Note di regia de “La Grande W”
Leggendo il testo di Stefano Benni “La misteriosa scomparsa di W”, sono rimasta colpita dalla presentazione “pirotecnica” e surreale di un personaggio femminile che si affaccia alla vita con una capriola, con la sua nascita sparge gioia sugli astanti, guarisce malati terminali, e si fionda a pedalare sul suo triciclo rosso (apparso provvidenzialmente in suo onore) verso una realtà che lei immagina essere rosea e benigna... per essere immediatamente disillusa. Da qui la scelta di ricreare un’atmosfera circense che sottolineasse l’approccio fin troppo ottimista della protagonista alla vita, ma anche il suo destreggiarsi goffamente tra ciò che è e ciò che vorrebbe essere, o ciò che gli altri vorrebbero che lei fosse.
V è vittima delle sue aspettative, delle sue certezze che vengono sistematicamente meno, della sua ricerca spasmodica del suo pezzo mancante “V” che lei idealizza , convinta che sia un tramite per ritrovare la felicità perduta.
Il monologo viene recitato da due attrici che danno voce e corpo alle varie personalità della protagonista che si oppongono e sovrappongono continuamente, in un turbinio di ricordi e pensieri sconnessi.
Solo alla fine di questo percorso le due, si spoglieranno dei loro abiti sgargianti, per riconoscersi, lontano dalle sovrastrutture e pronte ad affrontare la vita per quella che è… o forse, solo per ricominciare tutto daccapo.