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Desconocido

Teatro Umano
Regia: Richard Martinez e Caroline Montes
Drammaturgia: Davide La Fauci, Richard Martinez e Caroline Montes
Attori: Richard Martinez, Caroline Montes e Davide La Fauci
Trailer: Link
Anno: 2019
Adatto a: per tutti


Generi: Teatroragazzi (12-19), Figura, Performance, Altro

Tags: pandemia, influenza spagnola, ricorsi storici, donne, prima guerra mondiale

Nel 1918, a ridosso della fine della prima guerra mondiale, il mondo viene
travolto da uno nuovo strano morbo influenzale. In scherno ai giornali
spagnoli, unici ad aver provato a trattare il caso con la giusta dose di
attenzione, prende il nome di “influenza spagnola”, lo Sconosciuto (Desconocido) da cui trae il nome lo spettacolo.
In breve tempo il morbo miete moltissime vittime, anche a causa della
superficialità con cui viene affrontato dalla popolazione e da una buona dose di superstizione. La vita di Anna, goffa proprietaria di una sartoria, moglie di un soldato al fronte, viene sconvolta dall'arrivo di "due sconosciuti": un misterioso avventore che arriva in bottega per portarle delle notizie e un morbo sconosciuto che sembra essere arrivato in città per tramite dell'avventore stesso. Nel corso dello svolgimento della storia Anna scopre l'identità dell'avventore e la sua vita, inizialmente superficiale e marcata unicamente dall'aspirazione di un salto di classe sociale, viene trasformata. Lo spettacolo vuole rendere un tributo alle tante donne che, in una società ancora oscurantista
e culturalmente avviluppata attorno a credenze e superstizioni, cercò di
combattere il grande morbo con senso scientifico e razionalità , pur nei limiti
dei mezzi del tempo. Tra queste abbiamo reso omaggio alle
infermiere dei sanatori nazionali e le sarte che in ogni parte del mondo contribuirono a migliorare gli
standard igienici e a salvare moltissime vite. I dettagli di questo triste capitolo
della storia dell'uomo sono giunti a noi anche grazie alle moltissime lettere
scritte dai soldati al fronte mai tornati in patria e da quanti, pur essendo
sfuggiti alle trincee, si trovarono ad affrontare il “nuovo” nemico al loro
ritorno. Gli estratti di alcune di queste lettere, perfettamente adattati alla drammaturgia dello spettacolo, offrono allo spettatore sia un punto di vista "esterno" alla vicenda, che un contesto storico vivido ed estremamente toccante, così come solo dei racconti di quotidianità possono fare. Pur nella drammaticità degli eventi storici lo spettacolo si presenta come una
commedia leggera, anche grazie alla scelta stilistica di inframezzare le scene con brani musicali del tempo e con la lettura e drammatizzazione delle lettere scritte dai soldati al fronte. L'impronta ironica delle scene e le numerose
caricature si armonizzano con la drammaticità del contesto storico
in cui si ambienta la vicenda trasportando lo spettatore a bordo di una
vera e propria altalena emotiva.

Altri crediti: Omar Pelosi (luci e musica)

Produzione: Teatro Umano e Laboratori Permanenti

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La Compagnia Teatro Umano nasce nel 2017 all’interno dell’omonima associazione culturale TU. I suoi soci fondatori sono Richard Martinez, partoricano giunto in Italia nel 2015 per completare un dottorato in Fine Arts per conto della Mississippi University for Women e Davide La Fauci, imprenditore umbro nel settore della pubblicità e dei social media. L’ideale che accomuna i suoi fondatori era ed è quello di divulgare la cultura teatrale e provare a offrirne una visione “rinnovata” rendendola accessibile, comprensibile, non più esiliata al ruolo di “intrattenimento elitario”, e soprattutto non più incatenata alla lingua e alla sua comprensione. Il concetto di teatro umano è più facilmente sintetizzabile come il risultato pratico del lavoro di tesi dottorale di Martinez. L'esperienza vissuta in Italia matura infatti in lui la consapevolezza del potere e dell'efficacia del movimento e della gestualità nella comunicazione, tratti particolarmente salienti e caratteristici nella cultura italiana. Da qui sviluppa l'idea di codificarli e universalizzarli al fine di selezionare unicamente quelli di significato diffuso e universalmente comprensibile. La comunicazione dell'attore viene interamente affidata al mezzo non verbale attraverso l'ausilio di un codice di movimenti sul palcoscenico, l'uso della tensione del corpo e l'utilizzo del respiro. In particolare la compagnia decide di specializzarsi nella creazione di spettacoli in maschera moderna. La maschera infatti, annullando i tratti somatici dell'attore, permette allo stesso di concentrare energia e tensione solo sul corpo e al pubblico di non essere condizionato dalle caratteristiche personali di coloro che occupano il palcoscenico (sesso, età, etnia degli attori). Ciò é stato pensato appositamente per valorizzare le capacità attoriali interpretative e per limitare, nei limiti del possibile, ogni connotazione o giudizio personale dello spettatore. Le maschere vengono realizzate con particolari tecniche di intaglio atte a favorire la "pareidolia dell'emozione". Esse infatti, catturando il momento prima dell'emozione e non l'emozione stessa, non mostrano staticamente l'umore del personaggio, ma inducono lo spettatore a caratterizzarlo proiettandovi le proprie aspettative in un meccanismo psicologico che dà la sensazione di vederle muoversi. A tale scopo gli spettacoli vengono appositamente scritti al fine di proporre molteplici interpretazioni, che variano a seconda della maturità emotiva, dell'età o della sensibilità dello spettatore. Pur cercando di rimanere nei binari definiti dal genere commedia, l'uso dell'ironia viene sfruttato per proporre temi culturalmente impegnativi con l'ausilio di ambientazioni storiche approfondite e cura nei dettagli nella scelta dei costumi di scena al fine di proporre sempre una riflessione d'attualità a carattere sociale. In definitiva i canovacci, le maschere, i costumi, l'ambientazione, vengono sempre preceduti da un'accurata fase di documentazione al fine di proporre in chiave "ironica" e "leggera" temi decisamente più impegnativi attraverso tecniche che possano renderli comprensibili indipendentemente dall'età, dall'estrazione sociale e dalle origini culturali dello spettatore.
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