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Angelo della gravità (un'eresia)

Michele Schiano di Cola
Regia: Michele Schiano di Cola
Drammaturgia: Massimo Sgorbani
Attori: Michele Schiano di Cola
Trailer: Link
Anno: 2014


Generi: Prosa

Tags: Angelo, ciccione, amore, morte, sesso

IL TESTO
Angelo della gravità è un testo nato in seguito alla lettura riportata anni fa sui giornali: negli Stati Uniti, un detenuto nel braccio della morte era in attesa che la sua condanna a morte venisse eseguita tramite impiccagione. L’esecuzione, però, era stata sospesa perché il condannato in questione era grasso al punto che il suo peso avrebbe spezzato la corda del boia. Il fatto di cronaca è rimasto un semplice spunto. Angelo della gravità non è la storia di quell’obeso, ma di un obeso, un uomo con evidenti problemi di disordine alimentare e di immaturità psicologica, un animo infantile intrappolato in un corpo cresciuto a dismisura. La sua unica consolazione è il cibo. Il cibo, un tempo ricevuto dalla madre, è il solo, più alto dono d’amore che lui conosca. E proprio inseguendo il cibo l’uomo approda nel paese da favola dove i supermercati sono aperti a tutte le ore e i panini sono come quelli dei fumetti: gli Stati Uniti. Qui, in terra straniera, consuma l’efferato ma candido delitto per il quale viene condannato all’impiccagione. Il monologo è il resoconto che l’uomo fa delle sue vicende mentre attende di essere appeso alla corda del boia. Nel corso del monologo, il condannato a morte costruisce la sua personale visione del mondo, la sua cosmogonia, e lo fa utilizzando i soli elementi di cui dispone: cresciuto nel culto delle merci e della televisione, disegna una delirante concezione dell’ordine universale e morale nella quale la pornografia coincide con l’agape e l’indigestione con l’eucarestia. Forte di questa fede, l’obeso approda alla visione celeste degli “angeli della gravità” che grazie alle loro ali vincono il peso della materia e si elevano verso Dio. Nella certezza di entrare a far parte della schiera di questi angeli, il condannato affronta con serenità la sua morte imminente e si consegna a una paradossale ma autentica santità.

NOTE DI REGIA
Lo spazio di una simile performance non è tanto un luogo quanto un’ estensione del corpo del protagonista, delle sue nevrosi e morbosità. Fulcro di tale prospettiva registica è la fragilità e l’ inadeguatezza dell’uomo nelle perversioni della civiltà contemporanea (di cui è artefice e vittima). In un mondo in cui amore è pornografia, nutrimento è bulimia, religione è consumo, l’uomo-infante con i suoi istinti primordiali vive la sua inadeguatezza attraverso la morbosa costruzione di riti-nevrosi che ossessivamente hanno il compito di sublimare le proprie fragilità. La scena è dunque l’uomo. La cella è dunque proiezione dei bisogni e necessità del corpo e della mente dell’uomo. Lo spazio scenico è tappezzato di pagine di giornali pornografici,disposti con cura nell’affannosa ricerca di un amore deviato; una bilancia scandisce il tempo di riti-partiture fisiche che si susseguono sempre uguali verso la (de)generazione del nutrimento in morte; Un’altare-insegna di supermercato, dove il rito dell’eucarestia si confonde,

Altri crediti: Disegno Luci Gennaro Di Colandrea
Direzione Musicale Michele Maione
Scenografia e Costumi Lia Anzalone

Produzione: Marina Commedia

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Michele Schiano di Cola si diploma presso la Scuola del Teatro Stabile di Torino diretta da Luca Ronconi; Prosegue la sua formazione frequentando una Masterclass presso il teatro Eliseo di Roma, La Nouvelle Ecole des Maîtres diretta da Franco Quadri, il corso di perfezionamento per attori professionisti del Mercadante Teatro Stabile di Napoli diretto da Luca De Filippo.
E’ diretto, in Italia dai registi: Valerio Binasco, Teresa Ludovico, Jurij Ferrini, Mario Martone, Mauro Avogadro, Davide Iodice, Mimmo Borrelli, Claudio Longhi, Claudio Autelli;
In diverse produzioni internazionali è diretto da: Bruce Myers, Matthew Lenton, Guy Delamotte, Gerard Watkins, Victor Alimpiev, Marian Zunin.
Recita con: Paolo Bonacelli, Natalino Balasso, Franco Branciaroli, Massimo Popolizio, Neri Marcorè, Renato Carpentieri, Carlo Croccolo, Warner Bentivegna, Bob Marchese, Marcello Bartoli. Nel corso degli anni collabora con alcuni dei maggiori teatri nazionali e internazionali: Teatro Kismet Abeliano Teatri di Bari T.R.I.C., La Corte Ospitale di Rubiera, Panta Théâtre di Caen, Institut Français Italia, Fondazione Teatro Piemonte Europa, Teatro Giacosa di Ivrea, Fondazione Pontedera Teatro, CSS Teatro stabile di innovazione del FVG, Fondazione Campania dei Festival/Napoli Teatro Festival Italia, Centre de Recherche et d’Expérimentation en Pédagogie Artistique-CREPA(CFWB/Belgique), La Comédie de Reims, centre dramatique national (France), Direcção-Geral dasArtes (Portugal),Teatro Nacional D. Maria II (Portugal), Teatro Litta, Teatro CRT, Mercadante Teatro Stabile di Napoli, Teatro Eliseo di Roma, Fondazione Teatro Metastasio di Prato, Biennale di Venezia, Fondazione Teatro Stabile di Torino.
Per il Napoli Teatro Festival cura nel 2018 la regia del "Sogno di una notte di mezza estate" di Shakespeare, prodotto da Teatri di Bari, andato in scena nella sezione Nazionale del festival stesso al Teatro Bellini di Napoli.
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