Cookie
Questo sito si serve dei cookie di Youtube, Vimeo e Bunny.net per la visualizzazione dei video. Se prosegui la navigazione acconsenti all'utilizzo dei cookie. Leggi la nostra informativa estesa sull’uso dei cookie. Chiudendo questo box ne accetti l'utilizzo.

MATER

Sconzajuocu
Regia: Giuseppe Tarantino
Drammaturgia: Giuseppe Tarantino
Attori: Ilenia Di Simone e Ilenia Modica
Anno: 2021
Adatto a: per tutti


Generi: Teatroragazzi (15-40)

Tags: MATER

Sinossi - MATER

Una madre ed una figlia, dentro uno spazio mistico parlano della loro vita.
La madre accende continuamente le candele, la figlia continuamente le spegne.
Due azioni opposte, con due finalità diverse: l'una cerca di mantenere il clima mistico della stanza, l'altra di interromperlo.
Un dialogo tra due generazioni, tra convinzioni religiose e il disincanto della fede.
Uno scontro tra due donne, entrambi vittime di una società arretrata.
Attraverso un lacerante dialogo, intriso di memoria, rabbia, rivendicazione e delusione,
una donna cerca di dare un senso e una giustificazione al suo comportamento di madre, e una figlia, che convinta di avere ricevuto solo violenza, rivendica giustizia.
Attraverso il loro dialogo appare una periferia metropolitana ancora arretrata e dimenticata, che mostra attraverso i suoi comportamenti ed i suoi riti, aspetti mostruosi che si sviluppano con naturalezza nella pratica dei comportamenti quotidiani, senza che se ne avverta nessun senso di orrore.
Le ombre che si muovono nella stanza cercano di guadagnare la luce, mostrano la volontà di uscire dalla dimensione cui sono costrette, sono come prigioniere.
Esse sono le figure deformi delle figure reali, metafora dei comportamenti delle figure che le hanno originate.
Per la sua caratteristica, di ricordare e volere mettere giustizia ad un dramma avvenuto, questo lavoro teatrale mostra alcuni punti di riferimento col dramma greco.
Come in un dramma antico si narra di torti e colpe, e come in un dramma antico si chiede al pubblico di essere testimoni coscienti.
Il testo scritto in lingua dialettale, che vuole mettere in mostra la natura profonda, antropologica dei personaggi, che sono proposte come due espressioni autentiche del territorio palermitano.
Un lavoro scritto nella scia di un teatro in "lingua" ,(ormai diventato un classico della drammaturgia contemporanea), che volutamente mostra tutti i riferimenti a quel tipo di teatro, come omaggio agli autori che lo hanno fatto conoscere, nobilitato e affermato in tutto il mondo.




Altri crediti: Spettacolo in Lingua Contro la Violenza sulle Donne

Produzione: Sconzajuocu

Per visualizzare il video integrale devi essere registrato come operatore o teatro e aver eseguito l'accesso.

Non è stata caricata nessuna recensione

Per visualizzare la scheda tecnica devi essere registrato come operatore o teatro e aver eseguito l'accesso.

Un gruppo di ragazzi della periferia della città di Palermo, legati dalla stessa passione per il teatro.
Ognuno ha un proprio percorso formativo e diverse esperienze, ma tutti avvertono la stessa esigenza: prendersi per mano, stare uniti e raccontare l'ultimo cerchio della metropoli , dove spesso si finisce come vecchie fabbriche in stato di abbandono, dimenticati dalle istituzioni e ingoiati dal tempo.
Affondare nella tradizione, servendosi della contemporaneità, per tramandarla.
Raccontare una cultura fatta di una storia che sta sbiadendo, riportare sotto i riflettori, quel che il famelico progresso, e la sua atroce velocità , stanno divorando, sfuggendo per sempre alle nuove generazioni.
La compagnia decide di chiamarsi: Sconzajuocu ( Letteralmente dalla lingua palermitana traducibile come: "chi rompe i giochi"; in italiano guastafeste).
Decide questo nome perchè il linguaggio che propongono, studiano e approfondiscono, è quello dialettale.
Recuperando un dialetto antico, "dei nonni", quello ormai perso!
Usano un vecchio dialetto per creare la poesia, la prosa, costantemente spappolata da un linguaggio sempre dialettale, ma fatto di contemporaneità, strada, violenza. Un linguaggio fatto di codici e termini che ormai sono deformi rispetto alla matrice arcaica. Un dialetto che prende nuova forma che diventa accessibile a tutti, meno viscerale forse più globale.
Il debutto della compagnia avviene il 29 novembre e replicato il 30 novembre e il 1 dicembre presso il Teatro Mediterraneo Occupato. Il titolo dello spettacolo portato in scena è: Cruci e Nuci.
La critica e gli addetti ai lavori accolgono molto bene questa nuovissima proposta che profuma di antico ma che ha tutte le sfumature sociali dei nostri giorni.
Vengono subito ingaggiati per riproporre Cruci e Nuci all'interno della manifestazione : Mors in Fabula, organizzata da "L'Arca degli Esposti".
Una tre giorni, in una galleria d'arte, dove pittori, scrittori, scultori, poeti, teatranti si interrogano e si raccontano sulla morte, e sull'effetto che questa ha sull'artista e la sua opera.
Condividi