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LE COSE

Federica e Céline
Regia: Federica Sansevero
Drammaturgia:
Attori: Federica Sansevero,regista-autrice(1972)Si iscrive alla Facoltà di Lingue Straniere di Udine e frequenta contemporaneamente la Civica Accademia d’Arte Drammatica “Nico Pepe”(’92-’95), all’interno della quale sarà formata da M. Schmidt, E. Allegri, Jurij Alschitz, Gilles Coullet,G.B Storti,A. Marinuzzi,Judith Malina,Ruffini, J.P.Denizon …Lo studio della danza contemporanea e della commedia dell’arte maturato all’interno della scuola, permettono alla stessa di approfondire il rapporto tra scrittura per la scena e linguaggio del corpo. Come attrice continua la formazione frequentando numerosi seminari. In particolare studia mimo corporeo con Yves Lebreton(’98-’99), canto e movimento con il balletto civile diretto da Michela Lucenti e Alessandro Berti (2004-2007), frequenta tre master internazionali di commedia dell’arte diretti da Claudia Contin e Ferruccio Merisi (2006-2008),filosofia del clown con Pierre Byland(2003) e Leo Bassi (2008) All’interno dell’associazione “TeatroSpesso” da lei fondata(2004) segue le produzioni: “Metafisica della ruota. Esperienza di viaggio attorno al mulino”; “Reality Zoo” (con G.B. Storti) e fonda il laboratorio transculturale permanente, un gruppo teatrale di donne italiane e straniere eterogeneo per esperienza, età e provenienza le cui produzioni “Wu” (Premio Terzani 2007), “Mobile Home”,”Sconfini” (2007-2009)ruoteranno attorno al tema dell’identità. Céline Poulat,attrice (1973) Laureata in interculturalità, incontra il Théatre de l’Unité(teatro di strada e teatro d’intervento). Frequenta laboratori teatrali in Francia (Jacques Livchine: Anti-école de théatre; Hervée de Lafond: corso di perfezionamento; Susanna Lastreto: iniziazione all’uso della maschera e commedia dell’arte; Alain Bertrand: il clown di teatro) e Italia (Tapani Mononen: teatro intimista; Barbara Altissimo: teatro-danza;Roberto Mazzini: teatro dell’oppresso). Dal 1999 al 2003, in Francia, si forma con il Théâtre de l’Unité e collabora con la Compagnie des Bains Douches, la compagnia Gakokoé e la Française de Comptage (tournées in tutta la Francia e internazionali-Russia, Canada, Togo, Belgio). Nel 2003 è assistente della regista franco-russa Nathalie Conio per la creazione dello spettacolo Sans Voix. Nel 2004, diarista per l’Ecole des Maitres del regista canadese Denis Marleau, si avvicina a un teatro più formale, di ricerca. Nel 2009 firma la direzione artistica di uno spettacolo sperimentale con attori dilettanti "L'Esperienza di un viaggio" e si forma alla metodologia di Teatro dell’Oppresso al CTO di Parigi, con Rui Frati, Joel Anderson e Vincent Vidal. Prosegue la sua formazione al metodo di Boal con Roberto Mazzini, Manfred e Helga Weule (Austria) e comincia la collaborazione con la Coop. Giolli di Roberto Mazzini (Reggio Emilia), nel 2010 inizia una collaborazione con TeatrIndifesi di Luciana Talamonti (Modena). Svolge laboratori con bambini a Udine, in Francia, in Svizzera e in Palestina. 2011 .
Anno: 2011
Volevo fare uno spettacolo che parlasse di anoressia e bulimia in modo indiretto. E’ così che ho incontrato Les Choses(1965) un breve ed attualissimo romanzo di G.Perec. L’autore-narratore applicando gli insegnamenti della sociologia vi descriveva scientificamente la vita di Jerôme e Sylvie, una giovane coppia anni ’60, soggetta alle regole della neonata cultura del consumo:


- Essere delle vittime sacrificali!
- Mostrarsi giovani,belli e immortali!
- Assumere modelli dall’esterno!
- Entrare in competizione nell’imitazione di quei modelli!
- Cercare di vincere senza esporsi troppo e senza impegnarsi troppo!
- Desiderare di arricchirsi senza lavorare!
- Mostrarsi superiori a tutto anche se si è schiavi dell’opinione!
- Farsi beffe delle regole tradizionali perché non si possiedono tradizioni!

L’ho tradotto. L’ho adattato alla scena.


Muovendo dal pieno al vuoto due attrici vestite di bianco raccontano la storia di una coppia. Dei fantasmi? Delle artiste di strada? Delle meretrici?Delle pazze?
Perec riportava in forma narrativa una storia già accaduta i cui protagonisti vivevano esclusivamente proiettati nel futuro. Il presente è assente. Così anche noi ci autorizziamo a giocare con la materia del tempo rimandando l’identità delle due narratrici al finale dello spettacolo creando un effetto di suspence.
Il testo, una narrazione quindi, viene sovrapposto alla creazione di specie di quadri viventi, frammenti di spazio vissuto,costruiti anche attraverso l’utilizzo di rumori ambientali.
Sullo sfondo due pannelli scorrevoli, tipo due quinte:si scoprirà in extremis che sono le lapidi delle tombe di Jerôme e Sylvie custodite dai personaggi bianchi pietrificati: l’ angelo giustiziere sempre col dito puntato e l’ angelo mimo,più garbato. Il mistero è stato svelato! Angeli e buffoni si prendono tradizionalmente la briga di annunciare verità etiche! Un’immagine e un monito: la morte,questo zero della vita come ci appare,vanifica radicalmente il desiderio e i suoi danni. Così per il disegno dei personaggi e la dinamica dei movimenti, l’analisi dello spazio e l’immaginario ci si ispirerà ampiamente alle VANITA’ barocche,rappresentazioni pittoriche dove figure di bellezza,piacere,ricchezza,potere,rigoglio sono affiancate da un teschio o uno scheletro che ne capovolge il significato.
Presenze discrete, invisibili,operose, i due angeli clowns agiscono in un non-luogo, in un non-tempo, una specie di eterno presente, un atrio, uno spazio cerniera tra il sacro e il profano,tra preghiera e vita attiva.


FEDERICA SANSEVERO

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Ci siamo incontrate per lavorare su "Les Choses" e abbiamo continuato la collaborazione con "Verso Dioniso e Gudurius" 2012 e "Virus" 2012
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