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mana chuma teatro

Sede: reggio calabria
Sito internet: https://www.facebook.com/manachumateatro
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Nata a Reggio Calabria nella seconda metà degli anni novanta, Mana Chuma sceglie fin dal principio di confrontarsi soprattutto con l’identità culturale e storica del territorio meridionale, sviluppando un proprio approccio alla drammaturgia legato alla contaminazione tra linguaggi differenti, e curando in particolar modo la ricerca sullo spazio e la sperimentazione di luoghi “altri” per il teatro. Del 1998 è "Vita e morte di Ruggieri di Risa" di Massimo Barilla, liberamente ispirato a "La canzone d'Aspromonte" (poema epico del XV secolo). “Terribìlio di mare – da Horcynus Orca di Stefano D’Arrigo” (2001), con la regia di Maria Maglietta, si inaugura un cammino di ricerca che si propone di creare spazi per il confronto tra idee, esperienze e generazioni teatrali diverse. “Il mondo offeso” (2002) - da Conversazione in Sicilia, per la regia di Maria Maglietta, con Salvatore Arena,- dà continuità a questo progetto artistico, proprio nella necessità espressa dalla lezione di Vittorini di “cose da fare per la nostra coscienza in un senso nuovo”. Dopo il debutto a Primavera dei teatri 2mila2 realizza oltre 120 repliche su tutto il territorio nazionale.
“Historia du surdatu” (2003) di Massimo Barilla, con la regia di Luciano Nattino (coproduzione Mana Chuma – Casa degli Alfieri – Astiteatro 25) mette insieme una reinvenzione dell’“Histoire du soldat” di Strawinsky-Ramuz in chiave assolutamente meridionale, con l’analisi della figura dello stolto nella tradizione popolare.
“Spine” (2003) di Massimo Barilla e Salvatore Arena (Finalista al Premio Ustica per il teatro), storia originale legata all’Otello, muove dall’esigenza di confrontarsi con una storia alta a partire dai margini, dai vuoti non raccontati, dagli spazi oscuri in cui altre passioni si agitano. “Lunga notte di Medea” (2004) di Corrado Alvaro, tra gli altri con Lucia Sardo e Salvatore Arena, co-prodotto con Parco Nazionale dell’Aspromonte e Fondazione Corrado Alvaro propone una rilettura in chiave contemporanea di uno dei più importanti testi tragici del novecento.
“Di terra e di sangue” (2005) di Massimo Barilla e Salvatore Arena, per la regia di Maria Maglietta, con Salvatore Arena, racconta la vicenda, epica e straordinaria ad un tempo, di Salvatore Carnevale, sindacalista siciliano ucciso dalla mafia durante la lotta per le terre. Lo spettacolo, inserito nel Centenario della CGIL, è stato presentato al Teatro Valle di Roma in occasione del 50° anniversario della morte di Carnevale, presentato da Guglielmo Epifani. ’70voltesud (2007) racconta i Moti di Reggio del ’70, la strage di Gioia Tauro, gli scellerati patti eversivi tra ’ndrangheta, fascisti e servizi deviati, rivissuti attraverso la storia dei cinque giovanissimi anarchici calabresi. Un primo studio di "Longa è a jurnata" (2014) di Salvatore Arena testo finalista al Premio Riccione è stato presentato all'interno della Stagione RivelAzioni del Teatro Siracusa. Mana Chuma è tra i soci promotori della Fondazione Horcynus Orca

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Opere caricate

l'ultimo inganno / un'altra Iliade

Regia di Salvatore Arena e Massimo Barilla
con Salvatore Arena Attore tra i più versatili della nuova generazione ha collaborato con artisti importanti quali Marco Baliani (Giufà, San Francesco di Saramago, Bertoldo), Letizia Quintavalla (Fango), Scimone e Sframeli (La busta, Pali, Giù con i quali ha vinto 2 premi Ubu). Premio Eolo per il Teatro Ragazzi con Per la strada. Come autore finalista al Premio Riccione con Longa è a jurnata e al Premio Ustica per il teatro con La cisterna. Dal 2002 codirige Mana Chuma Teatro, sviluppando con Massimo Barilla, un percorso di ricerca tra forme altre di narrazione e nuova drammaturgia (L’ultimo inganno/un’altra Iliade; Trilogia “A sud della memoria”: Il mondo offeso, Di terra e di sangue, ‘70voltesud; Terribìlio di mare; Historia du surdatu; Spine; Lunga notte di Medea)

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COME UN GRANELLO DI SABBIA - GIUSEPPE GULOTTA, STORIA DI UN INNOCENTE

Regia di SALVATORE ARENA E MASSIMO BARILLA
con SALVATORE ARENA

Prosa | gulotta, verità, tortura, innocenza, carcere