Cookie
Questo sito si serve dei cookie di Youtube, Vimeo e Bunny.net per la visualizzazione dei video. Se prosegui la navigazione acconsenti all'utilizzo dei cookie. Leggi la nostra informativa estesa sull’uso dei cookie. Chiudendo questo box ne accetti l'utilizzo.

Otellook: il dramma shakespeariano trasfigurato dal cyberbullismo

Kàos Teatri
Regia: Kàos Teatri
Drammaturgia: Kàos Teatri
Attori: Massimo Boschi, Giorgio Pellegrini, Marco Marinelli, Sharon Tomberli, Giuseppe Piccione, Veronica Boccia
Trailer: Link
Anno: 2018


Generi: Prosa

Tags: Otello, cyberbullismo, ragazzi, tecnologia

Cinque asettici tavoli bianchi e tre altrettanto semplici e banali sedie pieghevoli. Una quotidianità piatta fatta di bianchi e neri, come quella della maggior parte dei ragazzini di oggi, chiusi tra le pareti delle loro camere, con gli schermi dei cellulari come unica finestra sul mondo. Il loro mondo, un mondo di chat, profili instagram, like da conquistare, followers da stupire; un mondo in cui sono dei perfetti sconosciuti, nascosti dietro nickname e foto filtrate, a dettare le regole del giusto e sbagliato, a dirti come devi comportarti, che giudizio devi avere di te stesso. Un mondo dove la reputazione e l'apparenza sembrano essere le uniche cose vere, le uniche cose sacre.

È questo mondo fragile e manipolato a fare da sfondo ad Otellook, uno spettacolo crudo e cinico che si affaccia in modo semplice e diretto, senza buonismi o false retoriche, a uno dei problemi più attuali e drammatici della contemporaneità: il cyberbullismo.
Il capolavoro shakespeariano Otello ha la capacità di parlare all'uomo nella sua essenza. La maestria con cui Shakespeare ha saputo suonare quel complesso e affascinante strumento che è l'essere umano ci ha permesso di estrapolare dinamiche, rapporti e schemi sociali che hanno accompagnato l'uomo attraverso i secoli e che bullismo e cyberbullismo reiterano e amplificano.
Il dramma della gelosia è così specchio e collettore di invidie, manie di onnipotenza, smania di essere venerati, desiderio di amare ed essere amati, sempre più vivi e attuali.

Non solo. Il dramma di Otello è la “tragedia della parola”, una parola poetica che diventa tagliente nelle bocche dei suoi personaggi e strumento manipolatorio. Parallelamente, nella realtà attuale, è il cyberbullismo a poter essere definito “tragedia della parola”, ma una parola che non è più poesia, che non è più cultura ma ignoranza, il che dà vita a uno scontro generazionale che è anche scontro di linguaggi. Le parole di Shakespeare, rimaste vive nei personaggi di Desdemona e Otello, si incontrano e scontrano con il linguaggio sporco, violento e sguaiato della società digitale.

Il cyberbullismo utilizza la parola per arrivare alla tragedia, facendo leva su una maschera virtuale che tutto può. A cui tutto è consentito. Una maschera social a cui però è riduttivo e ipocrita imputare tutta la colpa, tutto il male: dietro a questi strumenti c’è sempre l'uomo, da noi incarnato in Iago, che è uno, nessuno e centomila. È l’uomo dietro al web, dietro al social, i mille volti della società che vomitano parole vuote, che aggrediscono con rabbia, che insultano con una semplicità e una gratuità disarmanti. Parole che feriscono, che infamano, che umiliano, ma a cui il popolo dei “leoni da tastiera” sembra non dare il minimo peso.

Otellook è innegabilmente uno spettacolo crudo, forte, fastidioso, forse, ma drammaticamente vero. Veri sono i rapporti, veri gli insulti, vere le personalità che si muovono sullo sfondo di un narcisismo digitale che porta all'estremizzazione dell'apparire.

Produzione: Kàos Teatri

Per visualizzare il video integrale devi essere registrato come operatore o teatro e aver eseguito l'accesso.

Non è stata caricata nessuna recensione

Per visualizzare la scheda tecnica devi essere registrato come operatore o teatro e aver eseguito l'accesso.

La compagnia parmigiana Kàos Teatri nasce dall’incontro di cinque personalità diverse ma incredibilmente affini, conosciutesi tra le assi del palcoscenico e accomunate da una forte passione e voglia di fare e “dis-fare”.

Kàos Teatri è il naturale seguito di una costante formazione attoriale singola e di gruppo, continuata anche fuori dal territorio parmigiano, che ha dato modo ai singoli di ampliare e approfondire diversi campi di esperienza.

Il debutto ufficiale della compagnia sulle scene avviene partecipando e vincendo nel 2013 il concorso “Dietro l’angolo” con lo spettacolo “Il Calapranzi” di Pinter.

Sin da subito si delinea la tendenza verso un teatro sociale e di ricerca, tuttora capisaldi della visione artistica e sociale della compagnia. L'anno successivo arriva il momento di “A piedi nudi nel parco” di Simon Neil, spettacolo calorosamente applaudito da critica e pubblico.

Nel 2015 Kàos Teatri decide di lavorare su un tema sociale molto importante fra i bambini e i ragazzi: l’ospedalizzazione infantile. Nasce così lo spettacolo “Un giro nel cielo” tratto da un albo illustrato di Pennac.

Un altro aspetto importante della vita socio-culturale-artistica di Kàos Teatri è la formazione, soprattutto per i giovani e per gli adolescenti. Attraverso il gioco “serio” del teatro si può dare un aiuto alle agenzie educative, come la famiglia e la scuola, contribuendo all’educazione socio-culturale del nostro presente con uno sguardo al futuro.
Condividi