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Chanson (Indi)Geste

Scenica Frammenti
Regia: Loris Seghizzi
Drammaturgia: Gabriele Benucci
Attori: Carolina Cavallo (Angelica), Eros Carpita (Ferraù), Daniele Milano (Rinaldo), Carlo De Toni (chitarra), Alessandro Buonamini (contrabbasso)
Trailer: Link
Anno: 2017


Generi: Teatroragazzi (8-18)

Tags: teatro, paladini

Un bosco incantato nel quale sono prigionieri due “paladini”, il cristiano Rinaldo e il Moro Ferraù. A tenerli segregati in questo luogo la magia di Angelica, la donna della quale i due, l’uno all’insaputa dell’altro, sono all’inseguimento di ritorno dal Santo Sepolcro. È in questo spazio chiuso, onirico e grottesco, che si svelano i bassi istinti sessuali e predatori che animano realmente i due cavalieri, solo apparentemente schierati su campi avversi.

Chanson Indi-Geste offre allo spettatore uno sguardo disincantato e atipico sul mondo dei paladini e delle loro imprese che serve da pretesto per una riflessione offerta al pubblico sulle guerre, sopratutto quelle di religione, combattute in tutti i tempi ed in tutti i luoghi. E’ questo il punto di partenza di uno spettacolo che prende spunto dalle Chansons del ciclo carolingio e bretone (ma anche dall’Orlando furioso dell’Ariosto che da esse riparte), per dare vita ad un episodio che potrebbe appartenere ad una Chanson “Indi-Gesta”, ovvero difficile da digerire da un punto di vista etico per il ribaltamento proposto degli stilemi poetici dei testi medievali: il paladino eroe indiscusso, difensore dei deboli e degli oppressi, della donna e dei princìpi cari alla morale cristiana.

La scelta stilistica adottata per la scrittura è quella di una prosa poetica che sfrutta il verso e la rima. L’obiettivo è quello di caratterizzare linguisticamente il testo con il richiamo alla tradizione, ma rendendo per questo più stridente il contrasto con il messaggio proposto: quello che le guerre non hanno mai nobili cause che le giustifichino.
In questo senso è l’uomo, inteso come “maschio combattente”, a rappresentare la ferocia della guerra e dei bassi istinti di conquista e potere che, rivestiti di alti ideali, sono causa di sofferenza sempre e dovunque.
È così che il Paladino (Rinaldo) ed il suo alter ego, il Moro (Ferraù), diventano portatori di un’etica della distruzione e della ferocia stigmatizzata nella grottesca condivisione di atti inumani. Per questo, il merito ed il vanto della dignità cavalleresca risiedono, l’uno agli occhi dell’altro, nel mero numero di uomini, donne e bambini trucidati.
La perdita di umanità dei due “cavalieri” viene duplicata nel passaggio da un linguaggio elevato ad uno basso, secondo l’equazione: degradazione umana = degradazione linguistica. Incapaci così di controllare i loro bassi istinti, i due diventeranno anche incapaci di controllare la lingua, aulica ed elegante, nella quale si esprimono per mera convenzione, tornando a parlare un dialetto che rappresenta la loro vera, crudele, natura.

In tutto questo gioco di rimandi sarà la Donna (Angelica) a risultare vincitrice, in quanto depositaria di una sincera umanità. E d’altronde sarà sempre lei, è proprio il caso di dirlo, a tirare le fila delle vicende dei due cavalieri che, mossi dalle sue abili strategie, si paleseranno niente altro che Pupi nel senso della più classica tradizione popolare siciliana.

Produzione: Scenica Frammenti

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Scenica Frammenti è il proseguimento naturale di una compagnia di prosa a carattere familiare nata nei primi del ‘900 da un’idea di Fausto Barone e Assunta Tampone.
La Compagnia Barone inizia come compagnia di giro, affiancandosi ai grandi nomi del teatro di allora. Durante la seconda Guerra mondiale, dopo la morte di Fausto Barone, la sua eredità viene raccolta da Assunta e dai suoi due figli.
Nell’immediato dopo guerra c’è l’incontro con Franco Seghizzi, un giovane regista teatrale, a sua volta figlio d'arte. Dall’unione tra Franco e Vincenza Barone - figlia minore di Fausto e Assunta -, nascono quattro figli che entrano da subito a far parte del progetto artistico. Viene quindi creata la “compagnia di prosa viaggiante” chiamata I Sorgenti e, quando le compagnie di giro rimasero poche, I Superstiti.
Con il contributo del Ministero Turismo e Spettacolo, I Superstiti portano nei teatri e nelle piazze italiane le opere in prosa dei grandi autori contemporanei e produzioni originali, spesso di impronta sociale, ricevendo riconoscimenti e premi in tutto il paese.
Nel 1973 la compagnia si stabilisce in Toscana. E’ una delle prime a portare il teatro nelle scuole, inizia a sperimentare nuove forme di spettacolo dedicandosi al teatro musicale e di ricerca fino al 1986, anno in cui scompare Franco Seghizzi.
Nel 1998 Loris Seghizzi (quarto figlio di Franco e Vincenza), ereditando il patrimonio storico/artistico dei genitori, decide di fondare una sua compagnia.
Nasce Scenica Frammenti e un progetto artistico di nuova generazione.
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