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LA MARIA STÓRTA primo di tre sacrosanti lamenti

Compagnia Alberto Salvi
Regia: Alberto Salvi
Drammaturgia:
Attori: Matilde Facheris, Barbara Bedrina, Cristina Castigliola, Sveva Raimondi, Gino Zambelli
Trailer: Link
Anno: 2013
Maria Benaglia detta la pelegrina nasce in Val Brembana. All’età di diciotto anni entra in convento, ma ne esce quasi subito. Orfana, si rifugia da parenti, che di certo non l’amano, perché subito iniziano le incomprensioni e i litigi. Di lì a poco si ammala, gravemente. Un piede le va in cancrena. Un mesto presagio di morte si affaccia sulla vita di Maria. Ma una speranza c’è: la grazia della Madonna delle Nevi. E allora Maria prega, prega e promette. Se il piede guarirà, sarà solo penitenza e devozione. E il piede, miracolosamente, guarisce. Maria Benaglia mantiene la promessa, percorre strade a piedi scalzi, con un rosario in mano e con in testa una sola cosa: la Madonna delle Nevi. Entra nelle case e chiede a chi vi abita conversione e un poco di cibo per sfamarsi. Chi esaudisce la sua richiesta, sarà benedetto; chi si rifiuta verrà maledetto al punto tale da prevedergli e augurargli disgrazie orribili. Presto la sua figura acquisisce sfumature strane, poco chiare, a volte torbide. C’è chi la considera una santa donna, devota alla Madonna, capace di portare luce e serenità nelle case che visita. C’è chi invece la teme, ne sfugge, accusandola di essere una strega, capace di orribili nefandezze e causare dolori e malattie. Figura popolare carica di contraddizioni e ambiguità, la pelegrina rimane, ancor oggi, nella memoria orale, personaggio a cavallo del labile crinale che separa il sacro dal profano, senza per questo perdere fascino, personalità e grazia.
La Maria Stórta è un monologo costruito interamente sul ritmo e sulla musicalità della parola. Non solo; è scritto di getto, violentemente, di pancia, è flusso di coscienza, è immagini, è colori e profumi, è vita che s’inerpica, cresce, si insinua, sboccia e mai, dico mai, muore. La Pelegrina non narra cosa le è successo, non descrive i luoghi che ha visitato, non racconta delle persone che ha incontrato; lei vive ogni istante al presente, un “qui e ora” che è uno schiaffo emotivo, una ferita che sanguina, ma che permette a chiunque di entrare istantaneamente in empatia viscerale con lei.
Mi sono interrogato numerose volte sul perché di tanta passione intorno alla figura di questa donna. Credo che la Maria Benaglia, con il suo integralismo, con le sue scelte così radicali e definite, con la sua esistenza vissuta senza maschere e imbrogli, abbia incarnato l’umano essere in tutta la sua pienezza. O, perlomeno, quell’umano essere che tanto mi attrae, quello carico di bene e di male, di vittima e carnefice, di oscuro e luminoso: con tutto il disastro che comporta questa convivenza.
Questa non è semplicemente la storia di una donna. Questa è la storia di una bimba, una sorella, una madre, una compagna, una moglie: è una storia al femminile. Ogni incontro, ogni figura, sia essa celeste o terrena, ogni creatura che si fa avanti, è femmina. Dopotutto, qualcuno, non troppo tempo fa, disse che Dio è madre.

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LA MARIA STÓRTA primo di tre sacrosanti lamenti è il primo lavoro del gruppo di artisti che si è riunito per un progetto comune. La formazione di diversi anni, la maturità acquisita nel tempo e le esperienze con diverse compagnie professioniste ha permesso lo sviluppo di un solido e affiatato gruppo di lavoro. Il progetto ha avuto una gestazione di circa sei mesi, dove oltre alla scrittura curata da Alberto Salvi con l’editing di Matilde Facheris, ci si è inoltrati nella partitura musicale, miscelando il lavoro di composizione di Gino Zambelli con il talento e le competenze vocali della stessa Facheris. Un’ultima parte del lavoro ha visto l’inserimento di un coro composto da tre attrici e cantati (Bedrina, Castigliola, Raimondi), a supportare e amplificare il naturale corso della narrazione. Lo stesso nucleo di artisti si sta ora muovendo per promuovere questa prima tappa di lavoro comune. Nel frattempo si stanno consolidando le basi per proseguire la collaborazione in altri progetti.
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