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Agamennone

Kerkìs. Teatro Antico in Scena
Regia: Ermelinda Çakalli, Christian Poggioni
Drammaturgia:
Attori: Chiara Arrigoni, Stefano Begalli, Eleonora Fedeli, Simone Mauri, Giulia Quercioli, Stefano Rovelli, Federico Salvi, Davide Salvucci, Lisa Zanzottera
Anno: 2018


Generi: Prosa

Tags: #agamennone, #eschilo, #teatroantico, #vendetta, #sangue

Nel nostro Agamennone vibrano colori e suoni arcaici trasferiti in uno spazio scenico senza tempo. Il ritmo di Ares che risuona in lontananza da Troia si materializza tra il pubblico con l’ingresso marziale del coro e vibra nelle parole sanguigne di Clitemnestra, madre ferita che si trasforma in leonessa assetata di vendetta. Nella reggia domina il nero: è un luogo oscuro, popolato dai fantasmi del passato e dal rancore di una madre incapace di perdonare. Il ricordo di Ifigenia evocato dal coro è, in questa resa scenica, presenza in carne e ossa di un’attrice: come uno spettro incatenato a quelle mura, vestita di bianco, canta, dolcissima, le ultime parole che aveva rivolto alla madre in Ifigenia in Aulide e che, fatalmente, restano inascoltate: «Non odiare mio padre, il tuo sposo: mi sacrifica per la Grecia, ma suo malgrado». Il coro di giovani interpreti non sono gli Argivi rimasti indietro perché troppo vecchi per la guerra, ma, anzi, ragazzi che erano troppo giovani per partire: il loro ricordo di Ifigenia rivela l’ammirazione per l’eroismo e l’accettazione del destino di quella che era poco più di una bambina, come loro.
Ma non c’è tempo per i ricordi: bisogna prepararsi ad accogliere il re. Agamennone, con l’arroganza dei vincitori, porta come un pezzo di carne Cassandra sulle spalle e dalle sue parole sembra che la guerra non l’abbia ammorbidito: il suo atteggiamento ha qualcosa che ricorda i regimi totalitari di tutte le epoche. Lo spazio scenico è essenziale, nero, occupato solo dalle scale che portano alla reggia e da un ceppo anch’esso nero, che è il ripiano dove il re fa il suo discorso e il ceppo da macello dove Cassandra stessa, come Ifigenia prima di lei, si prepara a morire. In questo scenario dominato da colori cupi si accende il rosso dei tappeti, che accompagnano Agamennone e Cassandra nella reggia e preannunciano lo spargimento di sangue.
Il delitto, come vuole la tragedia antica, avviene fuori scena: è proprio Clitemnestra a raccontarlo, spudorata ed ebbra per la sua vittoria. Per Eschilo, la donna è protagonista attiva delle vicende, artefice del proprio destino e fortemente legata ai valori universali dell’uomo. Il continuo rapporto tra salvaguardia del nucleo familiare e senso di giustizia percorre l’intero dramma sollevando fin da subito interrogativi fondamentali per ogni tempo: l'ineluttabilità del destino, la catena inestricabile dei delitti di sangue che richiamano vendetta, il rapporto con gli dèi, la nascita della legge della città in contrapposizione alla pura logica naturale.
Sul finale, quando tutto sembra compiuto, il fantasma di Ifigenia torna e si unisce al macabro quadro familiare. Di una famiglia, però, ormai distrutta: il re e Cassandra morti, a terra, avviati già verso il regno dei morti, e la madre, che assapora la sua riuscita e non sa che presto anche lei, come ha anticipato Cassandra, diventerà oggetto di una nuova vendetta. Perché sangue chiama sangue. Almeno fino alla fine della trilogia dell’Orestea

Altri crediti: Direzione Artistica: Christian Poggioni
Musiche originali: Fabio Rovelli
Scenografie: Dino Serra
Costumi: Dino Serra, Chiara Barlassina
Video e foto di scena: Paolo Zunino

Produzione: Kerkis. Teatro Antico in Scena

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L’Associazione KERKÍS. TEATRO ANTICO IN SCENA, fondata nel 2011 da un gruppo di docenti, studenti ed ex studenti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, come dichiara l’articolo 3 del suo Statuto, ha la finalità di promuovere la messinscena di spettacoli della tradizione classica greca e latina e di eventuali loro successive rielaborazioni, senza dimenticare anche altri aspetti performativi creati dalla cultura antica (il mimo, il dialogo filosofico, la narrazione, l’epica e l’oratoria).


È iscritta all’albo provinciale di Milano delle Associazioni di promozione sociale e culturale e agisce in ambito milanese, nazionale e internazionale.
La sua attività si muove sul fronte sia formativo che artistico.
Primario scopo è coltivare una sensibilità per i testi dell’antichità greca e latina che ci hanno raggiunto, educando un gruppo di attori, musicisti, drammaturghi, costumisti, scenografi capaci di affrontare le complessità e sottigliezze dei drammi classici attraverso una seria tecnica specifica messa in dialogo con le attività di ricerca scientifica e di didattica che, in riferimento al Teatro greco e latino e, si svolgono in Università Cattolica del S.C. con la collaborazione dell’Accademia di Belle Arti di Brera, con cui condivide progetti di ricerca e di realizzazioni artistiche.


Il secondo scopo, ma non ultimo, è offrire spettacoli che possano restituire sulla scena teatrale contemporanea drammi capaci di sorprendere, comunicare idee ed emozioni, muovere negli spettatori la tensione a una creatività, far emergere le radici in cui scoprirci eredi di una civiltà arcana, ma ancora presente, viva e dinamica, grazie alla quale possiamo riconoscere e fondare la nostra identità.

Al momento l’Associazione ha all’attivo più di dieci spettacoli, realizzati dal 2011 a oggi: Ione di Euripide, Elena di Euripide, Misantropo di Menandro, Anfitrione di Plauto, Rane di Aristofane, Baccanti di Euripide, Alcesti di Euripide, Rudens di Plauto, Pluto di Aristofane, Fedra di Seneca e, ad ultimo, Agamennone di Eschilo.

La Direzione Artistica dell’Associazione è di Christian Poggioni, diplomato al Piccolo Teatro di Milano, mentre la Direzione Scienfitica della prof.ssa Elisabetta Matelli, docente di Storia del Teatro Greco e Latino e di Storia della Retorica Classica presso l’Università Cattolica del S.C. di Milano. Accanto a questo figure di riferimento si muove un team affiatato di collaboratori e di giovani attori under35, professionisti o allievi universitari.
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