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LA MADRE di Bertolt Brecht

Teatro Elicantropo Anonima Romanzi
Regia: Carlo Cerciello
Drammaturgia:
Attori: IMMA VILLA - ANTONIO AGEROLA - CINZIA CORDELLA - MARCO DI PRIMA - ANNALISA DIRETTORE - VALERIA FRALLICCIARDI - MICHELE IAZZETTA - CECILIA LUPOLI - ANIELLO MALLARDO - GIULIA MUSCIACCO - MARIANNA PASTORE - ANTONIO PICCOLO
Trailer: Link
Anno: 2012
Bertolt Brecht ha tratto la materia del suo Lehrstück Die Mutter (1932) dall’omonimo romanzo di Maksim Gor’kij (1907), che narra la storia di Pelagia Vlassova la quale, convertita al pensiero politico del figlio Pavel e dei suoi amici, viene coinvolta nelle loro azioni clandestine e per questo chiamata da tutti “La Madre”. Brecht allunga la durata della vicenda nel tempo, fino alla prima guerra mondiale e alla vigilia della rivoluzione d’ottobre, rispetto all’opera originale di Gor’kij e ne allarga anche i significati. Si tratta sì di un notevole dramma didattico, ma portato ben oltre le misure geometriche, per esempio, di «L’eccezione e la regola». C’è in esso, un’evidente carica sentimentale che investe il personaggio di Pelagia Vlassova, la madre. Grosso animale, tutto istinto e intelligenza naturale, Pelagia Vlassova, madre dell’operaio Pavel, giovane rivoluzionario nella Russia del 1905, è posta al centro dell’azione, come oggetto di un esperimento di recupero della coscienza della sua classe. E’ l’apprendistato della madre proletaria sulla «lunga strada tortuosa della sua classe», fino alla consapevolezza completa, che la rende forte al punto di farle sopportare, quasi senza battere ciglio, la morte del figlio fucilato dalla polizia zarista. Il suo è un cammino ascensionale: al suo primo atto rivoluzionario è spinta per difendere il figlio Pavel, ma successivamente a ogni sua nuova azione cresce in lei la consapevolezza e la convinzione che le cose debbano cambiare. L’interesse e il valore de “La Madre” non sono però di natura esclusivamente politica, ma va sottolineato il lento configurarsi, entro gli schemi del teatro didattico, di un nuovo personaggio drammatico, con cui Brecht inaugura quella galleria di straordinarie figure femminili che giunge attraverso Madre Coraggio e Shen Te, fino alla Grusa de “Il cerchio di gesso del Caucaso”.
Paolo Chiarini
Il senso della riproposizione de “LA MADRE” di Bertolt Brecht sta tutto nel recupero della memoria storica di avvenimenti, ideologie e sentimenti che hanno trasformato il mondo, riconsegnando alle classi più deboli, e ai lavoratori tutti, quella coscienza e quella dignità che, purtroppo, oggi viene nuovamente mortificata e immolata sull’altare del “dio mercato”. Nel panorama amaro di una politica palesemente sconfitta, schiava dell’economia e dell’affarismo, il nostro vuole essere un solitario omaggio alla classe operaia, che in Paradiso, purtroppo, non è andata e non andrà mai. Un affresco malandato e corroso, da cui traspare ancora la forza di un ideale.
Carlo Cerciello

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TEATRO ELICANTROPO ANONIMA ROMANZI
NOMINATION PREMI SPECIALI UBU 2000 - PREMIO GIUSEPPE BARTOLUCCI 2001 - PREMIO SPECIALE UBU 2002
Il Teatro Elicantropo di Napoli nasce nel 1996 e prosegue la sua attivit senza sovvenzioni ministeriali, dedicandosi alla produzione di spettacoli di drammaturgia contemporanea italiana ed europea, valorizzando e dando lavoro ad autori, attori, registi, scenografi, costumisti, tecnici, recuperando un rapporto diverso, più diretto ed immediato con il pubblico, continuando a puntare, cioè, sull’intelligenza e sulla sensibilit di coloro che non hanno ancora rinunciato alla riflessione e al sentimento. In questi anni di attivit ha confermato con coerenza e tenacia, la sua vocazione ad un teatro politico di impegno civile e sociale, rivolto al contemporaneo, alle tragedie dei nostri tempi, frutto del cinismo, della crudelt e dell’arroganza di un potere politico ottuso e senza scrupoli che, prosegue inesorabilmente nel lucido e sistematico azzeramento dei più elementari diritti dell’uomo, minando alla base i valori della convivenza civile e della solidariet e poiché la nostra coscienza ci impedisce la resa, affilando l’unica arma a nostra disposizione, affidiamo al teatro il compito di diffondere la nostra protesta. In tal modo, TEATRO ELICANTROPO ANONIMA ROMANZI ha ottenuto i maggiori riconoscimenti nazionali in campo teatrale, è stato definito dalla stampa nazionale ed estera: “…uno degli spazi più interessanti del panorama teatrale italiano”. Critici illustri come Ugo Ronfani, come Franco Quadri, hanno riconosciuto il valore e il coraggio delle scelte artistiche di questo piccolo spazio ricavato da una ex cappella del’600, nel cuore del centro storico napoletano, oltretutto, operativo nella situazione di particolare disagio di un quartiere a rischio. L’Elicantropo ha condotto nel 1998 a Napoli il Premio Nobel per la letteratura Josè Saramago per la messinscena da me realizzata de “Il Contagio” dal romanzo “Cecit ” dell’autore portoghese, che ha entusiasmato e emozionato le platee e la critica dei maggiori Festival di teatro italiani e internazionali, ricevendo commoventi attestati di stima e l’amicizia dell’autore stesso, presente al debutto nel piccolo Elicantropo, oltre al plauso di numerose personalit degli ambienti culturali di maggiore rilievo in Italia, come Guido Davico Bonino, Luciana Stegagno Picchio, il dott. Paolo Collo della Einaudi. Il Teatro Elicantropo, nella persona del suo direttore artistico, Carlo Cerciello, ha ricevuto una nomination al massimo premio teatrale italiano il Premio Ubu per la ricerca nel 2000 per la regia di Quartett, il Premio Bartolucci nel 2001, per la ricerca, da una giuria composta dai maggiori critici italiani nell’ambito del Festival di Santarcangelo, ed infine proprio lo stesso Premio Ubu nel 2002 per l’impegno politico e sociale unito alla ricerca, espressi in un progetto coraggioso e popolare come “Stanza 101”, il Premio ETI Olimpici del Teatro nel 2008 per NZULARCHIA
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