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IX PAESAGGIO da Cesare Pavese

Eugenia Delbue
Regia: Eugenia Delbue
Drammaturgia: "Lavorare stanca", "Verrà la morte e avrà i tuoi occhi" e poesie censurate di Cesare Pavese
Attori: Eugenia Delbue, Monica Garuti, Emilio Ricciardi
Trailer: Link
Anno: 2020
Adatto a: per tutti


Generi: Teatroragazzi, Performance

Tags: Pavese, poesia, performance, sonorizzazione, parola

“IX PAESAGGIO da Cesare Pavese” è una performance che interroga la poesia sperimentandone una possibilità orale e materica.
La sua struttura è agile, costituita soltanto dai corpi degli attori in scena e dalla traccia sonora emessa da un impianto di amplificazione; a seconda dello spazio scenico può necessitare di un telo da proiezione o di un fondale o di un muro spoglio e di un ampio tavolo. “IX PAESAGGIO da Cesare Pavese” si può anche definire un’installazione scenica, duttile ad incastonarsi o rifrangersi in vari luoghi, deputati allo spettacolo o urbani, al chiuso o all’aperto.
Il cuore dell’opera è, infatti, l’equilibrio sempre fragile fra i gesti, le poesie di Cesare Pavese, e l’ambiente in cui questi si manifestano e si sovrappongono. La loro composizione, esile ma affilata, vortica attorno alla nostra intuizione del paesaggio pavesiano. Le spettatrici e gli spettatori vengono immersi in una sinestesia che gioca con la memoria, con la diafanimetria del tempo.
In IX PAESAGGIO le parole scritte da Cesare Pavese diventano iridate, estrapolate dalla carta si scarmigliano in suoni e accadimenti; talvolta sembrano sospendersi, provenire da una lontananza insondata, altre volte piombano, toraciche.
In scena non ci sono personaggi, ma presenze o persone. La narrazione è latente, chi guarda contempla, viene posto nella condizione di poter osservare e di poter distrarsi: la sua attenzione non viene sollecitata ma attratta, non abusata ma inebriata in senso aeriforme, come fanno l’incenso, un profumo, il suono di un triangolo o di un organo. I gesti interrogano per la loro indiscutibilità o precisione, non sono mai nominati e insieme non chiedono di essere risolti.

“IX PAESAGGIO da Cesare Pavese” è stato presentato al Festival Internazionale di Poesia di Genova nel Settembre 2020.

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Altri crediti: sonorizzazioni realizzate da anecoica, retrostudio
si ringraziano Ateliersi e Alberto Arista

Produzione: con il sostegno del Festival Internazionale di Poesia di Genova

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Eugenia Delbue (1995) è attrice e autrice teatrale. Dopo un periodo di formazione accademica al Teatro Stabile di Genova, intraprende una formazione laboratoriale che la porta a confrontarsi con una pluralità di contesti, pensieri e metodi. Fondamentali per l’esplorazione e l’affinamento del proprio sguardo sono stati gli incontri con Fiorenza Menni, Claudia Castellucci, Francesca Proia, Silvia Rampelli. Si laurea al DAMS di Bologna, frequenta il corso triennale di Tecnica della Rappresentazione Scuola Cònia e l’Istituto di Ricerca di Arte Applicata Societas.

Dal 2016 collabora con Ateliersi come attrice (“SOLI”; “[gæp] Cos’è un GAP?”), performer ("La mappa del cuore di Lea Melandri in VR") e assistente.
Davanti alla camera è diretta da Marco Bellocchio in "Se posso permettermi" (LocarnoFilmFestival 2021) ed è protagonista ne "La discoteca" di Jacopo Miliani, cortometraggio acquisito dal centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato.
Da alcuni anni approfondisce un progetto di ricerca e di scrittura a quattro mani sulla formazione attoriale ideata da Fiorenza Menni.

Debutta alla regia nel 2019 al Teatro Comandini con “rivolta” - ispirato al racconto “Bartleby lo scrivano: una storia di Wall Street” di H. Melville - spettacolo d’esame di Scuola Cònia. Nello stesso anno realizza per la sala della memoria di Ateliersi l’installazione site-specific “L’ANELLO E IL PASSO”. Nel 2020 presenta “IX PAESAGGIO da Cesare Pavese” al Festival Internazionale di Poesia di Genova, lettura scenica di cui è ideatrice e co-interprete. L'anno seguente prosegue nel festival genovese la ricerca sull'oralità visiva della poesia presentando "come ferma rupe" sull'opera poetica di Giorgio Caproni.
Nel 2021, nel contesto del progetto Nascondere, presenta alla Triennale di Milano l’azione performativa “nota a mano”, parte di un progetto sul ritratto e sulle azioni quotidiane dal titolo “civetta” ospitato in residenza nel 2022 dal Teatro Piccolo Orologio a Reggio Emilia.
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