Cookie
Questo sito si serve dei cookie di Youtube, Vimeo e Bunny.net per la visualizzazione dei video. Se prosegui la navigazione acconsenti all'utilizzo dei cookie. Leggi la nostra informativa estesa sull’uso dei cookie. Chiudendo questo box ne accetti l'utilizzo.

Cariddi. Mari nun ci né cchiù

Stellario Di Blasi
Regia: Stellario Di Blasi
Drammaturgia: Stellario Di Blasi
Attori: Stellario Di Blasi + una donna dai 50 anni in su ancora da definire
Anno: 2016


Generi: Danza, Performance, Installazione

Tags: danza, acqua, installazione, miti, sale

Cariddi è il primo passo di
una Trilogia ispirata ai miti, i colori e gli elementi dello Stretto di Messina.
Il progetto, così come ogni singolo tassello, mira a essere un piccolo monito su tematiche contemporanee: ecologia, sociologia ed economia.
In Cariddi, il messaggio metaforico vuole essere una riflessione sui danni ambientali causati dall’azione diretta dell’uomo e delle sue attività.
Attraverso l’esperienza del mito si vuole raccontare un ipotetico e forse realistico prossimo futuro che si trasforma creativamente in un immaginario asettico e malato che persino la storia e la mitologia subiscono.
Cariddi, vuole anche essere un modo per disquisire sul tema dell’abbandono, dell’attaccamento alle proprie radici, di una costrizione allo sradicarci che oggi ci viene in una certa maniera imposta. C’è il desiderio di andare, ma di contro c’è la perdita e il voler restare.
C’è in esso l’intento di voler protestare una crisi che rende un appiattimento sociale, in cui ogni cosa svanisce a favore del nulla. E’ in questa totalità di assenza che l’immagine, in bilico tra la realtà e l’oltretomba, viene a configurarsi in solitudine, Cariddi come ultima specie protetta da salvare, ultima goccia di un mare perduto che conserva in sé il ricordo di un mondo marino parallelo che sta per svanire.
Cosa accadrebbe allora se un giorno anche i miti locali si stancassero per assurdo e decidessero di lasciare tutto per trovare altrove (magari all’estero) qualcosa che li possa ancora tenere in vita?
Forse anche loro potrebbero un giorno essere indeboliti dal potere e dalle caste, dalla massoneria, dai pizzini e dal ti presento un mio amico.
Essendo Cariddi un gorgo marino, la cui appartenenza proviene dalla mitologia greca, come Naiade, si è predisposto una visione del personaggio a metà tra l’umano e il mostruoso, come una sorta di nuovo animale astratto da bestiario acquatico. Da qui la necessità di indagare con il corpo nuove modalità di movimento che non mirano ad essere descrittive ma che prendono spunto dagli elementi del mare.
Si vuole conferire quindi, una visione che abbia nell’immaginifico tutto ciò che il mare possa custodire al suo interno, dagli esseri che lo abitano al suo naturale essere incontenibile e spesso anche violento, ma con i suoi profumi, storia e la sua poesia.
Il progetto prevede l’inserimento di una donna, sui 60 anni.
Drammaturgicamente, la persona, è anche la concretizzazione dell’altro lato della sponda della costa siciliana; in questo senso, considerando le due sponde del ponte come vita e morte, la simbologia si fa cosmica: è il ponte che devono attraversare tutti gli uomini, ai quali nessuno può tirarsi indietro. E’ un’allegoria misterica contemporanea dell’ultima porta della vita, oltre la quale non è dato sapere cosa ci sia dall’altro lato della sponda. Una metafora sul lasciare andare, sulla perdita e su quanto sia necessario rischiare, in funzione di quanto si è disposti ad accettare un compromesso o accontentarsi.

Altri crediti: Luci: Danila Blasi
Musiche originali: Marco Accardi – Giorgio Amodeo
Residenza artistica: CSC Centro per la Scena Contemporanea, Kilowatt Festival, Farm Cultural Park - Scenario Farm

Produzione: FC@PIN.D'OC

Per visualizzare il video integrale devi essere registrato come operatore o teatro e aver eseguito l'accesso.

Non è stata caricata nessuna recensione

Per visualizzare la scheda tecnica devi essere registrato come operatore o teatro e aver eseguito l'accesso.

Condividi