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LE SEDIE

officinateatrale
Regia: GIOVANNI CARPANZANO
Drammaturgia: GIOVANNI CARPANZANO
Attori: ANNA BROCCARDO FRANCESCA CARTAGINESE FRANCESCO MINIACI
Trailer: Link
Anno: 2014


Generi: Prosa, Altro

Tags: teatro, sedie, officinateatrale, react, drammaturgia, ricerca

Le Sedie hanno come sfondo un paesaggio onirico, espressione spettacolare di incubi e di fantasmi.
La messa in scena è violenta e crudele, perché non edulcora la realtà, non offre concetti nuovi ma una trasposizione: il racconto della condizione e del destino umani. Tutto ciò implica una rivoluzione della drammaturgia tradizionale: l'azione non è intrigo, ma una situazione complessa e conflittuale senza soluzione. I personaggi sono "tipi" senza psicologia, parlano per formule convenzionali e per luoghi comuni.
La riscrittura del testo originale e la messa in scena di Giovanni Carpanzano sono provocatorie e beffarde, volutamente polemiche. Il nonsense, però, non si estingue in mero gioco, ma cela una critica ben più profonda: al conformismo e alla banalità. L'evasione porta sempre al nulla, l'unica soluzione è accettare la vita nella sua contraddittorietà, negli elementi alienanti come nei suoi autentici valori.
La riscrittura vede non già una coppia di anziani ma due donne: espressioni di un’unica personalità avvolta nella follia della solitudine e della massificazione odierne. L’opera è ripensata come un lungo soliloquio in cui la persona si trova faccia a faccia con la sua coscienza deformata, con la sue follia, con le sue personalità multiple. L’essere umano è solo nella folla, e ciò lo rende ancora più tragico, ancora più assurdo. Le attrici rappresentano i borghesi inariditi e allucinati dalla solitudine, non riescono a comunicare, si illudono di esprimere il proprio dramma, ma i clichés indicano il vuoto interiore. Le loro vite sono sopraffatte dal materialismo, soffocante da una realtà che le aliena, e ogni tentativo di opposizione si conclude con il fallimento: rendersi conto di non aver reso possibile ciò che avrebbe dovuto essere, e vivere in un presente che non ha saputo essere.
Questo spettacolo rimette in discussione le forme tradizionali del teatro, c’è un rifiuto del realismo nella tinteggiatura dei caratteri e nella descrizione dei comportamenti sociali, il teatro non è il riflesso della realtà quotidiana: è una messa in scena, teatro metafisico, che mette in scena personaggi il cui valore simbolico testimonia la situazione dell’uomo nell’universo.
I personaggi sono esseri angosciati, senza scopo nell’esistenza: provano, invano, a sperare ancora, cercando, a tentoni, una via d’uscita in un universo nel quale non hanno il loro posto. Animati da comportamenti meccanici e ripetitivi, essi vengono poco a poco intrappolati in un ambiente in decomposizione. In un mondo estremamente estenuante, essi continuano a vivere per abitudine, aspettando una morte onnipresente che li getterà in un nulla definitivo.
Banalità delle parole, frasi destrutturate, povertà e tecnicità maniacale del vocabolario, onomatopee, battute brevi e sconnesse, lunghi monologhi verbali: tutto concorre a mostrare come il linguaggio, invece di essere strumento di comunicazione, è un ostacolo che non permette l’instaurazione di scambi veri tra gli esseri umani.

Altri crediti: Regia: Giovanni Carpanzano
Aituo regia: Maria Maddalena Ascione
Scenografie: Giovanni Raja da un'idea di M. Ronda
Costumi: Emilio Valente
Light Designer: Michele Seminara
Sedie: Emilio valente e gli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro

Produzione: OFFICINA TEATRALE - REACT - ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI CATANZARO

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L'Associazione Culturale d'Arte Varia "OFFICINA TEATRALE" capofila di Re-Act Residenza Teatrale.
Nata nel 2008 a Catanzaro, per iniziativa del regista Giovanni Carpanzano. Al suo interno è costituita dall'Accademia internazionale dello spettacolo "Officina Teatrale" (riconosciuta legalmente ex art.40 L.R. 18/85) nata per attività di formazione professionale artistica con l'obiettivo di preparare le figure operanti nei vari settori dello spettacolo. Officina Teatrale ha creato occasioni di confronto e scambio con la comunità, sostenendo un processo di educazione che ha coinvolto finora quattro generazioni di ragazzi. La compagnia dirige il suo lavoro alla scoperta, alla sperimentazione e alla ricerca continua. L’analisi del testo, le dinamiche del corpo in movimento e le potenzialità della scenografia (elemento vivo) sono la base di questa avanguardia di ricerca e di pensiero che trova le sue radici nel Metodo Lecoq. Gli studi e le esperienze che ci hanno portato a questa via di lavoro sono molteplici: dal metodo Feldenkrais, a Marta Graham, a Pina Bausch. L’obiettivo del nostro percorso di ricerca, che ha fondamento nella fusione e connessione tra danza e teatro, è quello di produrre un teatro di creazione, cioè promotore di linguaggi in cui sia presente l’espressione fisica dell’attore.
La produzione di Officina è rivolta ai nuovi linguaggi della drammaturgia contemporanea con particolare riguardo alla drammaturgia dell'oggetto e della luce.
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