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La ballata dei babbaluci
Marco FascianaRegia: Marco Fasciana
Drammaturgia: Marco Fasciana
Attori: Federico Brugnone, Mauro Lamantia, Giorgio Sales, Barbara Venturato
Trailer: Link
Anno: 2019
Generi: Prosa
Tags: Babbaluci
Progetto:
Il viaggio è uno dei più nobili e frequentati modelli di narrazione. La scelta di partire verso una meta, magari ignota, può essere dettata da infinite ragioni: per esempio, dal desiderio di ritrovare la propria identità, facendo i conti con la memoria del passato e con le proprie radici culturali. Su coordinate di questo genere si muove La ballata dei babbaluci. Il viaggio del protagonista si propone come una sorta di odissea “mancata”, rimescolata con la materia narrativa della tradizione favolistica siciliana.
Da una parte la volontà di fondere la mitologia di Omero con il variopinto universo folcloristico siciliano, dall’altra la volontà di far interagire teatro e cinema per arricchire la dimensione narrativa e aggiungere uno sguardo da un differente punto di vista. Al centro della ricerca il ritorno alle proprie radici attraverso il contatto con le proprie passioni, punto di partenza per la crescita interiore di ciascun individuo. Il protagonista compirà, dunque, un viaggio a ritroso per ritrovare se stesso, perché “per andare avanti, a volte, bisogna tornare indietro” e recuperare ciò che si è smarrito o dimenticato durante la strada.
Il lavoro di contaminazione non si manifesta solo sul piano dei contenuti ma anche su quello formale. Il testo è sia una sceneggiatura sia una scrittura per il teatro. Tutti i livelli di narrazione si mescolano al servizio della storia, collaborano per tracciare la strada dell’eroe e condurlo nelle diverse avventure.
Ad accogliere lo spettatore una scena aperta, come un set cinematografico. Un grande telo bianco sullo sfondo diventa, di volta in volta, uno schermo dal quale si possono seguire le gesta del protagonista da diverse angolature, con maggiore attenzione su alcuni dettagli; poi la presenza davanti al palco, degli elementi scenici utilizzati per la creazione dello spettacolo: il tavolo della maquette per le scene in scala di alcuni ambienti, le apparecchiature dei musicisti che creano dal vivo la colonna sonora.Tutto interagisce in un meccanismo dove attori e tecnici manipolano la scena così come la sorte del giovane protagonista.
La vicenda si apre con il protagonista perso in mare. Sopravvive malinconico lasciandosi portare dalle onde. Poi alcune presenze, come voci lontane, lo conducono verso un’isola con un faro. Approda su di essa. Scopre che il solo abitante dell’isola è un guardiano cieco, un personaggio inquietante, che cerca di trattenerlo con sé. L’uomo riesce a trovare la forza di lasciare l’isola. Colto da una tempesta, che lo trascina in fondo al mare, viene salvato da una creatura, simile ad un pesce. Riportato in superficie, viene di nuovo fatto prigioniero da alcuni pescatori. A liberarlo sarà, stavolta, un contadinotto di nome Ferrazzano, che diventa il suo nuovo compagno di viaggio. Insieme scappano attraverso campi e foreste fino ad arrivare presso un castello abitato da una misteriosa dama. Sarà lei ad indicare la via al giovane per terminare il suo viaggio.
Altri crediti: Luci: Pasquale Mari
Scene: Massimo Troncanetti
Assistente alla regia: Tommaso Capodanno
Video: Lorenzo Bruno
Musiche: Luca Gaudenzi
Costumi: Manuela Stucchi
Produzione: Accademia Silvio d'Amico
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Marco Fasciana nasce a Palermo il 13-02-1986. Consegue la laurea in Scienze e tecnologie dello spettacolo a Palermo, dove comincia la sua formazione teatrale seguendo i laboratori diretti da M. Spicuzza. Tra il 2008 e il 2010 partecipa ai corsi condotti da U. Cantone, S. Tessitore, C. Collovà, F. Brogi presso il teatro Biondo di Palermo dove collaborerà, come assistente alla regia, agli spettacoli Ultimo nastro di Krapp, Atto senza parole di S. Beckett e La stanza, Un leggero malessere di H. Pinter, diretti da U. Cantone. Tra il 2008 e il 2012 lavora come mimo presso la Fondazione Teatro Massimo di Palermo partecipando alle opere dirette da D. Michieletto, H. de Hana, F. Zeffirelli, G. Ciabatti, F. Ripa di Meana etc. Continua la sua formazione presso la scuola di teatro di Bologna “G. Garrone” conseguendo il diploma nel 2014. Nello stesso anno è attore per gli spettacoli Antologia di Spoon River regia di V. Franceschi e Amleto opera 32, con la direzione musicale di R. Polastri. Nel 2014 partecipa come mimo all’opera lirica Parsifal, regia di R. Castellucci, presso il Teatro Comunale di Bologna. Dal 2015 è allievo regista presso l’Accademia Silvio d’Amico, per la quale ha già realizzato le regie degli spettacoli La stanza, di H. Pinter, Anatomia Tito Fallo f Rome un commento shakespeariano di H. Muller, con il coordinamento di G. B. Corsetti, Vieux Carrè di T. Williams, con il coordinamento di A. Cirillo. Nel 2016 cura la regia e la drammaturgia dello spettacolo Ingegno Fuori Luogo, spettacolo finalista alla rassegna European Young Theatre presso il Festival dei 2 mondi di Spoleto. Nel 2017 cura la regia e drammaturgia dello spettacolo De Bello Gallico, rifacimento del commentario di G. Cesare. Nel 2018 dirige lo spettacolo Bunny Games, all’interno del progetto My Generation, ideato da F. Manetti. Lo stesso anno consegue il diploma di laurea in regia presso l’Accademia Silvio d’Amico” realizzando lo spettacolo “La ballata dei babbaluci” di cui cura drammaturgia e regia, progetto che verrà replicato ad ottobre 2019 presso il teatro India di Roma con la Compagnia dell’Accademia. Sempre nel 2019 partecipa al premio Scenario Infanzia, come regista dello spettacolo finalista “Come quando è primavera”, che col sostegno del Teatro due mondi di Faenza, ed Europa teatri debutta a Parma in aprile 2019.