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Radio ghetto_voci libere

Radio Ghetto
Regia: Luca Lòtano
Drammaturgia: Collettivo Radio Ghetto
Attori: Francesca Farcomeni Biografia: Si diploma al “Centro Internazionale la Cometa” di Roma con i Maestri Nikolaj Karpov, Alan Woodhouse, Natalia Zvereva, Irina Promtova, Lilli Cecere, Valeria Benedetti Michelangeli, Gianfranco Isernia, Gabriella Borni, Shona Morris. Studia con Tomi Janezic, Eimuntas Nekrosius, Serena Sinigaglia, Cristina Pezzoli, Silvia Bennet, Isabelle Magnin, Roberto Castello, Massimiliano Civica. Dal 2004 al 2010 lavora con la compagnia Triangolo Scaleno Teatro diretta da Roberta Nicolai condividendo un percorso di ricerca sul teatro contemporaneo e mettendo in scena opere di Kafka, Pasolini, Brecht. Dopo l’incontro con Cristina Pezzoli e Letizia Russo partecipa all’esperienza dello “Spazio Compost” di Prato collaborando a progetti di ricerca nell’ambito delle tecniche d’improvvisazione teatrale. Inizia qui un percorso che vede l’attore sempre piu implicato come autore di se stesso nella creazione di drammaturgia e regia in tempo reale. Questi stessi principi sono anche alla base di un altro progetto che porta avanti da diversi anni in collaborazione con Compagnia Elena Vanni: “A.R.E.M.” spettacolo e format interamente basato sull’improvvisazione e che reinterpreta il rapporto con lo spettatore coinvolgendolo anche come co-autore. Proseguendo la ricerca verso la sperimentazione e la creazione di drammaturgia scenica originale, nel 2017 mette in scena "Bella Addormentata" , ispirata al romanzo breve "E' stato cosi" di Natalia Ginzburg e alla favola omonima. Lavora (tra gli altri) con Sergio Fantoni, Ottavia Piccolo, Cristina Pezzoli, Letizia Russo, Angela Finocchiaro, Laura Marinoni, Vittorio Viviani, Lucrezia Lante della Rovere, Pierpaolo Sepe, Lisa Ferlazzo Natoli, Francesco Zecca, Fabiana Iacozzilli, Compagnia La fabbrica dell’attore-Teatro Vascello, Compagnia Lafabbrica. Collabora a progetti di training permanente finalizzati alla ricerca, allo scambio e alla contaminazione artistica multidisciplinare. Come attrice e come formatrice crede nel teatro come in un’opportunità unica di connessione e relazione, come spazio aperto all’esplorazione e alla ricerca paziente e continua della poesia nella realtà che mette l’attore al centro del processo creativo facendo della presenza un elemento attoriale imprescindibile.
Anno: 2019
Adatto a: per tutti


Generi: Prosa, Performance

Tags: radio caporalato

Capitalismo, migrazioni, sfruttamento. Ma cos’è, in fondo, un ghetto? Esiste davvero? Chi ci vive? Cosa sognano i suoi abitanti, cosa vedono, che musica ascoltano, cosa mangiano, cosa significa e perché vivere in una baracca in mezzo alle campagne nell’Italia del 2019? E ancora, perché un gruppo di occidentali passa due mesi a vivere all’interno di quei ghetti?
Il progetto teatrale Radio Ghetto_voci libere nasce per mettere in scena, in una modalità performativa, l’archivio e l’esperienza della radio partecipata vissuta all’interno dei ghetti dei braccianti agricoli; creare un luogo scenico nel quale possa nascere una nuova lingua, un altro modo di raccontare, con la voce di chi per Radio Ghetto è passato e continua a passare.
Lo spettacolo diventa allora un viaggio sonoro, un dialogo tra racconto dell'attrice e tracce audio, il momento della restituzione scenica un modo per performare l’archivio fatto di di schegge sonore – storie, conversazioni, rumori ambientali, musiche. In bilico tra l’indagine, l’evocazione e la messa in scena, il progetto è un invito a riconoscerci, a tornare in quel ghetto che appartiene a tutti, se non come luogo come condizione esistenziale. E mentre la voce della radio e quella dell’attrice in scena dialogano, si interrogano, si sovrappongono quasi a confondersi, ci si rende conto che oltre l’oppressione, lo schiavismo moderno, le baraccopoli e i campi che ci circondano, ciò che si trova in fondo è un richiamo alla vita.

COME NASCE IL PROGETTO:
Radio Ghetto nasce come progetto di radio partecipata - strumento di comunicazione e dibattito per le comunità di braccianti stranieri che vivono nelle campagne dell’agro foggiano. I volontari del collettivo dal 2012 hanno fisicamente portato nella capitanata pugliese tutta la strumentazione necessaria per l’avvio delle trasmissioni. La radio ha utilizzato come strategia metodologica un approccio partecipativo, che vede braccianti, migranti e abitanti del ghetto essere animatori e protagonisti in prima persona delle attività della radio. Per favorire questo approccio, i volontari del progetto radio-ghetto si trasferiscono fisicamente nel Ghetto durante I mesi estivi della raccolta del pomodoro, dormendo, vivendo, mangiando e condividendone difficoltà, ostruzioni e capacità. Radio Ghetto è diventata così nel corso di questi suoi anni di attività uno spazio libero in cui dibattere e rilassarsi, scherzare e arrabbiarsi; un’esperienza per entrare in relazione, per immaginare alternative possibili allo sfruttamento e all’isolamento, un contenitore di storie, di persone diverse, racconto di luoghi che sulle mappe sembrano non esistere.

Altri crediti: drammaturgia collettiva Collettivo Radio Ghetto
con Francesca Farcomeni
luci Raffaella Vitiello
regia Luca Lòtano
regia audio Jak Spittle
allestimento Raffaele Urselli
montaggi audio Marco Stefanelli e Jak Spittle
allestimento audio Matteo Portelli
foto di scena Ginevra Sammartino
co-produzione Teatro Studio Uno 2019
con il supporto di Nuovo Cinema Palazzo residenza artistica Contrabbando 2018
con il supporto di Mono srls
spettacolo in cuffia

Produzione: co-produzione Teatro Studio Uno

File scaricabili:
Radio.Ghetto_scheda.progetto.scuole.pdf

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Il progetto teatrale di Radio Ghetto nasce per portare in scena, in maniera performativa, l'archivio della radio partecipata.
Radio Ghetto nasce infatti proprio come radio partecipata, strumento di comunicazione e dibattito per le comunità di braccianti stranieri che vivono nelle campagne dell’agro foggiano. Creata nell’estate del 2012, la Radio ha portato nella capitanata pugliese tutta la strumentazione necessaria per l’avvio delle trasmissioni. Sino all’estate del 2016 Radio Ghetto ha trasmesso principalmente all’interno del Gran Ghetto di Rignano Garganico, tra i suoi abitanti, cercando di aprirsi all’esterno, verso la società italiana. Dopo lo sgombero del Gran Ghetto la radio si è trasferita sulla pista di Borgo Mezzanone, a Sud di Foggia. Radio Ghetto è diventata così nel corso di questi suoi anni di attività uno spazio libero in cui dibattere e rilassarsi, scherzare e arrabbiarsi; un’esperienza per entrare in relazione, per immaginare alternative possibili allo sfruttamento e all’isolamento, un contenitore di storie, di persone diverse, racconto di luoghi che sulle mappe sembrano non esistere.

La radio ha utilizzato come strategia metodologica un approccio partecipativo, che vede braccianti, migranti e abitanti del ghetto essere animatori e protagonisti in prima persona delle attività della radio. Per favorire questo approccio, il progetto radio-ghetto si trasferisce fisicamente nel Ghetto durante I mesi estivi della raccolta del pomodoro, dormendo, vivendo, mangiando e condividendone difficoltà, ostruzioni e capacità.

Da marzo del 2018 Radio Ghetto ha un progetto teatrale con la seguente biografia:
vincitore della residenza artistica Contrabbando2018 al Nuovo Cinema Palazzo di Roma
co-produzione e residenza artistica con debutto al Teatro Studio Uno di Roma a marzo 2019
maggio 2019 replica alla Torre Civica (Monterotondo)
luglio 2019 replica la Corviale Urban Lab (Roma)
dal 14 al 17 novembre 2019 repliche nella programmazione di Carrozzerie n.o.t. (Roma)
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