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Geminga- La tristallegra storia dell'elefante che provò a scappare dalla casa dei matti

Donkey Flies Teatro
Regia: Donkey Flies Teatro
Drammaturgia: Samuel Krapp
Attori: Ilaria Weiss Fabio Manniti
Trailer: Link
Anno: 2018
Adatto a: VM14


Generi: Prosa, Performance

Tags: Malattia Mentale- Teatro Fisico e prosa

“Da quanto tempo siamo qui?” Come fosse un ritornello, una filastrocca infantile, una domanda che racchiude al suo interno molto di più che una semplice scansione temporale. Lui e Lei tentano di scacciare l’immobilità della malattia mentale per sfuggire da un passato doloroso. Lui, che ha tentato il suicidio, si rifugia nel suo mondo razionale di formule fisiche e spiegazioni logiche sull’origine dell’Universo, Lei scappa dalla moltitudine di rapporti disfunzionali creando un mondo totalmente illusorio e altrettanto fragile in cui sono stati i cinesi a creare il cielo, le piramidi e i fiori degli innamorati. Attorno a loro le mura di una stanza d’ospedale reale e metaforica allo stesso tempo, cornice che intrappola il pubblico senza chiedere permesso e che pone a tutti, malati e non, la stessa domanda: “Da quanto tempo siamo qui?”

Il malato psichiatrico fa parte di quel piccolo ritaglio di umanità che vive al di fuori dei bordi canonici, da dove riesce a vedere con estrema lucidità la miseria umana dell'Individuo. Ed è forse proprio questo che ci spinge ad isolarli. I protagonisti di Geminga raccontano due facce di un diverso mondo interiore che non appartiene soltanto a loro ma che tocca tutti uno a uno. Da una parte l'estremo razionalismo quasi privo di sentimento, dall'altra l'impulso emotivo e la meraviglia clownesca di fronte alla vita ma in entrambi la necessità dell'altro per paura dell'abbandono. Il dramma del personaggio Altro non vuol essere che un'iperbole della condizione di ciascuno, non tanto mostrandone l'aspetto psichiatrico, quanto affermando quello umano. Ed è questo che ci spinge ad affezionarci alle loro storie infelici, al tentato suicidio di lui e al disturbo ciclotimico di lei, tralasciando il giudizio severo di chi nella vita non si è mai sentito perduto.



Altri crediti: No

Produzione: Donkey Flies Teatro

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L’atelier Teatro Fisico di Philip Radice è una piccola realtà nella periferia di Torino, che raccoglie a sé gli artisti negletti e sperduti e mette loro in mano gli strumenti per diventare artigiani. E’ a questo crocevia tra comico e drammatico, tra corpo e voce che i nostri mondi artistici si sono scontrati. Due linguaggi diversi per comunicare l’incomunicabile. Fabio è un drammaturgo di quelli che lavorano lentamente. I suoi personaggi non riescono ad essere racchiusi in una semplice descrizione, come d’altronde non lo è nessun essere vivente. Ilaria è una studiosa del corpo. Non riesce a concepire una scena teatrale recitata stando seduti semplicemente su una sedia. Ama il teatro urlato in punta di piedi. Donkey Flies teatro nasce nel 2018 quando ci siamo accorti di avere un motivo comune per stare sul palco. Portare al pubblico gli ultimi, i personaggi scomodi e indesiderati ed usarli come specchio riflettente dell’umanità intera. Il palcoscenico diventa solo il contorno, una vetrina attraverso cui il pubblico può avvicinarsi fino al limite di toccare le nostre creazioni. Il nostro teatro vuole esser viscerale, autentico ed irriverente, ma allo stesso tempo poetico e sensibile. Sono proprio i personaggi più grotteschi, quelli più lontani dal nostro ideale di normalità a portare al pubblico uno sguardo sulla bellezza.
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