzioni del TSP, segnaliamo:

1) “L’uomo – carbone” (prosa); regia: Federica Vicino; testo: Michele Di Mauro, Federica Vicino; produzione TSP; allestimento scenico ispirato alla tragedia dei minatori abruzzesi che persero la vita nella miniera di Marcinelle, in Belgio, nel 1956.
Prima rappresentazione: Pescara, Teatro Massimo, 9 / 11 / 2010.

NOTA. Lo spettacolo “L’uomo carbone” è stato presentato dal Teatro Sociale di Pescara in Italia e all’estero, con ottimi esiti.
E’ stato segnalato dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, come attività di interesse culturale nazionale; è stato recensito da testate giornalistiche nazionali e di settore, fra le quali ricordiamo: RAI News 24, RAI Tg 2, RAI Tg 3 (regionale e nazionale), TGCom 24; da quotidiani nazionali e regionali; da periodici di settore (cartacei e on line); è stato segnalato e recensito nel sito web “Articolo 21”, curato da Giuseppe Giulietti (ex USIG-RAI) e da RADIO 1, testata radiofonica nazionale della CGIL.
Lo spettacolo è stato presentato in Belgio, a Charleroi, presso la ex miniera del Bois du Cazier (oggi divenuta un museo), in occasione della sua proclamazione, da parte dell’UNESCO, a Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Iniziativa, questa, promossa dal primo ministro belga Elio Di Rupo.
E’ stato inoltre presentato in Sardegna, a Iglesias (6 repliche), in un’iniziativa di beneficenza a sostegno dei minatori della Carbosulcis, promossa dalla Regione Autonoma della Sardegna, dalla Provincia di Iglesias e da Sardegna Promozione.
“L’uomo carbone” ha conseguito diversi premi, fra cui il prestigioso premio “Drago d’Oro”, a S. Giorgio a Cremano (NA), presidente della giuria Luigi Troisi (fratello di Massimo Troisi), direttore artistico Mariano Rigillo, dove ha conseguito i riconoscimenti come: miglior spettacolo, miglior regia (a Federica Vicino) e miglior attore non protagonista (a Massimo Leone).
Diretto da Federica Vicino, “L’uomo carbone” si avvale dell’interpretazione degli attori del Teatro Sociale di Pescara: Michele Di Mauro, Massimo Leone e Davide Clivio, nella parte dei tre protagonisti; e ancora: Rita De Bonis, Lina Bartolozzi, Rossella Remigio, Carlo Epidio, Nicky De Chiara.

2) “23 gennaio 1861 – L’eccidio di Scurcola Marsicana” (prosa): testo e regia: Federica Vicino; regia: Peppe Bisogno; produzione TSP; spettacolo sul fenomeno del brigantaggio post-unitario in Abruzzo, che racconta la tragica storia di un vero e proprio eccidio perpetrato dai soldati del neonato esercito regio (ex sabaudo), ai danni
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