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L'ESTRANEA DI CASA

Kuziba
Regia: Raffaella Giancipoli
Drammaturgia: Raffaella Giancipoli
Attori: Raffaella Giancipoli
Anno: 2017


Generi: Prosa

Tags: badanti, orfani bianchi, integrazione, videoanimazione, immigrazione

Una partenza notturna, un pulmino carico di donne. Lasciarsi alle spalle la propria terra per assicurare un futuro ai figli. Una donna, due vite: da un lato la Romania, dove qualcun altro si occupa dei suoi figli; dall'altra l'Italia, dove lei si prende cura degli anziani.
Questa è la storia di Luminiţia, un'insegnante rumena che suo malgrado diventa badante. Ma è anche la storia di Chella, un'anziana signora restia ad accettare un'estranea in casa sua. Ed è la storia di Alexi, il marito rimasto in Romania, capo di famiglia 'perdente', e di Mariangela, figlia dell'anziana donna che per la sua realizzazione fuori dall'ambito familiare paga un prezzo troppo alto fatto di rimorsi e sensi di colpa. Un coro di voci che prende corpo nel buio delle notti, prima quelle rumene passate nel dubbio della partenza, poi quelle del lungo viaggio attraverso la paura alle frontiere e poi le notti italiane, notti senza fine in cui Luminiţia fa sempre lo stesso sogno: va all'aeroporto a prendere i suoi figli che finalmente la raggiungono in Italia e questi non la riconoscono, la cacciano, cercano la madre. Ma l'estranea di casa è soprattutto la storia di Culin, un bambino cresciuto al telefono tra storie della buonanotte e promesse di ritorno; un orfano di madre viva, disposto a tutto pur di riportare a casa la mamma, finalmente.
Ma chi sono queste donne che arrivano dalla Romania, dalla Polonia, dall'Ucraina? Cioè chi sono al di là del loro lavoro di badanti? Chi sono state? Cosa hanno lasciato a casa? Cosa immaginano per il futuro?
Fare la badante non è esclusivamente un lavoro, è una modalità dell’esistenza caratterizzata da una strutturale sospensione; da un lato la vita nel proprio paese lasciata in attesa di essere vissuta di nuovo, nella quale le donne migranti sono presenti attraverso regali, soldi, telefonate e pensieri; dall'altro lato la vita qui in Italia, una vita temporanea, transitoria ma vissuta in carne e ossa, ventiquattr'ore su ventiquattro. Questa condizione è caratterizzata da un grande paradosso: abbandonano figli, mariti, fratelli e genitori, si sradicano volontariamente dai propri affetti e dalle proprie relazioni per trasferirsi in Italia dove il lavoro che le aspetta le chiama a dare affetto, a 'tenere insieme' le nostre famiglie occupandosi dei membri più deboli, gli anziani. Abbandonano la propria famiglia per occuparsi della famiglia di qualcun altro. Un paradosso che ci chiama a riflettere sulla vita delle badanti, liberandole dal loro ruolo e restituendo loro una dimensione umana, ma anche sulla nostra società perché come spesso accade il confronto con l'altro ci parla di noi, svela i nostri cambiamenti, ci mostra l'immagine di cosa stiamo diventando come individui e come comunità.

Altri crediti: video animazioni Beatrice Mazzone
spazio scenico Bruno Soriato
disegno luci Tea Primiterra
assistente alla regia Annabella Tedone
consulenza linguistica Nina Balan

Produzione: Compagnia Bottega degli Apocrifi - Kuziba Teatro

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Kuziba è un diavoletto che vive nelle crepe tra le rocce, nelle fenditure della terra. Nato dalla fantasia yiddish, si materializza nel 2011 dall’incontro di Annabella Tedone, Raffaella Giancipoli e Bruno Soriato. Da quando ha scoperto questo mondo sotterraneo, passa il tempo a fare teatro e si diverte a punzecchiare gli esseri umani. Si nutre delle vite altrui, dorme su giacigli di vecchie carabattole, è goloso di carta stampata. Quando dorme sogna un teatro vivo, fatto per le persone, con le persone, a distanza di braccio; un teatro che non conosce ancora, un teatro che non c’è!
La nostra ricerca si fonda su Il teatro che non c'è , ovvero azioni teatrali partecipate ideate a partire dai luoghi e dalle persone che li abitano e caratterizzate dall'esperienza di residenza nel territorio attraverso laboratori aperti alla popolazione in cui cerchiamo di creare dei luoghi - fisici e interiori - dove sia possibile incontrare le persone in una dimensione specifica e non quotidiana, condensando in un tempo limitato la possibilità di indagare un tema. L’evento spettacolare è insieme festa, culmine e saluto. Il gioco del teatro ci offre la possibilità di far accadere il miracolo: trasfigurare il quotidiano e condividere con tutti uno spiraglio di immaginazione, piantando radici nel tempo futuro.
All'interno del progetto Il teatro che non c'è la compagnia percorre diversi sentieri di ricerca: nel 2011 la compagnia realizza il primo esperimento de 'Il teatro ti sPiazza', provocazione festosa per piazze sorprese, che nasce come carovana teatrale in alcuni paesi della Murge pugliesi (progetto vincitore del Bando Principi Attivi 2010 della Regione Puglia).
Nel 2012 avvia il progetto 'Il teatro ti sCarta', notti di fuoco per biblioteche incartate, grazie all’Officina teatrale rianimazione libri che ha portato alla realizzazione di “Fire Night”, azione teatrale partecipata nelle biblioteche e nelle librerie.
Nel 2013 realizza 'Il teatro ti sPaglia', primo esperimento di teatro di paglia in Puglia in collaborazione con la Rete Nazionale dei Teatri di Paglia: un anfiteatro in periferia costruito con balle di paglia assieme alla gente nel quale hanno luogo laboratori manuali, spettacoli, incontri.
Nel 2014 nasce 'Il teatro ti sBarca', che sulla scia dei progetti precedenti vede coinvolta la popolazione di paesi affacciati sul mare in laboratori che trasformano il porto nello scenario di una attesa.
Nel 2015 prende forma 'Il teatro ti sFiora', incursioni selvatiche per giardini invisibili, un accadimento teatrale dedicato al rapporto col mondo vegetale per giardini, serre e orti botanici.

Parallelamente alla ricerca sulle azioni teatrali partecipate, la compagnia si occupa della produzione di spettacoli: “Rita” (2009), regia di Raffaella Giancipoli - monologo sulla violenza di genere; “Vassilissa e la Babaracca” (2016), regia di Raffaella Giancipoli - teatro per l'infanzia e “L'estranea di casa” regia di Raffaella Giancipoli (in produzione, debutto previsto per la stagione 2017/18), monologo sull'esperienza delle badanti e degli orfani bianchi.
I membri della compagnia svolgono da anni attività di formazione attraverso laboratori di teatro per ragazzi e per bambini, progetti di promozione alla lettura nelle scuole, nelle biblioteche e nelle librerie. Con la regista e pedagoga Rossana Farinati mette a punto l’intervento laboratoriale per scuole superiori Antigone. Attraverso il conflitto con il mito.
La compagnia è composta da Annabella Tedone (classe 1983) attrice e responsabile dei percorsi di formazione teatrale per bambini e adolescenti; Bruno Soriato (classe 1984) attore, scenografo, responsabile tecnico e coordinatore del “Teatro che non c'è”; Raffaella Giancipoli (classe 1982) attrice, drammaturga e regista. Collaborano con noi: Tea Primiterra - light designer; Salvatore Magrone - videomaker; Iyas Jubeh - videomaker; Beatrice Mazzone – cartoon animator.
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