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Viene il mattino azzurro

Diaphanès Teatro - Ass. Cult. P.R.T. I servi di Scena
Regia: Mario Barzaghi
Drammaturgia:
Attori: Tiziana Tricarico, Simone Lampis
Trailer: Link
Anno: 2012
Definire la pazzia è molto difficile: si apre uno spazio immenso delimitato dalla sofferenza e dalla furia.
Il pazzo non è il folle, tuttavia la società sembra non avere dubbi al riguardo e, forte delle sue regole, giudica e agisce di conseguenza, rinchiudendo e curando le persone così definite come pericolose per se stesse e in relazione agli altri.

Lo spettacolo tratta delle persone sregolate che avvertono la vita in modo magmatico, che si ribellano, che amano in modo sgangherato e che, pur essendo state trattate violentemente, riescono a ricomporre i cocci della vita e a concepire la propria
rinascita.

Lo spettacolo nasce dal desiderio di approfondire queste diverse concezioni del vivere, ma soprattutto vuole cercare, attraverso il teatro, di rendere visibile il misterioso parallelismo che unisce Alda Merini (riconosciuta poetessa dopo un lungo periodo d’internamento) e Ferruccio Brugnaro (poeta operaio di Porto Marghera), legati inconsapevolmente dalla stessa voglia di resistere e di rinascere.

Nella poesia di Brugnaro la fabbrica ha l’odore della morte e quell’odore di morte, quella mancanza di amore, è qualcosa che costantemente ritorna anche nelle parole della Merini:

“Non vogliamo maschere antigas, né a Porto Marghera né altrove.
Impacchettate le vostre fabbriche, il vostro progresso. Non
vogliamo la morte. Portate via la morte immediatamente”. F.B.

Allo stesso modo, attraverso uno sguardo che dalla nostra prospettiva sarebbe inimmaginabile, Alda Merini ci rivela:

“Fra gli escrementi e le latrine puzzolenti imparai ad amare i mie simili”.

E ancora:
“Ero matta in mezzo ai matti. I matti erano matti nel profondo, alcuni molto intelligenti. Sono nate lì le mie più belle amicizie. I matti son simpatici, non così i dementi, che, sono tutti fuori, nel mondo. I dementi li ho incontrati dopo, quando sono uscita”.

Quanto riscatto c’è in una situazione estrema? Quanto possiamo sublimare la bruttezza? Quanta bellezza possiamo intravedere in una situazione disperata? La messa in scena cercherà di rendere visibili questi “scarti psichici” rimanendo in bilico fra il teatro e la danza, fra il teatro e la poesia.

Due i personaggi: una figura femminile che sarà rinchiusa (è la poesia?) e una figura maschile atemporale che intervenendo in modo sghembo favorirà, attraverso la poesia, la rinascita del personaggio femminile.
Le due figure si scontreranno e si incontreranno in una lotta feroce che è amore profondo, e la scena stessa diventerà “...uno sterminato campo di battaglia dove si combatte una guerra senza quartiere tra la ragione e la demenza, tra la vittoria e la disfatta.”

Mario Barzaghi, ottobre 2012

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Diaphanès Teatro nasce a Milano nel 2012, dall’incontro di Tiziana Tricarico (Teatro La
Madrugada), Mario Barzaghi (Teatro dell’Albero) e Simone Lampis (Teatro La Madrugada) con
la creazione dello spettacolo “...viene il mattino Azzurro” e grazie a questo si costituisce come
compagnia.
Mario Barzaghi, attore d’esperienza e pedagogo, è il regista di riferimento del gruppo.
“...viene il mattino Azzurro” ha permesso di far evolvere i legami fino a quel momento solo
pedagogici e di trasformare il rapporto in una vera collaborazione artistica.
La consuetudine pedagogica sottende una comunanza di linguaggio, una base utile per una
ricerca in cui il teatro, la danza e la musicalità possano incontrarsi e confrontarsi in un unicum
artistico.
Le linee progettuali di Diaphanès Teatro si innestano nella tradizione del teatro di gruppo
inteso come laboratorio di ricerca e acquisizione del mestiere dell’attore attraverso la pratica
artigianale.
La ricerca nell'ambito dell'arte dell'attore prevede un lavoro sul corpo e sulla voce di natura
soprattutto ritmica, legato, nella sua matrice originale, al teatro-danza indiano e integrato, a
sua volta, con contributi occidentali presi a prestito dalla danza classica e contemporanea,
dal flamenco e dal mimo corporeo.
Questa costituisce la base di lavoro da cui prendono poi forma gli spettacoli di volta in volta
sviluppati in relazione alla tematica affrontata.
Ogni spettacolo nasconde dunque nella sua natura di processo creativo anche un passo
avanti dal punto di vista della pedagogia.
Nel 2014 la compagnia debutta con il suo secondo spettacolo, “Mi e Ti ...a semm in dü” di
carattere surreale.
Tra le relazioni con altre realtà ricordiamo la continuità progettuale col Teatro La Madrugada
(Milano) e il Teatro dell’Albero (Milano), e la collaborazione con il Teatro dei Venti (Modena) per
gli spettacoli di strada sui trampoli.
Diaphanès Teatro è presente nella pedagogia teatrale dell'infanzia presso la scuola primaria
dell’Istituto Ciresola di Milano.
Attualmente Diaphanès ha aperto le sue porte anche alla drammaturga Daria D. e al
videomaker Lorenzo Sangalli dando il via a una nuova collaborazione artistica per una
produzione teatrale ispirata alla fotografa americana Francesca Woodman.
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