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Le notti di Capodanno

TIRANARIA
Regia: Paolo Marconi
Drammaturgia: Paolo Marconi
Attori: Paolo Marconi Eugenia Faustini
Trailer: Link
Anno: 2020
Adatto a: per tutti


Generi: Prosa
La stanza di un appartamento. Dentro, un uomo e una donna sono costretti ad una convivenza forzata e perpetua poiché fuori c’è la morte che attende chiunque varchi la soglia. Le linee sono occupate, i televisori non trasmettono più nulla, non c’è modo di comunicare con l’esterno. L’unica fonte d’informazione è un vecchio giornale che allerta di un male sconosciuto e pericoloso. La coppia è dunque obbligata a vivere ogni giorno nell’attesa di un qualche messaggero divino che porti notizie dal mondo, che siano buone o cattive. Come unico canale c’è la finestra del salotto che affaccia sulla strada di un vicolo stretto. Per terra giacciono cadaveri ammassati: non sono vittime del male sconosciuto ma dell’uomo. I corpi inermi che imputridiscono sono i disperati che hanno deciso di uscire per rivedere la luce del sole ma nel farlo sono caduti nel mirino degli altri residenti. Dalle finestre dei vicoli infatti vigila la paura di chi prosegue la sua reclusione domestica, con fucili carichi, pronti a far fuoco su chiunque passi per la strada. L’uomo vive rassegnato la sua reclusione in attesa che gli organi competenti distribuiscano viveri e medicinali. La donna invece passa dalla lettura - unica fuga dalla quotidianità disperata - alla finestra che collega la sua abitazione a quella di una madre esausta e di suo figlio di otto anni. Il bambino non ha paura di uscire nel piccolo balcone e affronta, a insaputa della madre, il pericolo del male sconosciuto senza conseguenze. All’interno dell’appartamento si fanno i conti con un amore sottile a tratti deteriorato, a tratti manifestato per la prima volta con la sua vera identità. Lei vuole mantenere salda la speranza di una luce in fondo al tunnel che, fortunatamente, ritrova nel bambino. Insieme mantengono vivo il desiderio di guardare al futuro per non essere imprigionati nel presente. L’uomo, al contrario, non vuole rischiare per paura di fallire e soccombere, dunque accetta le conseguenze dettate dalla natura e vive questa nuova realtà darwiniana. Quando però lei lo metterà di fronte ad un ultimatum dovrà fare i conti con il suo amore, il suo egoismo ma soprattutto la sua paura di rischiare.
Il tema centrale dell’opera è infatti la forza di voler affrontare le proprie paure, combattendo una stabilità logorante che non porta ad alcuna soluzione. I cadaveri immobili e ammassati per le strade sono il simbolo del fallimento, una presenza costante che mantiene viva la minaccia del pericolo. Un pericolo che costringe ad abbassare la testa e impedisce di vedere quale futuro si stende davanti ad ognuno di noi.

Altri crediti: Assistente alla regia: Angelo Galdi

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La compagnia Tiranaria, sostenuta dalla compagnia esecutrice Daf: Teatro dell’Esatta Fantasia, nasce a Roma nel 2019. I membri che ne fanno parte sono diplomati presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico e partecipano, come prima esperienza, alla III edizione del festival InDivenire di Roma. Portano in scena I Figli del Villaggio, un progetto inedito, reso in forma di studio, che cerca la sua occasione per poter essere poi ampliato e presentato in forma di spettacolo.

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