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EVE - cabaret femminicida

NONSOCHE teatro
Regia: Monica Ceccardi e Silvia Quarantini
Drammaturgia: Silvia Quarantini
Attori: Monica Ceccardi Silvia Quarantini
Trailer: Link
Anno: 2014


Generi: Prosa

Tags: femminicidio, stereotipi, misoginia, alieni, cabaret

Due strani presentatori TV, una coppia di amiche mostruose e un duo di alien(at)i si avvicendano in tre quadri sulla scena, dando voce a pensieri “vietati” o sconvenienti ma in fondo molto comuni, che nutrono come cibo invisibile le nostre menti. Che succede se quei pensieri diventano parole sulla scena? Prende vita un insolito cabaret che potrebbe rivelare aspetti grotteschi del reale.
La violenza sulle donne affonda le radici in zone oscure della psiche umana, maschile e femminile. Perché allora non andare a esplorare, con ironia e leggerezza, quella penombra per provare a cambiare, almeno un po’, il nostro sguardo sul mondo?
Da qui parte un viaggio caustico attraverso alcune narrazioni fondanti della nostra civiltà, una rassegna di personaggi femminili che popolano l’immaginario collettivo, condizionando inevitabilmente la percezione del femminile.

Linguaggi
Nel primo quadro (ANTROPOLOGIA), lo spettacolo prende le mosse dalle forme del cabaret, con un'alternanza di momenti musicali e veloci scambi di battute che fanno il verso al linguaggio televisivo, chiamando in causa il pubblico come finto interlocutore (senza possibilità di replica, come in televisione): siamo di fronte a una televendita mascherata da programma culturale, dove i piazzisti Sybil e Goliard vendono a prezzo stracciato immagini femminili destinate a fecondare ancora molto a lungo l'immaginario collettivo. Il secondo quadro (LOGICA) ha la staticità e la verve comica di certe sit-com a camera fissa, che sembrano restringere la quarta parete ad un finestrino o – ancora – allo schermo di un televisore (lo stesso da cui le due amiche mostruose sembrano non poter distogliere lo sguardo, mentre sono prigioniere di un trattamento di bellezza autoinflitto). Si approda, infine, nel terzo quadro (IL METAUMANO) a una forma più tradizionalmente teatrale: assistiamo ad un vero e proprio “prologo in cielo” che dà la paradossale chiave di lettura della guerra tra i sessi; qui i due personaggi osservano, non visti, l'umanità e si preparano a intervenire nel canale televisivo terrestre per perseguire i loro scopi di dominio. La recitazione non naturalistica e l'invenzione linguistica in questo quadro fanno il verso alla fantascienza anni Sessanta, creando un cortocircuito gustoso tra l'ingenuità vintage del linguaggio e la disarmante lucidità dell'analisi alien(at)a dei rapporti uomo-donna.

Il grottesco e l’umano
Il polo opposto al grottesco è rappresentato per noi dalla bellezza dell’umano, che vive dell’ unicità, varietà e verità di ogni individuo ed è affidato alle parole di alcune grandi donne che ci hanno guidato nella nostra ricerca, composte in nuvole sonore da Stefano Papetti. Quelle voci femminili sembrano suggerire che ciò che resta all'uomo è la sua fragile e contraddittoria umanità, il cui fiore più lucente e sofferto è l'amore.

Altri crediti: Drammaturgia del suono: Stefano Papetti
Disegno luci: Claudio Modugno
Bozzetti scene: Marco Ferrarra
Realizzazione scene: David Shushan
Tecnico: Matteo Pozzobon
Foto e video: David Shushan
Ufficio promozione: Daniele Giovanardi

Produzione: NONSOCHE teatro

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Monica e Silvia si incontrano per la prima volta al CTB-Teatro Stabile di Brescia nella stagione 2012-2013, dirette da Elena Bucci e Marco Sgrosso in Mythos, un viaggio nel mondo della tragedia greca (da Eschilo, Sofocle ed Euripide). Da quel primo incontro nasce, insieme ad altri colleghi, un lavoro sul tema de La peste di Camus, con uno studio poi finalista al Premio Lidia Petroni 2013. Nell’autunno dello stesso anno Silvia e Monica tornano a lavorare al CTB nel Tartufo di Molière, dirette ancora da Elena Bucci e Marco Sgrosso. Dalla condivisione quotidiana del lavoro sul palco e della vita in camerino nasce l'idea di un nuovo percorso di ricerca teatrale, con un’attenzione particolare alla condizione femminile. Un luogo del corpo, della mente e del cuore, è il loro NONSOCHE. La compagnia debutta nel luglio 2014 con lo spettacolo “EVE – cabaret femminicida”, creazione interamente originale e autoprodotta.
Monica Ceccardi, classe 1981, nel 2004 ottiene il diploma di attrice dell’Accademia Palcoscenico del Teatro Stabile del Veneto e il premio Franco Enriquez come migliore attrice della scuola. In questi anni lavora al Teatro Stabile del Veneto, diretta da A. Terrani (Ippolito), e al Meta Teatro di Roma, diretta da P. Di Marca (Maldoror). Nel 2006 ottiene la Laurea Magistrale con lode in Filosofia. Nel 2006-2007 lavora al CTB diretta da C. Lievi (Il mio amico Baggio) ed è assistente alla regia di M. Mezzadri (L’inverno di Diderot). Tra il 2007-2008 si dedica all’allestimento di progetti personali (Nel centro dell’umiltà e 1974-La crocifissione della grazia). Dal 2009 al 2013 fa parte di Fondazione AIDA (Verona), comei attrice e autrice di vari spettacoli, tra cui Giulietta e Grammatica della fantasia. Nel 2010 debutta con un suo testo in inglese (Pasolini’s leaves – Shining trash) a LaMama theatre di Melbourne. Nel 2012 e nel 2013 è al CTB, diretta da E. Bucci e M. Sgrosso (Mythos, Tartufo).
Silvia Quarantini, classe 1979, dopo la maturità vive e studia a Padova dove si laurea in Lettere Antiche (2004); qui collabora con la cooperativa teatrale La comedìa, con lavori su Ruzante. Si trasferisce a Genova, dove si diploma alla Scuola di Recitazione del Teatro Stabile (2006). E' segnalata nella sezione femminile del Premio Hystrio 2007. Partecipa alla Summer School del Napoli Teatro Festival "Tradition and New Creativity in the Performing Arts" (2009). Lavora in teatro con i registi: A.L. Messeri, M. Mesciulam, T. Conte, M. Sciaccaluga, S. Maifredi, O. Lanza, Ricci/Forte, Marco Ghelardi, Alex Ollé – Fura dels Baus. Dal 2012 e per due stagioni consecutive lavora al CTB-Teatro Stabile di Brescia con E. Bucci e M. Sgrosso (Mythos, Tartufo). Cura la regia di Apparizione di Fantasmi del Teatro, ovvero L'orso di Cechov, spettacolo pensato per spazi non teatrali. Recita in alcuni spot pubblicitari e corti indipendenti e partecipa al film Diaz – Don't clean up this blood di Daniele Vicari (2012).
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