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L'imbroglietto - Variazioni sul tema

Habitas
Regia: Niccolò Matcovich
Drammaturgia: Niccolò Matcovich
Attori: Livia Antonelli Valerio Puppo Un MacBook
Trailer: Link
Anno: 2017


Generi: Teatroragazzi (4-100), Prosa, Figura, Performance

Tags: Teatro; Karl Valentin; Kabarett; Esercizi di stile

Ispirati dal genio di Karl Valentin e Liesl Karlstadt, Karl e Stadt prendono vita come due "buffi" con sembianze di clown. Il loro obiettivo? Entrare a Teatro, chi per vedere uno spettacolo, chi per mangiarsi una poltrona. Ma per farlo bisogna superare un grande ostacolo: la bigliettaia sotto mentite spoglie di un MacBook.

L'imbroglietto è un divertissement che strizza l'occhio al Kabarett del primo '900 e guarda oltre: reinventa una lingua, crea una precisa partitura di movimenti e azioni, parte da uno sketch iniziale per dar vita al fantasmagorico turbinio di variazioni. Viaggerete dunque all'indietro, subito dopo a velocità supersonica; ascolterete canzoni tedesche del secondo dopoguerra per poi catapultarvi in un giappone rivisitato che ammicca al Teatro Kabuki; da qui, una capriola nei secoli passati, al Medioevo monicelliano dell'armata Brancaleone per poi, con un triplo salto mortale, volare nell'iperspazio di Star wars a suon di duelli con le spade laser. Alla fine di tutto, traccerete una linea del tempo, che dalle amebe del protozoico vi porterà fino all'ultimo tassello dell'evoluzione: il clown. Passando prima per i dinosauri, le scimmie e l'homo sapiens.

Con voli pindarici che soddisfano i palati di adulti e bambini, i primi cogliendo le tante citazioni e sfumature, i secondi gustando la bellezza del teatro fatto con leggerezza e precisione, "L'imbroglietto - Variazioni sul tema" propone nella prima parte una pungente critica al sistema teatrale, e più largamente sociale, che caratterizza il nostro paese, per poi prendere una "deriva" di teatro ludico nella seconda, tracciando l'importanza per noi di prendere il teatro come un gioco, serissimo perché con regole precise, ma pur sempre un gioco.

Altri crediti: Musiche Adriano Matcovich
Aiuto regia Chiara Aquaro
Grafica Eleonora Danese

Produzione: Compagnia Habitas

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Habitas nasce al tramonto del 2015 da un’idea di Niccolò Matcovich, autore e regista, e Livia Antonelli, attrice.

L’origine del nome deriva dal desiderio di mettere al centro del lavoro artistico l’abitare gli spazi, concreti e metaforici, del teatro. La scelta della seconda persona vuole invece porre l’accento sul “tu” come soggetto protagonista. “Tu abiti”, quindi, è un invito universale e diretto, che coinvolge tutti i partecipanti del mestiere teatrale: artisti, tecnici e, non ultimi, spettatori.

Habitas è una realtà in movimento, che parte dall’idea di condivisione totale del processo artistico, aprendo le porte a chi volesse partecipare non solo degli esiti produttivi della Compagnia ma anche della progettazione e gli sviluppi del lavoro in sala. Non casuale è infatti la sede scelta come piattaforma di lavoro, l’Ex 51 di Valle Aurelia (Roma), piccolo porto che, nel rispetto di chi lo abita, è viavai di persone, incontri, confronti.

Il lavoro della Compagnia si concentra principalmente sulla drammaturgia contemporanea, soprattutto inedita, e su progetti collaterali che nascano dal confronto diretto con realtà periferiche o marginali.

L’obiettivo è fondere un teatro di stampo tradizionale con i linguaggi del contemporaneo, in una sintesi che abbia come cardine la comprensibilità e l’universalità di ciò che raccontiamo. Un teatro, quindi, pop-olare. Da qui il logo, la cui figura centrale, archetipica, è il cerchio, reso doppio per rafforzare l’idea di pluralità e complementarietà, nonché dinamico e aperto, ad abbracciare, senza fagocitare, la scritta habitas, il cui puntino rosso sulla i sottolinea la nostra voglia giocosa, discreta e determinata di fare teatro, come un piccolo naso di clown.
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