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Antigone, Sorella d'Omertà

DiciassetteBi Compagnia Teatrale
Regia: Carmelo GIORDANO
Drammaturgia:
Attori: Vicky Macrì Carmelo GIORDANO
Anno: 2014


Generi: Prosa

Tags: Antigone, ndrangheta, omertà, violenza, informazione

“Antigone, sorella di omertà” è il racconto di uno stile di vita codificato, in cui ogni gesto, ogni parola, detta o non detta, ha un significato preciso e un peso specifico che può determinare la possibilità di vivere o la necessità di dover morire, in modo violento; e anche la morte è codificata, perché sia un messaggio per quelli che osservano in nome di un onore, anch’esso codificato, che è alibi; così si muore ingerendo acido muriatico per bruciare, con la bocca, le parole dette al nemico, in un mondo in cui il nemico è rappresentato dalle istituzioni.
Lo spettacolo è la messa in scena di vite con cui la ndrangheta interagisce, direttamente o indirettamente, modificandone il percorso e, spesso, l’esito; a partire da una vecchia, ironica, sceneggiatura di Amurri che, nel 1971, in un breve sketch, ha stigmatizzato un mondo, quello stile di vita codificato che si è sempre negato, addirittura, che finanche esistesse. I passi successivi dello spettacolo raccontano il dolore di una mamma dentro, una mamma per cui quella che vive è l’unica vita possibile, l’unica che conosce, l’unica capace di vivere, anche a dispetto dell’amore più grande per una che ha partorito e cibato con la sua carne, l’amore materno, quello per una figlia, scambiato senza esitazione con l’onore, l’omertà, la solitudine claustrofobica che impedisce finanche il contatto con gli estranei, con quelli per cui il codice, rigoroso, di comportamento è solo una curiosità letteraria.
Altra vita rappresentata guarda al giornalismo con la schiena diritta, esercitato da uomini che non hanno bisogno di prove, che collegano fatti e persone e con la loro arma, la penna o la tastiera, e che mettono paura, più delle istituzioni, perché raccontano e raccontando spezzano il muro di silenzio ed omertà necessario, al malaffare, per vivere; e la paura alimenta la ferocia in chi pesa una esistenza mettendo sull’altro piatto il piombo di un proiettile, in chi valuta lo scrupolo un disonore, in chi rispetta un codice di appartenenza, abbracciato con il sangue e il fuoco, più della stessa famiglia di origine…padre, madre sorelle o fratelli.
Antigone, sorella di omertà, è lo scontro fra due generazioni consanguinee che rispettano due diverse leggi, quella non scritta della dignità e della pietà contro quella codificata del rispetto e dell’onore, e quest’ultima non ammette digressioni, non ammette tradimenti neanche se compiuti dal suo stesso sangue che, anzi, è indicato come carnefice per ricomporre lo status, perché torni l’ordine fatto di parole, gesti e comportamenti che solo gli iniziati possono conoscere e capire. In questo scontro non c’è mai lieto fine, non finisce con una stretta di mano, un bacio; l’epilogo è sempre la fine di una vita e, se necessario, la sparizione anche della possibilità di piangere un corpo: “i maiali mangiano tutto, anche i capelli, non rimane nulla”.
Esiste una speranza? Si, e passa attraverso la capacità di dire “NO” e lo strumento principale è la conoscenza.

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DiciassetteBi Compagnia Teatrale nasce nel 2010 all'interno del Corso di Laurea in Disciplina delle Arti, Musica e Spettacolo, il DAMS dell'Università della Calabria, da cui prende anche il nome, 17b è il numero del cubo sede del Corso di Laurea. La formazione universitaria si è aggiunta alle esperienze teatrali dei soci fondatori che, in tempi diversi, avevano avuto approcci diversi con il Teatro, sia sulle tavole che nel settore della drammaturgia e della regia. i componenti hanno seguito laboratori di formazione con i più importanti teorici italiani contemporanei: Gabriele VACIS del Laboratorio Teatro Setimo, Massimo MUNARO del Teatro del Lemming, Alessandro GARZELLA Fabrizio CASSANELLI della Fondazione Città del Teatro. Armando PUNZO della Compagnia della Fortezza di Volterra, Saverio La Ruina, Francesco Suriano, Lindo Nudo, Peppino Mazzotta sono alcuni dei nomi che hanno contribuito alla formazione del pensiero drammaturgico e della forma scenica adottata. Teatro che coinvolga lo spettatore a partire dalle emozioni vissute sulle tavole, Teatro come Vita, vita dell'attore nella Vita del personaggio, Teatro che lasci un segno, il più possibile indelebile, sulla scia di Artaud e, ancora prima di Ruzzante, questo è ciò che ha unito i componenti in una Compagnia che indaga, qui e ora, i riverberi del Mito.
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