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Uno sguardo estraneo ovvero come la felicità è diventata una pretesa assurda

Paolo Costantini
Regia: Paolo Costantini
Drammaturgia: Linda Dalisi
Attori: Rebecca Sisti e Evelina Rosselli
Anno: 2021
Adatto a: per tutti


Generi: Performance

Tags: Performance, teatro, tempo, libertà, dovere

Uno sguardo estraneo è il progetto vincitore della Biennale College regia 2020. Uno sguardo estraneo è un dispositivo performativo il cui obiettivo è mettere a fuoco il rapporto che l’uomo ha con la percezione del tempo, come questa sia legata al concetto di felicità, e la relazione esistente tra l’uomo e gli oggetti con i quali condivide la propria quotidianità. Oggi la società è caratterizzata da una frenesia che genera nevrosi, queste si riflettono nella quotidianità, manifestandosi in forme diverse. Nel voler controllare i propri schemi nevrotici, l’identità tende a frammentarsi: la sensazione è quella di uscire da sé e di essere estranei a se stessi. La scrittura di Herta Müller, e in particolare il romanzo “Oggi avrei preferito non incontrarmi”, sono il pretesto usato per approfondire questa tematica. In Oggi avrei preferito non incontrarmi, una donna senza nome, in una città senza nome, convocata da un regime dittatoriale, attraversa la città seduta in un tram. La convocazione diviene per lei metro di misura della vita, e così la sua percezione del tempo si sfalda. Tutto da quel momento in poi ha a che fare con l’essere convocata, persino il dormire, il mangiare o l’amore. Il linguaggio di Herta Müller si compone di una sovrabbondanza di immagini, la lingua è usata come un collage o un ffresco e la funzione narrativa è spesso abbandonata. A partire da questa modalità di scrittura abbiamo sviluppato il linguaggio dello spettacolo. I temi trattati nel romanzo di Herta Müller sono l’ossatura del lavoro, nel quale la storia della donna senza nome è rimasta solo come traccia sotterranea, mentre alcuni frammenti del romanzo sono diventati tasselli per la composizione di un percorso di immagini. Due performer agiscono in uno spazio vuoto. Due corpi, come specchio e moltiplicazione della donna di "Oggi avrei preferito non incontrarmi" entrano in contatto con degli oggetti domestici, a prima vista familiari, che nell’azione divengono portali per fuggire dal tempo. Se in Herta Müller la figura di un potere opprimente trova la sua incarnazione nel personaggio del convocatore, per noi quella figura è trasfigurata nel Tempo, che agisce come presenza assoluta ed è all’origine della convocazione. La struttura performativa si snoda tra associazioni e immagini, attraverso la loro giustapposizione si costruisce lo spettacolo, il cui linguaggio è più legato ad una sfera sensoriale che logica. La modalità di lavoro che abbiamo scelto prevede una grande libertà delle attrici che, all’interno di macrostrutture e di alcune scene che hanno una costruzione registica più forte, hanno la possibilità di scegliere cosa fare e ciò determina l’andamento della performance.

Altri crediti: Elementi Scenici: Giuseppe Stellato
Supervisione al disegno sonoro: Franco Visioli
Disegno sonoro: Riccardo Marsili
Luci: Fabio Bozzetta
Costumi: Graziella Pepe
Interaction Design: Andrea Spontoni
Supervisione al progetto artistico: Antonio Latella
Residenza artistica presso: Carrozzerie N.O.T
Si ringrazia inoltre per il sostegno l’Associazione Ex Lavanderia di Roma

Produzione: La Biennale di Venezia

File scaricabili:
Dossier.%22uno.sguardo.estraneo%22.pdf
Scheda.tecnica.USE.pdf

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Paolo Costantini nasce a Roma il 29/04/96, frequenta l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico presentando un progetto sul Marat/Sade di P.Weiss. Nel 2018 si diploma con Sul lago Nero di Dea Loher. Inizia subito dopo a Berlino un rapporto di collaborazione con la compagnia italo tedesca Barletti/Waas con la quale lavora su P.Handke (Kaspar e Autodiffamazione) e H.Achternbusch. Svolge un tirocinio all’interno dell’Interkulturelles Theaterzentrum, partner tedesco del progetto europeo Fabulamundi, dove mette in scena Kratzen, how my grandmother killed herself di T. Slijvar e Personalien di G.Watkins. Durante il 2020 segue come assistente alla regia Antonio Latella per i progetti La valle dell’eden di J. Steinbeck e Hamlet di W.Shakespeare. Nell’estate 2020 vince il concorso Registi Under 30 della Biennale di Venezia con il progetto Uno sguardo estraneo ovvero come la felicità è diventata una pretesa assurda, liberamente ispirato all’opera poetica di Herta Müller che debutta nell'estate 2021 durante la . La modalità di lavoro e la stessa compagnia con la quale ha lavorato per Uno sguardo estraneo divengono uno strumento per indagare possibilità di linguaggio diverse da quelle esperite fino ad ora. L'attenzione non viene posta su una dimensione narrativa degli eventi, ma sul tema della percezione, cercando di indagare attraverso l'uso dei sensi il rapporto che si ha con il tempo, con lo spazio e con le cose. L'associazione di differenti elementi, la tecnica della giustapposizione e quella visiva del collage sono alcuni dei mezzi adoperati per tentare di raggiungere una dimensione percettiva, in cui l'azione performativa si slega da un sistema di rappresentazione teatrale.
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