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Woyzeck!

369gradi
Regia: Carmelo Alù
Drammaturgia: Letizia Russo
Attori: Marco Quaglia
Anno: 2021
Adatto a: per tutti


Generi: Prosa, Performance

Tags: colpa, corpo, voci , perché, obbedienza

Germania, primo ventennio del 1800. Un soldato semplice e povero per mandare avanti il figlio e la compagna decide di accettare l'esperimento di un dottore che prevede una dieta di soli piselli. Dopo mesi di allucinazioni, dopo il tradimento e con gli ordini ossessivi pronunciati dalle voci che gli parlano dentro la testa, l'uomo decide di uccidere la donna.
Non sono ancora passati duecento anni dalla condanna e decapitazione di Johann Christian Woyzeck, avvenuta a Lipsia nel 1824 in seguito all’uccisione della donna con cui stava. Eppure quest’uomo è diventato ormai un nuovo mito del teatro occidentale, al pari di Antigone o di Macbeth. Büchner aveva ventiquattro anni quando scriveva il suo Woyzeck, ha cambiato il nome in Franz ma per il resto i fatti sono ispirati alla realtà. Quell’interesse nel buio ha generato un testo incompiuto che nell’ultimo secolo è stato sempre un caso artistico perché custode di un mito tragico: la società suggerisce il male al singolo per poi condannarlo e ucciderlo. Chi si è macchiato le mani di sangue, il singolo o la società? Chi uccide cosa? L’autore muore e il dramma resta un insieme di frammenti disordinati e spesso incomprensibili. Soldati grotteschi, un tradimento privato che diventa pubblico, la donna ammazzata, un ambiente crudo e un protagonista criminale allucinato da una dieta a base di soli piselli, centro di un esperimento condotto da un dottore in piena mania di onnipotenza. Il tutto imbevuto di grappa e cristianesimo. 
Nonostante i frammenti confusi Woyzeck è una bocca spalancata che urla, una voce sgolata e asciutta. In fondo a quel grido c’è il pudore di chi non riesce a stare al mondo perché il mondo si è rivelato solamente un posto dove poter sudare, un pianeta sfibrato dove l’uomo alla fine è sempre un soldato che deve obbedire, con una luna dipinta al posto del sole e un figlio bastardo che piange perché ha fame. In occidente non esiste colpa senza una pena e non esiste inferno senza un corpo. Proprio da un solo corpo in scena parte la ricerca del regista Carmelo Alù, che con la collaborazione della coreografa Chiara Taviani e grazie al testo inedito di Letizia Russo, arriva a una nuova visione critica dei frammenti di Büchner. La riscrittura del testo per un solo attore, dona a questa storia una prospettiva differente, sostenuta dallo studio sul corpo e sull’utilizzo dello spazio. Marco Quaglia è un Woyzeck abbandonato che ha ucciso e che dalla società è stato ucciso. Chiedersi Perché fa parte di quel buio tragico che questo testo ha ostinatamente conservato. Perché Woyzeck ha ucciso Marie? I versi di questo monologo sono incisi su un morto costretto ancora e per sempre a un corpo: un rivivere che non risolve, un vuoto a perdere. Woyzeck non è più una voce fuori dal coro. È lui stesso un coro ma la voce è sempre la sua. E tutte le volte che lui si rivela noi vediamo un uomo che ascolta, perché l’obbedienza è cieca ma non è mai sorda.


Altri crediti: di Letizia Russo


regia Carmelo Alù


partitura fisica Chiara Taviani


scene e costumi Marta Montevecchi


luci Marco D'Amelio


musiche Francesco Leineri


voce Serena Lo Curzio


direzione di produzione Alessia Esposito


organizzazione Elisa Pescitelli


 


con Marco Quaglia


 


una coproduzione 369gradi e Compagnia dell’Accademia


 


con il sostegno di ARTEFICI.ResidenzeCreativeFvg di ArtistiAssociati, Periferie Artistiche – Centro di Residenza Multidisciplinare della Regione Lazio, Teatro Biblioteca Quarticciolo, Teatro del Lido, Centro di Residenza della Toscana (Armunia Castiglioncello - CapoTrave/Kilowatt Sansepolcro)




Produzione: una coproduzione 369gradi e Compagnia dell’Accademia

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369gradi è un organismo di produzione riconosciuto dal MIBACT che sostiene e produce arti performative nell'ambito dell'innovazione, della sperimentazione e della multidisciplinarietà. Il progetto nato sotto la direzione generale di Valeria Orani è legato alla costruzione di strategie che permettano la crescita e la valorizzazione del talento e della creatività delle formazioni artistiche prodotte e la promozione e diffusione della drammaturgia e delle arti performative italiane contemporanee in Italia e all’estero. Nel 2015 369gradi inizia un percorso di internazionalizzazione con gli Stati Uniti grazie alla collaborazione con Umanism NY e con il Martin Segal Theatre Center (Graduate Center City University of New York). Nel 2017 acquisisce i diritti in esclusiva per l’Italia del progetto "White Rabbit Red Rabbit" di Nassim Soleimanpour. Nel 2018 inizia la collaborazione produttiva con Antonio Marras, per "Mio cuore io sto soffrendo, cosa posso fare per te?".
Ad oggi 369gradi accompagna produttivamente, Bluemotion, Bartolini/Baronio, Dante Antonelli, sostiene gli spettacoli "Echoes" di Lorenzo de Liberato con Stefano Patti e Marco Quaglia, "Piccoli Funerali" di e con Maurizio Rippa, "Un onesto e parziale discorso sopra i massimi sistemi" di Pietro Angelini. Cura il progetto internazionale "Amina>Anima/Soul", collabora alla realizzazione di "Powered by REf", progetto di Romaeuropa Festival in collaborazione con Carrozzerie n.o.t. Produce il programma "L’ultimo nastro di Krapp" di Stefano Patti e Simone Giustinelli, cura la direzione amministrativa della Festa di Teatro Eco Logico di Stromboli e coordina il master internazionale di Arts Management di Ied Roma.
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