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Cruci e Nuci

Sconzajuocu
Regia: Giuseppe Tarantino
Drammaturgia: Giuseppe Tarantino
Attori: Giada Baiamonte, Ilenia Di Simone, Angelo Grasso.
Anno: 2019
Adatto a: per tutti


Generi: Teatroragazzi, Prosa

Tags: tetroteatro

SINOSSI

Nella periferia abbandonata di una metropoli, tra le macerie degli edifici squarciati dai bombardamenti e dimenticati da una società sempre più opulenta, sorge in riva al mare, seppure diroccata e in rovina, un’ex fabbrica di sale. Un cartello minaccia: “Sgombero / Area posta sotto sequestro / Zona Tossica”. La struttura è abitata da due donne, due anime sacralmente legate a quel luogo. Cruci e Nuci.

‘𝓤 𝓬𝓲𝓮𝓵𝓾 ‘𝓾𝓷’𝓮̀ 𝓬𝓲𝓮𝓵𝓾 𝓹𝓲’ 𝓽𝓾𝓽𝓽𝓲, 𝓪 𝓬𝓮𝓲𝓻𝓽𝓾𝓷𝓲 𝓬𝓲 𝓹𝓪𝓻𝓲 𝓫𝓮𝓵𝓵𝓾…
Con queste parole, in un canto notturno quasi come un rito, Cruci consegna al mare da una finestra della fabbrica le sue incertezze, i suoi sogni, le sue paure, mentre si nutre di lacrime e desideri baluginosi.
𝓐𝓶𝓾𝓷𝓲̀ 𝓬𝓾𝓲𝓻𝓬𝓪𝓽𝓲!
Queste sono le parole di Nuci, l’altra donna, eterna compagna di vita che cerca di bucare questa bolla di silenzio, questo rapporto notturno con gli elementi, semplicemente invitandola ad abbandonarsi tra le braccia del sonno perché presto giungerà l’alba del nuovo giorno.

E se il tempo fosse il fiato del sonno?
E se il sonno fosse il ventre del tempo?
E se il tempo, il sonno, fossero ombre allungate e dilatate dall’oblio dell’esistenza?
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Altri crediti: Luci: Michele Ambrose
Suono: Gianluigi Cristiano

Produzione: Scrushow, TMO, Sconzajuocu

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Un gruppo di ragazzi della periferia della città di Palermo, legati dalla stessa passione per il teatro.
Ognuno ha un proprio percorso formativo e diverse esperienze, ma tutti avvertono la stessa esigenza: prendersi per mano, stare uniti e raccontare l'ultimo cerchio della metropoli , dove spesso si finisce come vecchie fabbriche in stato di abbandono, dimenticati dalle istituzioni e ingoiati dal tempo.
Affondare nella tradizione, servendosi della contemporaneità, per tramandarla.
Raccontare una cultura fatta di una storia che sta sbiadendo, riportare sotto i riflettori, quel che il famelico progresso, e la sua atroce velocità , stanno divorando, sfuggendo per sempre alle nuove generazioni.
La compagnia decide di chiamarsi: Sconzajuocu ( Letteralmente dalla lingua palermitana traducibile come: "chi rompe i giochi"; in italiano guastafeste).
Decide questo nome perchè il linguaggio che propongono, studiano e approfondiscono, è quello dialettale.
Recuperando un dialetto antico, "dei nonni", quello ormai perso!
Usano un vecchio dialetto per creare la poesia, la prosa, costantemente spappolata da un linguaggio sempre dialettale, ma fatto di contemporaneità, strada, violenza. Un linguaggio fatto di codici e termini che ormai sono deformi rispetto alla matrice arcaica. Un dialetto che prende nuova forma che diventa accessibile a tutti, meno viscerale forse più globale.
Il debutto della compagnia avviene il 29 novembre e replicato il 30 novembre e il 1 dicembre presso il Teatro Mediterraneo Occupato. Il titolo dello spettacolo portato in scena è: Cruci e Nuci.
La critica e gli addetti ai lavori accolgono molto bene questa nuovissima proposta che profuma di antico ma che ha tutte le sfumature sociali dei nostri giorni.
Vengono subito ingaggiati per riproporre Cruci e Nuci all'interno della manifestazione : Mors in Fabula, organizzata da "L'Arca degli Esposti".
Una tre giorni, in una galleria d'arte, dove pittori, scrittori, scultori, poeti, teatranti si interrogano e si raccontano sulla morte, e sull'effetto che questa ha sull'artista e la sua opera.
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