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Gianni Brail

Teatro Serra
Regia: Pino Carbone
Drammaturgia: Pietro Tammaro Alberto Mele
Attori: Pietro Tammaro
Anno: 2015


Generi: Prosa

Tags: giannibrail, omosessualità, villachiara, bipolare; maternità

Era il 2013 quando fui ricoverato per la seconda volta presso la struttura Villa Chiara, il dipartimento di psichiatria di Napoli. Un agosto tremendo, vittima di canicole e manie di persecuzioni. Quando si entra in uno di questi posti, il primo pensiero lucido è quello di trovare un modo per venirne fuori. Il mio ce l’avevo sotto gli occhi, lì, fra lenzuola e grida, fra camici bianchi e sigarette: le storie di tutti noi.
Come nelle situazioni più inaspettate, fu la storia che scelse me. Si presentò sotto le sembianze di M.C., un allampanato signore sulla trentina che mi accolse con un aggraziato disagio che si trasformò quasi subito in un’inafferrabile intimità. Capii che la sua storia poteva raccontare quelli di tutti, me compreso. E fu così che scelsi di cominciare a scrivere GIANNI BRAIL.
La prima idea che mi è balzata alla mente è stata quella di raccontare tutto in modo semplice. Come la racconterebbe un pazzo. Una storia semplice e assurda, come solo qui dentro potevano nascerne. Ho cercato sin da subito di mettere tutto in GIANNI BRAIL: la malattia mentale, le violenze, i rapporti con la famiglia, l’omosessualità, la voglia di maternità, l’arte come unico veicolo di speranza e di salvezza. Un amore salvifico anche quando distorto, piegato, incompreso, urlato, violento. Tutto questo per me aveva inizialmente un unico scopo: rendermi libero.
E così, una volta terminata la mia degenza, ritornato negli strali di questa città allucinante e allucinata, ho cercato il modo per far sì che tutte le idee raccolte prendessero forma. Insieme all’autore e mio caro amico Alberto Mele abbiamo scelto una strada narrativa e drammatica per costruire un monologo che raccogliesse la necessità di raccontare tutte le implicazioni sociali, emotive e civili dell’essere pazzi in un mondo che ancora oggi contempla le malattie mentali solo da un punto di vista patologico.
In GIANNI BRAIL, un omosessuale bipolare ricoverato per l’ennesima volta, convinto di aspettare un bambino a seguito di uno stupro che lui non riesce a considerare come tale, convivono una serie di domande alle quali la società odierna sembra non voler dare risposte. A cosa serve la verità se non a renderci liberi? A chi possiamo chiedere aiuto, se non riusciamo a pagarne il prezzo? A cosa serve cercare di guarire se il mondo non è pronto ad accettarci così come siamo?
“ Mamma’ mi diceva sempre che le cose rotte si possono aggiustare. Ma poi anche lei ha capito che certe cose non si aggiustano più”, questo dice Gianni in un momento di lucida passione. Ed è per questo che abbiamo scelto di scrivere questa storia. Provare a capire se ciò che è rotto per qualcuno, possa rappresentare un’occasione di rivincita per tutti. Permettere a Gianni di continuare a sperare in una vita migliore è un lusso di cui l’umanità non dovrebbe mai privarsi.

Produzione: Associazione culturale Teatro Serra

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L’associazione Teatro Serra nasce a Napoli, nel 2016 e rappresenta uni incubatore teatrale, nell’area dei Campi Flegrei. Numerose le produzioni teatrali dell’associazione ed altrettanto numerosi sono stati i progetti che hanno trovato terreno fertile per nascere all’interno del caratteristico spazio di Fuorigrotta. Ogni anno, infatti, il Teatro Serra allestisce una propria stagione teatrale, con direzione artistica a cura del Presidente Pietro Tammaro.Tra le molteplici produzioni, si segnala la partecipazione nel 2018 al "Napoli Teatro Festival" con "Jenga" scritto e diretto da Marco Montecatino ed Alberto Mele.L'associazione ha fatto parte del Progetto "HeartH" del Comune di Napoli, del 2021 ideato da "Teatri Associati" di Napoli ed "Interno 5", ottenendo il contributo per la residenza della compagnia "I Pesci" di Napoli.Sempre nel 2021, l'associazione ha ideato il "Premio Serra - Campi Flegrei", concorso di teatro per attori monologanti, vinto per la prima edizione dall'attrice Francesca Fedeli. Il Premio ha ottenuto già dalla prima edizione il Patrocinio del Comune di Napoli e della X Municipalità (Fuorigrotta-Bagnoli)Nel 2022, per la seconda edizione del "Premio Serra - Campi Flegrei", l'associazione ha ottenuto per il secondo anno consecutivo il Patrocinio del Comune di Napoli. Visto il successo della prima edizione, è stato allargato il Premio, con una seconda sezione dedicata agli autori.Nel 2022 partecipa, con l’associazione “Dramaturgie” di cui è capofila, al Progetto “Affabulazione” del Comune di Napoli, per la messa in scena di due spettacoli: “Il mio amico D”, scritto e diretto da Pietro Tammaro, e “In fondo al pozzo”, scritto e diretto da Mauro Palumbo, con Pietro Tammaro ed Antonio Buonanno.Nel 2023, per la terza edizione del “Premio Serra – Campi Flegrei”, ha avuto per il terzo anno consecutivo il Patrocinio della Città di Napoli. Le sezioni in gara sono diventate tre: autori, attori e registi.Per la Stagione teatrale 2022/2023, l’associazione ha ideato e gestito la Rassegna teatrale “Campi Ardenti””, ospitando 10 spettacoli di nuova produzione, con giovani talenti, con cui è venuta in contatto grazie al Premio Serra.Inoltre, nella stagione teatrale 2022/23, l’associazione ha prodotto lo spettacolo “La misteriosa scomparsa di W” di Stefano Benni, con Giulia Piscitelli, regia di Mauro Palumbo, in scena al Teatro “Sancarluccio” di Napoli dal 17 al 19 febbraio 2023.L’accesso allo spazio teatrale è garantito anche alle persone con disabilità, grazie all’ausilio di un Monta-scale. Lo spazio si contraddistingue per essere realizzato con materiali di riciclo e, grazie ad un’attenta campagna di smaltimento dei rifiuti (umido, plastica, metallo, vetro), opera dal 2016 ad impatto zero sull’ambiente.
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